Italia

M5S, blog Grillo: «Gli indagati nell’inchiesta di Palermo si…

  • Abbonati
  • Accedi
Le indaginidella procura di palermo

M5S, blog Grillo: «Gli indagati nell’inchiesta di Palermo si sospendano immediatamente»

La deputata regionale Claudia La Rocca
La deputata regionale Claudia La Rocca

«Chiediamo a tutti gli indagati nell’inchiesta di Palermo di sospendersi immediatamente dal Movimento 5 Stelle non appena verranno a conoscenza dell’indagine nei loro confronti a tutela dell’immagine del Movimento e di tutti i suoi iscritti». La richiesta è apparsa oggi sul blog di Beppe Grillo in un post scriptum pubblicato nel primo pomeriggio. «L'avvenuta sospensione - viene chiarito sul blog - deve essere comunicata attraverso una mail all’indirizzo listeciviche@movimento5stelle.it». Sulla vicenda delle firme false «il Movimento 5 stelle è parte lesa», si legge sul blog di Grillo.

Claudia La Rocca: mi sono autosospesa
«Mi sono appena autosospesa dal M5S», ha dichiarato la deputata regionale siciliana all'Ars Claudia La Rocca, che ha seguito le indicazioni del leader dei Cinquestelle Beppe Grillo. Claudia La Rocca, che nelle scorse settimane, si è recata in Procura per raccontare quanto accaduto la notte delle falsificazioni delle firme e che da allora è indagata, si è autosospesa. Finora era stato reso noto solo il nome di Claudia La Rocca, la deputata regionale siciliana che ha deciso di recarsi dai magistrati per spiegare quanto accaduto nella notte dell’aprile del 2012 nella ex sede del M5S di Palermo per la preparazione delle liste per le amministrative.

L’inchiesta riguarda le comunali di Palermo del 2012
L’inchiesta della Procura di Palermo sulle firme false a sostegno della presentazione della lista del Movimento 5 stelle alle Comunali di Palermo del 2012 è ormai a una svolta. Nei giorni scorsi sono stati iscritti come indagati alcuni esponenti del Movimento 5 stelle, alcuni dei quali avrebbero ricopiato materialmente le firme per ovviare a un errore materiale che avrebbe rischiato di invalidare la lista. L'accusa è quella di violazione del testo unico 570 del 1960. A partire da lunedì prossimo saranno interrogati, alla presenza dei loro difensori, dal pool coordinato dal procuratore aggiunto Bernardo Petralia e dal pm Claudia Ferrari, che si avvalgono delle indagini svolte dalla Digos.

Ci sarebbero anche deputati nazionali
Secondo indiscrezioni di stampa, non confermate dalla Procura, gli indagati sarebbero otto, tra cui diversi parlamentari nazionali. L'indagine è già alle battute finali. I magistrati hanno acquisito nei giorni scorsi le testimonianze di decine di persone che hanno disconosciuto le firme a sostegno della lista apposte negli elenchi presentati alla cancelleria del tribunale e depositate negli uffici comunali. Entro la prossima settimana sarà chiusa l’istruttoria con i primi interrogatori. A fare per primo i nomi dei grillini coinvolti nella falsificazione delle firme era stato Vincenzo Pintagro, docente di educazione fisica, che aveva indicato i nomi di Claudia Mannino, deputata nazionale e di Samantha Busalacchi, assistente parlamentare all’Ars.

Renzi: fatti loro io sono garantista
L’inchiesta sul Movimento 5 stelle sulle presunte firme false, ha detto il premier Matteo Renzi, ospite di Lilli Gruber a Ottoemezzo su La7, «riguarda loro, sono fatti loro. Io sono garantista ma penso solo che se fosse successo a noi».

La lista non ottenne nemmeno un consigliere comunale
È stato l'incrocio delle dichiarazioni dei tre testimoni poi divenuti indagati - la deputata regionale Claudia La Rocca, che ha ampiamente collaborato, e due attivisti, che hanno fatto una serie di ammissioni - con quelle del superteste Vincenzo Pintagro e con il disconoscimento delle firme da parte di coloro che avevano appoggiato la lista, a indurre la Procura a sentire le versioni di coloro che materialmente avrebbero coordinato le operazioni di ricopiatura, la notte del 3 aprile 2012, dopo che gli attivisti grillini si erano resi conto dell'errore materiale su un luogo di nascita di un candidato. Nel timore che tutto si perdesse e che la lista fosse respinta dal Tribunale, competente a vagliare la regolarità formale degli atti, fu decisa la sostanziale falsificazione delle firme, cosa ammessa da numerosi dei presenti. Chi indaga, visto che la lista non ottenne nemmeno un consigliere comunale, ipotizza però che una serie di persone si sarebbero giovate comunque dei falsi, perché la candidatura alle elezioni comunali, secondo le regole dettate dal leader e garante politico del Movimento, Beppe Grillo, consentiva di candidarsi successivamente alle elezioni regionali e politiche, in cui il sistema elettorale ha consentito a una serie di militanti di diventare deputati e senatori.

“La firma falsa non è una firma falsa, è una firma copiata. È l’oscar della stupidità. Noi se siamo disonesti non riusciamo neanche a essere disonesti. Con quelle liste lì non è stato eletto nessuno”

Beppe Grillo 

Grillo: firma copiata, è l’oscar della stupidità
La scorsa settimana Grillo, rispondendo a una domanda sul caso firme false a Palermo, ha dichiarato: «La firma falsa non è una firma falsa, è una firma copiata. È l’oscar della stupidità. Noi se siamo disonesti non riusciamo neanche a essere disonesti. Con quelle liste lì non è stato eletto nessuno».

© Riproduzione riservata