La scelta di un’intervista al Tg5 non è certo casuale. Dopo l’endorsement per il Sì del presidente di Mediaset Fedele Confalonieri, più di qualcuno tra gli alleati e dentro Fi aveva rimproverato a Silvio Berlusconi uno scarso impegno nella battaglia referendaria. L’ex premier ha così deciso di fugare i sospetti, dicendo chiaro e tondo il proprio No dal principale Tg del Biscione.
La riforma costituzionale «potrebbe consegnare a un solo uomo e a un solo partito l’Italia e gli italiani», attacca Berlusconi legando le modifiche alla Carta con l’Italicum. «Con appena il 15% degli aventi diritto al voto, quindi con una esigua minoranza, Grillo ad esempio, già padrone del suo partito, potrebbe diventare anche col 55% padrone dell’unica Camera che farà le leggi ordinarie, e potrà scegliere il presidente della Repubblica e i giudici della Corte costituzionale».
Qualcuno maliziosamente fa notare che Berlusconi citi il leader del M5s piuttosto che Renzi. Ma questa scelta va letta con il tentativo del Cavaliere di trovare uno spazio autonomo nel variegato fronte del No. Per la stessa ragione l’ex premier ripropone la disponibilità a larghe intese «dopo la vittoria del No» finalizzate ad «approvare, tutti insieme, una riforma vera, diversa, una nuova riforma che deve contenere la scelta da parte degli elettori del Presidente della Repubblica, un vero taglio dei parlamentari, che vanno ridotti di oltre la metà, e il vincolo di mandato per cui un eletto non può cambiare bandiera».
Una posizione che è ben diversa però da quella del suo principale alleato. Matteo Salvini, al contrario, sfida i 5 stelle a unire le forze, partecipando alla manifestazione per il No che la Lega terrà a Firenze il 12 novembre: «Gli eletti e gli elettori del M5s sono i benvenuti», ha chiosato intervenendo a Repubblica Tv.
Una sfida che va letta in chiave di competizione elettorale, visto che entrambi, tanto il M5s che la Lega, puntano anzitutto sul voto di protesta. «Ho chiesto più volte un confronto con Beppe Grillo», ha aggiunto Salvini, «a mio parere non è intelligente dire, come dicono loro, “faccio tutto da solo”». Anche per questo Salvini torna a rilanciare battaglie che sono anche bandiere dei 5 stelle come quella contro l’euro: «Se la Lega andrà al governo proporrà agli italiani il superamento dell’euro» ha detto ancora Salvini sottolineando che «su questo non voglio firmare cambiali in bianco» né con Fi né con altri partiti.
Il leader della Lega è già in campagna per il dopo referendum. E pur non candidandosi apertamente alla leadership del centrodestra manda a Berlusconi un messaggio chiaro: «Parisi federatore? Ma di che? Sarebbe la prima volta che nel centrodestra costruiamo un progetto vincente su uno che ha perso le elezioni». Parole che sono miele per chi tra i forzisti ha dichiarato guerra a Mr Chili. Tanto che c’è chi scommette sulla presenza di alcuni big di Fi alla manifestazione fiorentina di Salvini che verrebbe così incoronato sul campo a guidare la corsa elettorale post referendum.