Milan-Juventus è l’inatteso big-match della nona giornata di Serie A, dopo gli exploit dei rossoneri guidati da Vincenzo Montella. Ma non sarà solo il confronto tra le due squadre più titolate del football tricolore e con il maggior seguito popolare. A San Siro questa sera si incrociano anche i destini della formazione più giovane del torneo (il Milan) e quella del club più europeo del panorama italiano. I due team arrivano a questa gara da percorsi opposti. La Juve, dopo le vicissitudini di Calciopoli, ha saputo ricostruire attorno al nuovo stadio di proprietà un team di caratura internazionale, oltre che un’azienda in salute. Il Milan, al contrario, ha imboccato una parabola discendente con ricavi in calo (l’ultimo bilancio disponibile è quello chiuso al 31 dicembre 2015) e deficit in vertiginosa ascesa. E adesso vive un periodo di stallo in attesa del closing dell’affare con i cinesi di Sino-Europe annunciato tra qualche settimana.
Il “giovane” Milan
I nuovi proprietari cinesi però non dovranno ripartire da zero. Come il patron rossonero aveva auspicato in passato, il tecnico Montella sta forgiando la compagine con l’età media più bassa del campionato, mettendo in mostra un organico di grande prospettiva: da Donnarumma a Locatelli, da Niang a De Sciglio, da Romagnoli a Lapadula, sono parecchi i giocatori che alla fine della stagione potrebbero avere un valore moltiplicato. Un incentivo in più per i potenziali compratori (si veda anche l’articolo in basso) che hanno accettato di pagare 740 milioni (inclusi 220 milioni di debiti) per il 99,9% della società e di impegnarsi, come specificato nel contratto preliminare del 5 agosto scorso, a compiere «importanti interventi di ricapitalizzazione e rafforzamento patrimoniale e finanziario, per un ammontare complessivo di 350 milioni di euro nell’arco di tre anni, di cui 100 milioni da versare al momento del closing». La nuova dirigenza rossonera guidata da Marco Fassone potrebbe avere a disposizione per il mercato di gennaio un assegno cospicuo (dipenderà dal rosso del bilancio 2016) per potenziare il club e tentare l’assalto alla qualificazione Uefa. Entro la fine dell’anno, i neo-proprietari del Milan potranno poi concordare con la Uefa un voluntary agreement. Si tratta di un programma pluriennale che a fronte di un realistico piano industriale di incremento dei ricavi e di una serie di limitazioni (ad esempio sulla rosa da impiegare in Europa) permette di derogare ai parametri del Financial fair play. Il Milan sarebbe il primo club europeo ad avvalersi di questa facoltà.
La gestione del club rossonero, in effetti, è stata piuttosto problematica negli ultimi anni spingendo i conti in fuorigioco. Il fatturato senza Champions è calato dai 329 milioni del 2012 (con 53 di plusvalenze) ai 220 del 2015, costringendo la Fininvest a girare al team, nel solo 2015 ,150 milioni. Inoltre, nei bilanci 2014 e 2015 si è accumulato un rosso di 180 milioni. Fallito il progetto del nuovo stadio al Portello, i ricavi da botteghino sono crollati (da 29 a 16 milioni), complice la delusione dei tifosi per lo scarso rendimento, e l’unica fonte di ricavi a tenere è stata quella del settore commerciale con 80 milioni di entrate annue.
La Juventus europea
La crescita della Juve è stata illustrata dal presidente Andrea Agnelli nella lettera inviata agli azionisti per l’assemblea del prossimo 25 ottobre chiamata ad approvare il bilancio 2016. «Dagli anni bui - scrive Agnelli - che hanno lasciato un patrimonio sia sportivo che economico inadeguato, questo management ha saputo ricostruire. (...) Gli storici successi di questi anni sono stati accompagnati da un miglioramento molto rilevante di tutti i principali indicatori finanziari». A distanza di cinque anni dall’aumento di capitale da 120 milioni varato nell’ottobre 2011, sono stati raggiunti molti obiettivi: il bilancio 2014-2015 ha segnato il ritorno all’utile e il fatturato di quasi 388 milioni del 2016 rappresenta il record storico della Juve (con un utile netto di oltre 4 milioni). Il club bianconero, con una presenza fissa in Champions, deve continuare a crescere «autofinanziandosi, come avvenuto nella recente campagna di rafforzamento della squadra - aggiunge Agnelli - e nei progetti avviati in questi anni dalla società. I nuovi contratti di partnership con importanti aziende globali, Jeep e Adidas, confermano che il brand Juve è tornato tra i più influenti nel panorama della sport industry. Questa rinnovata riconoscibilità sta permettendo all’azienda di siglare “regional partnerships” che facilitano la penetrazione in nuovi mercati. Negli ultimi mesi Juventus ha firmato accordi in Messico, Nigeria, Azerbaigian e sta a cercare nuove opportunità di business grazie alle Juventus Academy. Il processo di gestione in-house del licensing e del merchandising accompagnato da una nuova strategia di sviluppo degli Juventus Store sta dando oggi i primi risultati (con introiti per 13,5 milioni, ndr) , così come lo sviluppo della strategia digitale, nella quale Juventus rappresenta un’eccellenza a livello mondiale. Infine questa sarà la stagione nella quale vedrà la luce il nuovo sviluppo immobiliare sull’area della Continassa dove sorgeranno il nuovo Training Center e la nuova sede della società a pochi metri dallo Stadium».
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