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Dossier | N. 35 articoliRugby internazionale / I match d’autunno

Parisse chiede di avere fiducia: “Questa squadra si toglierà tante soddisfazioni”

La Nazionale italiana di rugby chiede ai suoi tifosi di fare un atto di fede. Anche se il risultato del primo Crédit Agricole Cariparma test match di oggi contro la Nuova Zelanda, perso dall'Italia per 68 a 10, potrebbe portare a pensare che l'Italrugby non ha cambiato passo con l'arrivo del nuovo allenatore Conor O'Shea, il capitano Sergio Parisse è convinto, invece, che qualcosa sia cambiato e che, per dirla con un verso, il meglio deve ancora venire. “Chi non capisce niente di rugby e vede il risultato di oggi può pensare che è stata una disfatta e non c'è stata storia”, spiega Parisse in conferenza stampa.

Pur ammettendo che “loro sul campo sono stati più forti”, quello che vuole sottolineare il numero 8 azzurro e dello Stade Francais è che “visti dall'interno il modo e la qualità con cui ci stiamo allenando e stiamo affrontando le partite sono diversi”. A rimarcare la sua lunga esperienza in maglia azzurra - con la partita di oggi i caps sono diventati 120 - e con la fascia di capitano, Parisse continua: “Ne ho visti di allenatori - non sono qui per incensare Conor - e sono convinto che questa sia la strada giusta”, aggiungendo quasi con rammarico che - con i suoi 33 anni - non potrà vivere da protagonista tutta l'avventura di O'Shea sulla panchina italiana. “Io non ho tanto tempo, vorrei cogliere subito i risultati positivi - precisa - ma il mio ruolo è accompagnare la squadra”, ribadendo di essere “veramente fiducioso e convinto che con questa metodologia di lavoro ci toglieremo tante soddisfazioni”.

Con la faccia scura di chi “non ama perdere”, come O'Shea si è rivolto ai giornalisti parlando di lui, il capitano ricorda che “a 33 anni non è sempre facile trovare le motivazioni ma io ho l'entusiasmo di quando avevo 18 anni”, età del suo esordio in maglia azzurra proprio con la Nuova Zelanda a Hamilton nel tour del 2002. E se Parisse chiede un atto di fiducia, O'Shea è comunque ottimista. “Siamo persone molto competitive, non ci piace perdere”, è l'esordio del commissario tecnico dopo la partita. “A volte però bisogna ammettere che giochi contro una squadra più forte. Abbiamo fatto tanti errori, lo so, ma voglio guardare al futuro e se quello di oggi è il nostro punto di partenza, andremo molto lontano”, sostiene entusiasta l'allenatore irlandese, arrivato sulla panchina azzurra la scorsa primavera, che dice di vedere “sempre il bicchiere mezzo pieno”.

Per il tecnico “quello che stiamo cercando di fare è costruire una squadra per il futuro” e il fatto che oggi abbia visto “la volontà di attenersi strettamente al piano per tutti gli 80 minuti” è già un passo verso la giusta direzione. Al momento, tuttavia, quale fosse il piano di gioco non è dato sapere. “Sono soddisfatto che ci siamo attenuti al piano di gioco per 80 minuti”, ribadisce ancora, prendendo come dato positivo il fatto di “non morire dopo 10 minuti perché si era dato troppo”. Non si scambi però l'ottimismo con l'accontentarsi: “Non siamo felici”, conclude O'Shea, spiegando di voler guardare “a tutte le piccole cose che possiamo fare meglio”. E tra una settimana a Firenze contro il Sudafrica, che oggi ha perso per 37 a 21 con l'Inghilterra a Londra, ci sarà subito la prima occasione per provarci (a fare meglio).

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