Dopo la Brexit e Donald Trump occorre prepararsi al ritorno di una crisi dell’Eurozona. Se il primo ministro italiano Matteo Renzi dovesse perdere il referendum costituzionale del 4 dicembre mi aspetto una sequenza di eventi che metterebbe in dubbio la partecipazione dell'Italia all’Eurozona». È l’opinione del direttore associato del Financial Times, Wolfgang Munchau. Anche il Wall Street Journal dedica oggi un articolo al referendum italiano e alle possibili conseguenze politiche ed economiche, segnalando entrambi possibili rischi per l’euro. Il Wsj, in prima pagina, sottolinea i rischi per gli investitori che «si
preparano al tumulto».
Ft: se vincerà il no l'Italia fuori dall’euro
Per Munchau le cause di questa possibilità non hanno nulla a che vedere con il referendum in quanto tale. Ma con la performance economica dell’Italia che a partire dal 1999, anno di adozione dell’euro, ha visto la sua produttività totale dei fattori calare del 5% laddove in Paesi come Francia e Germania è aumentata del 10%. Solo un cambio di rotta, con un'accettazione di un percorso verso un’unione economica e politica piena, potrebbe evitare tali rischi. Una eventuale vittoria del no al referendum potrebbe dunque avere conseguenze distruttive sulla moneta unica. «Se Renzi dovesse perdere - prosegue Munchau - ha detto che si dimetterà, portando al caos politico. Gli investitori potrebbero concludere che il gioco è finito. E il 5 dicembre l’Europa potrebbe svegliarsi con un'immediata minaccia di disintegrazione».
«Uscita dall’euro con conseguenze disastrose»
Le conseguenze di un’uscita dell’Italia o della Francia dall’euro sarebbero disastrose e «porterebbero alla maggiore insolvenza della storia. I detentori stranieri di titoli italiani o francesi denominati in euro - spiega il direttore associato del Financial Times - sarebbero pagati nell’equivalente di lire o franchi francesi. Entrambi i Paesi svaluterebbero. E dal momento che le banche non devono detenere capitale a fronte delle loro posizioni in titoli di stato, le perdite porterebbero molte banche continentali all’immediato fallimento. La Germania allora comprenderebbe che un massiccio surplus delle partite correnti ha anche i suoi svantaggi. E che c’è molta ricchezza tedesca in attesa del default».
Scenario apocalittico evitabile»
Questo scenario apocalittico potrebbe essere evitato? «In teoria - afferma Munchau - potrebbe essere evitato, ma ci vorrebbero una serie di decisioni prese in tempo e nel giusto ordine. A partire dal fatto che la signora Merkel dovrebbe accettare ciò che rifiutò nel 2012 - un percorso verso un’unione fiscale e politica piena. La Ue inoltre dovrebbe anche rafforzare lo European Stability Mechanism (Esm), l’ombrello di soccorso, che non è stato studiato per salvare Paesi della taglia dell'Italia o della Francia».
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