La voluntary bis torna al passato. Il Governo abbandona l’idea dell’imposta a forfait del 35 per cento inizialmente proposta dal ministero dell’Economia e delle Finanze.
L’indiscrezione pubblicata ieri sul Sole 24 Ore è ora ufficiale: l’imposta flat al 35% su contante e valori al portatore custoditi fuori dal circuito bancario e degli intermediari (un esempio è la cassaforte di casa)viene accantonata e si ripropone il meccanismo già utilizzato con la voluntary del 2015.
La decisione è stata presa sull’onda delle molte polemiche che stava suscitando; la nuova norma era già stata soprannominata dai più sagaci la «salva-Corona» in riferimento al caso di Fabrizio Corona tornato recentemente in carcere dopo che l’autorità ha trovato nel controsoffitto dell’appartamento di una sua collaboratrice 1,8 milioni di euro mai dichiarati al Fisco che, secondo i magistrati, sono da attribuire al fotografo dei vip.
Con il passo indietro fatto dal Governo il cash e i beni detenuti nelle cassette di sicurezza e ignoti al Fisco una volta dichiarati (e quindi emersi) sconteranno la tassazione dei redditi progressiva, senza semplificazioni o sconti.
L’emersione del contante e di quanto contenuto nelle cassette di sicurezza ha due criticità: la dimostrazione che si tratta di beni che hanno una provenienza lecita, e non sono quindi frutto di uno o più reati non fiscali e gli anni di effettivo possesso perché il Fisco, di norma, può pretendere la tassazione solo sugli ultimi cinque anni.
Anche se ancora non è possibile consultare il testo elaborato dal Governo sembra che sarà confermato l’obbligo per il contribuente di dichiarare, sotto la propria responsabilità, la provenienza di beni e soldi emersi. Per disincentivare le false dichiarazioni e dato l’alto rischio di riciclaggio pare che il testo del decreto legge sulla voluntary bis - è il Dl relativo ai provvedimenti destinati a entrare in vigore dal 1° gennaio 2017 - conterrà un inasprimento delle pene in caso di false dichiarazioni. La condanna minima prevista è stata alzata di sei mesi di reclusione, rispetto alla voluntary del 2015, e portata a due anni mentre la pena massima resta di sei anni.
Questo il quadro: la certezza sui contenuti complessivi del secondo round della voluntary si avrà probabilmente martedì quando i testi della legge di bilancio e del decreto legge dovrebbero essere trasmessi alle Camere.
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