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A X Factor vince la «mediocrazia»: fuori Silva Fortes, salvo…

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NELLA SERATA DEI SUPER OSPITI

A X Factor vince la «mediocrazia»: fuori Silva Fortes, salvo Loomy

Più che una puntata di X Factor, quella andata in onda ieri sera su Sky Uno è stata una specie di spot del saggio «La Mediocrazia» del filosofo canadese Alain Deneault. Al ballottaggio finale si sono trovati uno contro l'altro Silva Fortes, l'italo-capoverdiana di Arcore, tra le voci migliori di questa edizione, una che non meritava di finire al ballottaggio, e Loomy, il rapper senza qualità troppo evidenti, uno che non meritava di accedere alla fase finale del talent show.

Ebbene - forse perché la ragazza ha molto talento, probabilmente troppo per un talent show, forse perché hanno prevalso logiche di strategia dei giudici, forse per un regolamento di conti tra i rispettivi mentori – per quanto possa apparire incredibile, ha prevalso la non troppo aurea mediocritas: nella puntata dedicata agli idoli generazionali è stata eliminata Silva Fortes e ha passato il turno Loomy. Più o meno come succede nella vita vera. Ed è un terribile spreco per tutta la decima edizione del talent, come ha compreso bene Manuel Agnelli, il giudice della categoria Over che aveva la concorrente in squadra e, con lei in squadra, era convinto di arrivare lontano.

E dire che Silva, nella prima manche, era stata commovente nell'arrangiamento bossa nova di «Life on Mars» mediato da Seu Jorge. La ragazza aveva avuto occasione di cimentarsi con la sua lingua madre, il portoghese, e ne era uscito fuori un prodotto da esportazione. L'esperimento tuttavia – e qui arriviamo al punto - non è piaciuto a Fedez che ha contestato la scelta del collega Agnelli: «A me David Bowie in portoghese mi fa lo stesso effetto di “Gomorra” doppiato in coerano. Avrei evitato questo narcisismo inutile». E ancora: «Questo è l'arrangiamento originale di David Bowie cantato in portoghese. Seu Jorge non c'entra». Ribatte il leader degli Afterhours: «Questa è la tua opinione molto arbitraria. Tu hai detto che non sai chi è Seu Jorge. E allora adesso sai chi è e quindi già qualcosa di buono l'abbiamo ottenuto». Il rapper lo interrompe: «Manuel, non siamo qui a far la gara a chi ce l'ha culturalmente più lungo». E Agnelli: «Perché ce l'ho culturalmente più lungo io».

Loomy invece, nella sua manche, aveva eseguito una versione zoppicante di «Anima fragile» del suo idolo Vasco Rossi, roba senza né capo né coda. Al ballottaggio Silva porta Sam Cooke, «A change is gonna come», pezzo di quelli che fanno scappare la lacrimuccia a chi mastica musica 24 ore al giorno, Loomy ripropone la sua rivisitazione hip hop di «Formidable» di Stromae. Incredibile ma vero: sia Arisa che Alvaro Soler si schierano con il secondo, lasciando solo il cantante degli Afterhours a sostenere la concorrente. Fedez si è detto addirittura commosso dalla rivoluzionaria idea che un rapper per la prima volta potesse arrivare così lontano in un talent show (ma come? E Ics secondo alla sesta edizione ce lo siamo dimenticati?). Ma pazienza: così va la vita, così va X Factor. Così vanno le cose, così devono andare: evviva la mediocrazia.

Per il resto la serata dei super ospiti Robbie Williams e Shawn Mendes è stata segnata da una vera e propria partenza a razzo con Gaia che fa il verso all'immensa Janis Joplin su «Peace of my heart». Prova muscolare, ovviamente senza il dolore esistenziale dell'originale, perché qui manca la bottiglia whisky ma va bene così. Rustica la versione che fa Fem della «Perfect Illusion» di Lady Gaga. I Daiana Lou si confermano un progetto eterodosso per un format come il talent show. Ieri hanno rivisitato in salsa lo-fi do la canzonetta «Wrecking Ball». Ci sarà anche troppa maniera come sostengono Fedez e Agnelli, ma i ragazzi sembrano qui per redimere tutti i peccati di Miley Cyrus. Eva finisce per alleggerire troppo il mash-up tra l'Iggy Pop «Lust for Life» e «Valerie» nella versione di Amy Winehouse, ma ai giudici piace.

Leggeri pure i Soul System, cui è stata affibbiata da Soler «Thinking out loud», ancora una volta un brano distante anni luce dalle loro corde funky. Tiro al bersaglio dei giudici su Caterina che, con «Everybody Hurts» dei Rem, ha comunque fatto una figura migliore di tanti altri. Solita prova di personalità tra gli effetti speciali per Roshelle che ha cantato «Take Ü There», ma la cosa migliore che si è vista ieri è stato Andrea Biagioni che ha declinato chitarra acustica e voce «Black or White» di Michael Jackson. Tecnica mostruosa e attitudine da vendere: a questo punto tifiamo per lui e lo vediamo già finalista. A meno che non diventi l'ennesima vittima della mediocrazia imperante.

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