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Papa: «Tutti i preti potranno assolvere dall’aborto»

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lettera apostolica

Papa: «Tutti i preti potranno assolvere dall’aborto»

Tutti i sacerdoti del mondo, d’ora in avanti, potranno assolvere dal peccato di procurato aborto. Lo ha stabilito Papa Francesco che ha reso permanente la disposizione introdotta transitoriamente nel periodo del Giubileo della Misericordia. La “norma” è contenuta nella Lettera Apostolica “Misericordia et Misera” firmata ieri da Papa e presentata questa mattina in sala stampa dall’arcivescovo Rino Fisichella, organizzatore dell’anno santo, che ha dato le cifre finali dei partecipanti: a Roma oltre 21,2 milioni, nel mondo la stima delle persone che hanno attraversato una porta santa è di 950 milioni di persone, quindi la cifra totale arriva prossima al miliardo.

Papa chiude Giubileo della Misericordia

«Aborto può essere assolto da tutti i sacerdoti»
«Perché nessun ostacolo si interponga tra la richiesta di riconciliazione e il perdono di Dio - scrive il Papa - concedo d’ora innanzi a tutti i sacerdoti, in forza del loro ministero, la facoltà di assolvere quanti hanno procurato peccato di aborto. Quanto avevo concesso limitatamente al periodo giubilare viene ora esteso nel tempo, nonostante qualsiasi cosa in contrario. Vorrei ribadire con tutte le mie forze che l’aborto è un grave peccato, perché pone fine a una vita innocente. Con altrettanta forza, tuttavia, posso e devo affermare che non esiste alcun peccato che la misericordia di Dio non possa raggiungere e distruggere quando trova un cuore pentito che chiede di riconciliarsi con il Padre. Ogni sacerdote, pertanto, si faccia guida, sostegno e conforto nell'accompagnare i penitenti in questo cammino di speciale riconciliazione». Insomma l’aborto resta un «orrendo crimine», come ribadito dal Papa nell’intervista a TV2000, ma questo non impedisce che possa essere perdonato per le vie tradizionali, e non con procedure più complesse che vedevano il coinvolgimento del vescovo da parte dei sacerdoti.

La mano tesa verso i tradizionalisti lefebvriani
La Lettera Apostolica è un complesso documento, una sorta di “mini-enciclica” da leggere in continuità con gli altri tre documenti fondamentali del pontificato di Bergoglio (Evangelii Gaudium, Laudato Sì e Amoris Laetitia), dove Francesco dà indicazioni su molti aspetti della vita della Chiesa, dalla confessione («il sacerdote sia magnanimo») all'accoglienza di tutte le famiglie, e affronta anche il tema spinoso dei lefebvriani, il gruppo di fedeli e sacerdoti seguaci del defunto mons. Lefebrve che nei fatti non riconosce il Concilio: «Nell’Anno del Giubileo avevo concesso ai fedeli che per diversi motivi frequentano le chiese officiate dai sacerdoti della Fraternità San Pio X di ricevere validamente e lecitamente l'assoluzione sacramentale dei loro peccati. Per il bene pastorale di questi fedeli, e confidando nella buona volontà dei loro sacerdoti perché si possa recuperare, con l’aiuto di Dio, la piena comunione nella Chiesa Cattolica, stabilisco per mia propria decisione di estendere questa facoltà oltre il periodo giubilare, fino a nuove disposizioni in proposito, perché a nessuno venga mai a mancare il segno sacramentale della riconciliazione attraverso il perdono della Chiesa». Un gesto quindi di grande apertura e tolleranza verso la parte ultra-tradizionalista della Chiesa, nella logica dell'inclusione (come fece del resto lo stesso Benedetto XVI, diversamente interpretato anche per l'incidente clamoroso del «caso Williamson» procurato dall'incuria dei suoi collaboratori).

Il “valore sociale” della Misericordia
«Le opere di misericordia corporale e spirituale costituiscono fino ai nostri giorni la verifica della grande e positiva incidenza della misericordia come valore sociale. Essa infatti spinge a rimboccarsi le maniche per restituire dignità a milioni di persone che sono nostri fratelli e sorelle» scrive il Papa. Non avere il lavoro «e non ricevere il giusto salario; non poter avere una casa o una terra dove abitare; essere discriminati per la fede, la razza, lo stato sociale» sono «condizioni che attentano alla dignità della persona».

Quante sono oggi le situazioni «in cui possiamo restituire dignità alle persone e consentire una vita umana! Pensiamo solo a tanti bambini e bambine che subiscono violenze di vario genere, che rubano loro la gioia della vita. I loro volti tristi e disorientati sono impressi nella mia mente». Dopo aver dunque ricordato il «carattere sociale» della misericordia e la necessità di «far crescere una cultura della misericordia, «in cui nessuno guarda all’altro con indifferenza né gira lo sguardo quando vede la sofferenza dei fratelli».

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