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Allo studio la gestione pubblico-privata

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SERIE B

Allo studio la gestione pubblico-privata

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(LaPresse)
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Sganciare gli stadi dalla proprietà dei Comuni e farli confluire in fondi immobiliari, favorendo l’aggregazione di capitali pubblici e privati, per finanziarne la ristrutturazione e renderne più redditizio lo sfruttamento.

È questo, in sintesi, il piano della Lega B del presidente Andrea Abodi pre rilanciare le iniziative per l’ammodernamento dell’impiantistica sportiva attraverso un’alleanza con l’Istituto del Credito sportivo e con Invimit, la società del ministero dell’Economia istituita nel 2013 che ha per missione lo sviluppo dei patrimoni immobiliari pubblici.

Dallo scorso luglio l’Invimit ha allargato agli impianti sportivi il proprio perimetro di intervento, prima limitato alla rigenerazione del patrimonio scolastico, alla riqualificazione energetica e all’ottimizzazione dell’utilizzo degli immobili pubblici. Da questa novità è nata l’idea di una sinergia con B Futura, società interamente partecipata dalla Lega B che si occupa di riqualificazione degli stadi dalla A alla Z, dallo studio di fattibilità alla realizzazione.

L’obiettivo del protocollo d’intesa firmato il 27 settembre scorso è appunto quello di accelerare il processo di riqualificazione degli stadi con la promozione di fondi immobiliari fra soggetti privati e i Comuni proprietari dell’85% degli immobili, grazie agli investimenti di Invimit, Ics e la consulenza di B Futura.

In sostanza, gli enti locali potranno conferire nel fondo lo stadio di cui sono proprietari acquisendo quote.

A loro volta Invimit e Credito sportivo acquisiranno quote immettendo liquidità. Il Comune, proprietario dello stadio, direttamente o in alternativa un privato, attraverso lo strumento del project finacing, potrà così avviare un progetto di riqualificazione. In entrambi i casi il Comune è obbligato a indire una gara a evidenza pubblica per scegliere la Sgr privata con cui poi istituire il fondo immobiliare.

Nel caso del project il proponente avrà comunque sempre una prelazione sul vincitore della gara pubblica. A questo punto Invimit potrà scegliere se entrare nel pacchetto azionario del fondo, con o senza una quota di maggioranza. Dopo di che il Comune ad esempio può cedere la sua parte a una società sportiva (preferibilmente quella di calcio che utilizza lo stadio), oppure il fondo può mettere a mercato l’immobile riqualificato, oppure il Comune può decidere di riprenderlo.

Intanto Invimit, ma anche gli altri soci, ogni anno riceveranno un utile come ritorno dell’investimento ovvero alla cessione della proprietà del bene immobile. Invimit per entrate nell’affare chiederà una reddittività del 3% e la valorizzazione dell’immobile pubblico.

«Grazie a questa iniziativa – spiega il presidente di Invimit Massimo Ferrarese – potranno nascere appositi Fondi Obiettivo gestiti da Sgr di mercato e promossi dagli Enti territoriali proprietari degli impianti oggetto di valorizzazione. Invimit attraverso l’utilizzo delle risorse disponibili nel Fondo i3-Core Comparto Territorio, rivestirà il ruolo di investitore garantendo la liquidità necessaria alla riqualificazione degli impianti».

«La Lega B – aggiunge Abodi – insieme a Invimit e Credito Sportivo, lancia un segnale unico nel suo genere dando il via a un’iniziativa che produrrà nel tempo benefici concreti per l’intero sistema calcistico. È motivo di orgoglio essere co-ideatori e promotori di uno strumento di tale impatto strategico in un settore nel quale registriamo un gap rispetto al resto d’Europa che va colmato velocemente. L’accordo ha lo scopo di promuovere processi di sviluppo infrastrutturale e di rinascita urbana in una cornice di assoluto rispetto della sostenibilità ambientale, sociale e finanziaria delle realtà locali».

B Futura dal 2012 tenta di accompagnare lo sviluppo immobiliare delle società calcistiche italiane. Uno degli ultimi progetti riguarda Cagliari. Il progetto ad aprile 2016 ha ottenuto la dichiarazione di pubblico interesse da parte del consiglio comunale. Il presidente del club sardo Tommaso Giulini ha assicurato che il piano definitivo del nuovo stadio con il piano di sostenibilità economica previsto dalla legge 147 del 2013 sarà presentato rapidamente. La prospettiva è quella di dotare il capoluogo sardo di uno stadio da 21mila posti al coperto, dopo i pellegrinaggi delle ultime stagioni tra Trieste, Elmas e Arenas-Quartu), e costerà circa 60 milioni. L’impianto sarà idoneo per ospitare gare internazionali e sarà un elemento centrale per la rivalutazione dell’area Sant’Elia. Giulini è fiducioso di poterlo inaugurare per la stagione 2020.

Per Abodi questo dovrà essere un ulteriore stimolo per gli altri progetti che B Futura sta portando avanti con le amministrazioni comunali e i club di Pescara, Avellino, Crotone e Como.

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