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Gfk Eurisko -confcommercio

Commercio, Sangalli: criminalità “vale” 26 mld di fatturato, 61% imprenditori cede a estorsione

Criminalità, abusivismo e illegalità stringono alla gola le imprese del commercio, creando un clima di insicurezza reale e percepita che pesa quanto una Finanziaria. Nel 2015, in termini di fatturato, commercio illegale, merce contraffatta e taccheggio hanno infatti fatto perdere 26,5 miliardi di euro ai commercianti, mentre i costi per difendere e assicurare negozi e attività ammontano a 5,7 miliardi di euro. Impressiona anche il numero di imprenditori - uno su 10 - che ha ricevuto minacce o intimidazioni con finalità estorsive, o ha dichiarato di conoscere altre imprese oggetto di minacce: uno su 7, +2 % sul 2015.

Al Sud cede a richieste estorsive il 79% dei negozianti
A fare il punto sul commercio sotto assedio è lo studio Gfk Eurisko presentato a Roma in occasione della Giornata di mobilitazione nazionale “Legalità mi piace!” promossa da Confcommercio. Secondo lo studio si tratta soprattutto di pressioni psicologiche (nel 77% dei casi) e la percentuale di imprenditori minacciati che cede alla richiesta estorsiva è piuttosto elevata: 61%, con un'accentuazione al Sud. dove il numero di chi dichiara di aver ceduto alla richiesta sale al 79 per cento. Gli esercizi più bersagliati sono gli alimentari (14%) e i pubblici esercizi (12%). La ricerca ha coinvolto su un campione di 900 imprenditori nel commercio e nei servizi; il 30% degli imprenditori colpiti è al Sud, il 31% nelle grandi città al Centro-Sud.

Sangalli: «Rimuovere il deficit di legalità per ripartire»
«Se vogliamo tornare a crescere bisogna rimuovere i difetti strutturali della nostra economia. A partire dal deficit di legalità», ha spiegato dal palco il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli. Oltre alla perdita di fatturato dovuto ad abusivismo, contraffazione, estorsioni, usura, furti e rapine il settore «deve rinunciare a 180mila posti di lavoro regolari», ha aggiunto il leader di Confcommercio, evidenziando il peso dei comportamenti disonesti di molti italiani: quest'anno il 27% dei nostri connazionali ha acquistato almeno una volta un prodotto contraffatto o un servizio illegale e oltre il 70% ritiene che l'acquisto illegale sia normale o, quantomeno, un buon affare.

Contro il crimine più certezza della pena
Per capire come rompere l'assedio lo studio ha indagato l'opinione dei negozianti, che nell'86% dei casi ritengono inefficaci le leggi che contrastano i fenomeni criminali. Quasi tutte le imprese (89%) sono favorevoli all'inasprimento delle pene e l'85% ritiene che non si scontino realmente le pene per i reati commessi. Queste valutazioni negative sono più accentuate al Nord, in particolare al Nord Est, tra tabaccai e pubblici esercizi. Per difendersi, quattro imprenditori su cinque hanno adottato almeno una misura di sicurezza per proteggersi dalla criminalità. Le principali misure riguardano l'utilizzo di telecamere/impianti di allarme (52%), la stipula di un'assicurazione (34%), le denunce e la vigilanza privata (25%), queste ultime entrambe in aumento rispetto al 2015. Fra le iniziative ritenute più efficaci per la sicurezza delle imprese si conferma la richiesta di certezza della pena che risulta comunque in aumento rispetto al 2015 (78% contro il 73%); mentre si riduce la domanda di maggiore protezione da parte delle forze dell'ordine (54% contro il 62% dell'anno scorso).

Alfano: reati in calo, a breve in Cdm legge sulla sicurezza urbana
A rispondere alle sollecitazioni dei commercianti è stato il ministro dell’Interno Angelino Alfano, che ha confermato il calo dei reati del 7% su scala nazionale, «anche se i dati non sono ancora consolidati nel 2016». Il calo riguarda anche «i reati predatori, furti e rapine», ma purtroppo, ha ammesso il ministro, «non a livello del calo degli altri», ragione per cui «non ci accontenztiamo».Alfano ha quindi annunciato l’approdo a breve in Consiglio dei ministri di un «progetto di sicurezza urbana» per «dare piu' poteri e piu' strumenti, sia alle nostre forze dell'ordine, che ai magistrati, che ai sindaci». Dopo aver rivendicato il consistente incremento degli investimenti in sicurezza portato avanti dal governo negli ultimi anni Alfano ha sottolineato la curva decrescente dei reati compiuti in Italia. Un andamento non casuale «ma dovuto al fatto che la sicurezza è stata una priorità vera del governo».

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