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Dossier Napolitano: io per il sì. Non si vota sul governo

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Dossier | N. 118 articoliReferendum costituzionale

Napolitano: io per il sì. Non si vota sul governo

Quella sul referendum «è diventata una sfida aberrante. Obiettivo non è tagliare il numero dei parlamentari, ma avere un Senato che rappresenti i territori e che sia più snello. L'obiettivo non è tagliare le poltrone». Così Giorgio Napolitano a Porta a Porta parlando della consultazione in agenda a dicembre. «Non condivido quelle motivazioni. Ma al referendum non giudichiamo Renzi. L'occasione per farlo la avremo alle prossime elezioni, fissate per il 2018».

«Convinto della necessità della riforma»
Sono convinto della necessità di questa riforma da oltre trenta anni in cui il problema non trovava soluzione a fronte di necessità sempre più incalzanti», sostiene ancora il presidente emerito della Repubblica nell’intervista concessa a Bruno Vespa. «Sono d'accordo su qualsiasi aggettivazione sulla prima parte
della Costituzione fino al'articolo 54.

Quanto alla organizzazione della vita della Repubblica - rileva - troviamo le debolezze, soprattutto nell'equilibrio dei poteri costituzionali dove fu lasciato un posto minore al governo rispetto al Parlamento e alla Costituzione e poi si creò il pasticcio del bicameralismo paritario. Debolezze riconosciute dagli stessi costituenti». Conclusione: «Io mi sono speso moltissimo da presidente della Repubblica in termini rispettosi delle mie prerogative nell'interesse del Paese. Vi trasmetto il mio messaggio: in serena coscienza ed in coerenza con le mie posizioni voterò sì».

«Non vorremmo vedere lo spread crescere»
I rischi «di crisi finanziaria ci sono sempre e in questa fase possono anche accrescersi per conseguenza di eventi internazionali che conosciamo. Non
vorremmo vedere lo spread che cresce. Dobbiamo stare molto attenti comunque vada il referendum». Per Napolitano, che ribadisce il concetto, «non si vota né per questo governo né contro, ma su quello che è scritto nella legge: limitare i dl, non fare con leggerezza fiducie e maxiemendamenti in uno spirito in cui il
potere del Parlamento si rafforza e con esso la democrazia. Si vota su quello, non sulle motivazioni di Renzi».

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