Italia

Roma riapre la partita con Bruxelles

  • Abbonati
  • Accedi
L’ANALISI

Roma riapre la partita con Bruxelles

(Ansa)
(Ansa)

«È impensabile che in nome della stabilità europea crollino le scuole». La visita di ieri mattina al Politecnico di Milano era dedicata ai progetti di prevenzione del rischio sismico, e il premier Matteo Renzi ha colto il contesto per tornare sulla contrapposizione dialettica fra la sicurezza dei conti e quella degli edifici pubblici.

Il riferimento è ovviamente al confronto con l’Unione sulle spese da escludere dal Patto e dai calcoli strutturali, con la proposta italiana che chiede di svincolare tutti i fondi pubblici del piano nazionale di prevenzione antisismica (intorno ai 3,5 miliardi) e la risposta europea che per ora si limita ai soldi per la ricostruzione (600 milioni secondo il programma di bilancio mandato a Bruxelles).

Quella di Renzi, del resto, è una messa in discussione a tutto campo del rapporto fra Italia e Unione europea, viziato in passato secondo il premier da «un atteggiamento subalterno» tenuto da Roma che si è tradotto «in un disastro per il nostro Paese». Il problema riguarda le regole bancarie, «fatte apposta per difendere qualcuno» mentre l’Italia «non ha partecipato alla stesura perché impegnata a risolvere le sue beghe interne», e abbraccia più in generale la disciplina dei conti. Sul punto, nella ricostruzione di Renzi, l’Italia deve abbandonare il ruolo da «bella addormentata nel bosco», perché «l’interesse nazionale non è contro l’ideale europeo».

La prima traduzione pratica di questi indirizzi è nella battaglia interpretativa ingaggiata con l’Europa sulle spese «eccezionali» da escludere dai saldi strutturali calcolati a Bruxelles. La partita continua sottotraccia, ed entro la fine di novembre la Commissione europea deve pubblicare la sua attesa opinione sul programma di bilancio italiano. Sulle spese collegate al terremoto, Roma non ha intenzione di tornare indietro sulla proposta di far uscire dai calcoli strutturali lo 0,2% di Pil messo a bilancio per la riqualificazione antisismica degli edifici pubblici, scuole in primis. Lo snodo fondamentale è rappresentato dal progetto Casa Italia, che sarà presentato a Palazzo Chigi lunedì e che sarà alimentato anche dai 700 milioni di «avanzi» (cioè di risparmi bloccati nei conti di molti Comuni dai vincoli di finanza pubblica) liberati dalla manovra 2017, e riservati per oltre il 40% all’edilizia scolastica. Nel pacchetto anti-sismico, anche se fuori dal confronto con l’Unione europea, il governo inserisce anche l’attenuazione del pareggio di bilancio che punta a liberare investimenti ulteriori degli enti locali e gli incentivi fiscali alla riqualificazione degli edifici privati, in un orizzonte di misure che vale fino a 6 miliardi secondo i calcoli del ministero dell’Economia.

I miliardi in discussione con l’Europa, però, sono poco meno di tre, perché a fronte dello 0,2% di Pil chiesto da Roma (circa 3,4 miliardi) la commissione riconosce la possibilità di escludere dal deficit strutturale solo i 600 milioni destinati alle aree colpite dalle scosse di agosto e di ottobre. Come ha ricordato Annika Breidthardt, portavoce della Commissione, «i costi di emergenza di breve termine in risposta alle catastrofi naturali (…) sono classificati come “una tantum” e quindi sono esclusi dal calcolo del deficit strutturale ai fini del rispetto del Patto di Stabilità». Indirettamente, quindi, la signora Breidthardt ha sottolineato la differenza tra costi di breve termine e costi di lungo termine. Questi ultimi non possono essere esclusi dal calcolo dello sforzo strutturale. «Questo - ha aggiunto - è un principio generale, non un commento specifico riguardante il dialogo in corso con l’Italia sulla Finanziaria del 2017. Non facciamo ora speculazioni sui costi (del terremoto, ndr), che dovranno soddisfare determinati criteri, se e quando ci saranno comunicati dal governo italiano».

Anche il quadro delle spese dirette alle zone terremotate è in evoluzione. A sottolinearlo è il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, nel corso del question time di ieri alla Camera. Le nuove somme necessarie a Norcia e agli altri Comuni colpiti dalla scossa di domenica scorsa «saranno stanziate appena sarà disponibile la stima del fabbisogno», ha spiegato il titolare dell’Economia, in linea con quanto accaduto nelle precedenti tappe di questo sisma continuo.

Aiuti sono arrivati anche alle imprese, a partire dai 65 milioni di contributi europei anticipati il 26 ottobre per sostenere la liquidità di 29mila aziende nelle sei province colpite, e nei nuovi interventi un capitolo a sé sarà dedicato all’agricoltura. I fondi per gli allevatori saranno portati da uno a 10 milioni, ha spiegato Padoan, e sarà stabilito un aiuto una tantum per ogni capo di bestiame perduto (400 euro per i bovini).

© Riproduzione riservata