FIRENZE - Un risultato storico per l'Italia, un punto di partenza per Conor O'Shea. Il tecnico dell'Italrugby sembra liberamente parafrasare la mitica citazione che ha accompagnato l'allunaggio nel 1969 (Un piccolo passo per l'uomo, un grande passo per l'umanità), commentando la partita vinta oggi a Firenze contro il Sudafrica. “Sono troppo contento per i giocatori e per i tifosi”, ha esordito O'Shea incontrando i giornalisti. “Per noi però è solo l'inizio, certo un bell'inizio”, ha aggiunto. Il commissario tecnico irlandese, pur non nascondendo la soddisfazione per la prima vittoria nella storia dell'Italia contro gli Springboks, resta con i piedi per terra e non si lascia andare a facili entusiasmi.
“Abbiamo ancora molto da fare per cambiare il rugby in Italia”, ha subito continuato, spiegando che comunque “abbiamo il potenziale per farlo”, e nel dirlo ha citato i due esordienti di oggi, Simone Ferrari e Nicola Quaglio, entrati all'inizio della ripresa. “La nostra disciplina non è sempre stata perfetta”, ha subito puntualizzato O'Shea, ribadendo che “è l'inizio del nostro viaggio”. Un viaggio che, dopo il 68 a 10 subito sabato scorso dalla Nuova Zelanda, oggi riparte con una bellissima vittoria. “Voglio dirlo: c'è moltissimo da fare”, ha detto ancora una volta, cercando di non lasciarsi trascinare a dire qualcosa di troppo. Al suo predecessore sulla panchina azzurra, il francese Jacques Brunel, promettere di vincere il Sei Nazioni in due anni dopo le prime vittorie non ha portato bene e, anche se O'Shea arriva da latitudini non proprio note per la scaramanzia, deve aver imparato la lezione.
“C'è moltissimo da fare per far diventare l'Italia una grande di questi sport”, è diventato il suo mantra, ammonendo che “nei prossimi anni ci saranno grandi alti e bassi”. Quello di oggi è sicuramente un alto e alla fine si deve arrendere a concedere qualcosa: “Per questa notte ce la godiamo!”. Domani però si torna al lavoro per preparare l'incontro con Tonga, terzo e ultimo Crédit Agricole Cariparma test match della stagione in programma a Padova per sabato prossimo. Non sia mai che si corra il rischio di fare la fine del Giappone, che dopo aver vinto con il Sudafrica nella loro prima partita dei mondiali di rugby 2015 per 34 a 32, pochi giorni dopo rimediò una sonora sconfitta per 45 a 10 dalla Scozia. Vero anche, però, che Tonga non è la Scozia.
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