Italia

Il record di 200mila migranti accolti

  • Abbonati
  • Accedi
sbarchi

Il record di 200mila migranti accolti

Il 2016 sarà l’anno record per gli sbarchi sulle coste italiane. È saltato anche lo schema dei quattro mesi di pausa, da novembre a febbraio, causa maltempo invernale. Dai primi giorni di novembre sono arrivati già 4mila562 migranti. Siamo a +15,09% rispetto all’anno scorso. Dal 1° gennaio il totale aggiornato a ieri è di 163mila989 immigrati sbarcati. Sono oltre 10mila in più di tutto il 2015.

Sembra ormai scontato il sorpasso sui numeri del 2014: con 170mila100 sbarchi sono stati i più alti finora.

Ma se il flusso attuale andasse avanti a ritmo costante a fine 2016 il totale sarebbe di oltre 192mila persone. Forse non sarà questa la cifra finale. Ma ci stiamo avvicinando ogni giorno di più. Il ministero dell’Interno, guidato da Angelino Alfano, deve fare i conti anche con le necessità di chi, non solo da ieri, ha diritto all’accoglienza. Il primato 2016 è già raggiunto da un pezzo e viaggia su cifre mai viste prima. In crescita continua e quotidiana. L’aggiornamento al 7 dicembre parla di 173mila092 migranti ospitati tra cas (centri di assistenza temporanea), hot spot, centri di prima accoglienza e Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati).

Vanno aggiunti i 22mila772 «minori non accompagnati». A oggi, dunque, ci sono quasi 200mila immigrati - rifugiati o richiedenti asilo - alloggiati tra i Comuni in Italia attivi su questo fronte. «Sono 2mila600 su 8mila i Comuni che accolgono i migranti: questo ha creato grandi disomogeneità» ha detto alcuni giorni fa al comitato Schengen il capo del dipartimento Libertà civili dell’Interno, Mario Morcone.

Certo è che tra i tecnici c’è piena consapevolezza dell’andamento del fenomeno. L’Anci (Associazione nazionale Comuni d’Italia) ha già rimodulato il suo nuovo piano di distribuzione migranti con un’ipotesi annuale di sbarchi pari a 200mila e non più 150mila. Un piano ancora a rischio politico: l’idea è di assegnare i migranti a una platea di centri urbani più ampia - da 2mila800 a 5mila circa - ma il timore di altre rivolte dopo quella di Goro è troppo alto. Quel che è certo, ormai, è che se ne riparlerà a dicembre.

Il boom degli sbarchi in Italia è stato sottolineato anche dal commissario Ue alle migrazioni, Dimitris Avramopoulos, in una lettera agli stati membri. Mentre l’accordo Ue-Turchia continua a dare risultati nell’Egeo con il calo di arrivi di migranti in Grecia «in Italia a fine ottobre la cifra era di oltre 155mila, più del totale del 2015» scrive il commissario Ue. Nella missiva destinata ai «Visegrad» (Repubblica Ceca, Polonia, Ungheria, Slovacchia) si chiede «di iniziare a ricollocare» e in quella per gli altri Paesi di «continuare» a farlo.

Ieri il ministro Alfano alla Camera dei deputati ha messo all’indice «un bidone enorme che l’Ue ha tirato» all’Italia, che «aveva promesso» 39.600 trasferimenti entro settembre 2017 «e ora siamo solo al 2-3%». Un punto su cui anche il premier Matteo Renzi attacca: se a Bruxelles «vogliono che spendiamo meno» facciano in modo che si «rispettino gli impegni presi» sui migranti.

Avramopoulos, del resto, non nasconde le difficoltà: «La situazione migratoria europea resta ancora fragile e richiede un’azione continua e sostenuta da tutte le parti». Poi ammette: «Siamo ancora lontani dal raggiungere gli impegni previsti dalla decisione del Consiglio e gli sforzi devono essere aumentati con urgenza». Ai ministri di Varsavia, Budapest, Praga e Bratislava, Avramopoulos si è rivolto in modo perentorio: «Vi chiedo ancora di iniziare a fare le offerte» di posti e «ricollocare il prima possibile». Dal 15 novembre sarà la Germania ad accogliere i primi 229 migranti dall’Italia.

Ieri al dipartimento di Ps, guidato da Franco Gabrielli, si è svolta una riunione tecnica presso la direzione centrale della polizia criminale sul contrasto all’immigrazione clandestina e sugli strumenti di cooperazione internazionale di polizia, con un particolare focus sulla situazione della Libia. Attraverso lo Scip (servizio di cooperazione internazionale di polizia) diretto da Gennaro Capoluongo è in corso il coordinamento di un progetto congiunto tra gli stati interessati, compresi quelli di origine, per lo scambio sistematico delle informazioni.