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Referendum, Antimafia chiede carte su pressioni De Luca ai sindaci per il…

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Referendum, Antimafia chiede carte su pressioni De Luca ai sindaci per il sì

La presidente della commissione Antimafia, Rosy Bindi, si è rivolta alla procura di Napoli per avere informazioni su eventuali indagini in corso relativamente all’incontro nel quale il presidente della regione Campania De Luca ha chiesto a esponenti politici locali di fare campagna elettorale per il sì al referendum («Mi raccomando, mettiamoci al lavoro e non perdiamo tempo col dibattito - ha detto De Luca - Mandatemi fax con numeri realistici dei voti per il Sì. Fate il porta a porta e non pensate ad altro»). La commissione non acquisirà però il contestato video (rilanciato dal Fatto Quotidiano) per aprire un'indagine in proprio come avevano chiesto le forze di opposizione la cui richiesta è stata respinta dai rappresentanti del Pd e degli altri gruppi centristi della maggioranza. Intanto, De Luca risponde alle critiche annunciando querele per diffamazione, «ma dopo il referendum».

Antimafia chiede carte a procura Napoli su De Luca
«La commissione Antimafia - ha annunciato Rosy Bindi - all’unanimità mi ha incaricato di richiedere preventivamente informazioni urgenti alla Procura della Repubblica di Napoli, in merito ad eventuali indagini in corso, agli atti ed ai documenti acquisiti ed alla posizione dei soggetti coinvolti, per verificare i presupposti per l'avvio di un'inchiesta da parte della nostra commissione, presupposto che naturalmente è legato al tema mafia. Noi abbiamo sempre agito così per avviare le nostre inchieste ed anche questa volta useremo lo stesso metodo».

De Luca: dopo referendum comunicherò elenco dei querelati
«Apprendiamo della richiesta avanzata dalla commissione Antimafia. Ci rende curiosi conoscere l'iter previsto sul reato di battuta e come evolverà la crociata del calamaro». Così commenta il governatore de Luca, ribadendo di voler rimandare commenti e giudizio sulle critiche e le polemiche che lo riguardano a dopo il referendum. Nel frattempo, però, annuncia querele per diffamazione.
«Per ogni elemento di folklore se ne riparlerà dopo il referendum, quando comunicheremo anche l'elenco di tutti quelli che saranno querelati per diffamazione», si legge in una sua nota.

Martedì 29 sindaci per il sì in 1.000 piazze
Il 29 novembre sarà “il super martedì” dei sindaci a favore del sì, che scenderanno in 1.000 piazze d’Italia per spiegare ai cittadini i punti fondanti della riforma costituzionale. Per tutto il giorno i sindaci saranno protagonisti di iniziative in piazza, tra volantinaggio e question time, e ci metteranno «la faccia». Ad oggi sono 250 le adesioni all’iniziativa, ma l’obiettivo è arrivare «a 1.000 primi cittadini»: entro il week end saranno diffuse, sul sito del Comitato Basta un Sì, tutte le adesioni e gli orari delle diverse manifestazioni previste per l'intera giornata. L’iniziativa è stata spiegata in conferenza stampa dal primo cittadino di Pesaro, Matteo Ricci, assieme ad Enzo Bianco, sindaco di Catania , Giorgio Gori alla guida della città di Bergamo.

Referendum, Di Maio: sento odore di brogli
All’attacco invece il fronte del no. «Sento odore di brogli, abbiamo visto
più volte che ci sono stati e potrebbero esserci anche in questo caso. Abbiamo chiesto un osservatorio sulle nostre modalità di voto». Questa il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, ad Agorà su RaiTre.

Gentiloni: su voto estero applicata legge
Immediata la replica del governo. «La nostra rete diplomatica e consolare applica la legge in modo corretto e imparziale» ha affermato il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni nel corso del question time alla Camera sul voto degli italiani all’estero. «Escludo - ha aggiunto il titolare della Farnesina - che il materiale elettorale inviato dalle nostre sedi diplomatiche possa contenere propaganda». Gentiloni ha spiegato inoltre che «anche in caso di disfunzioni il sistema ha gli anticorpi al proprio interno per evitare che ciò metta a rischio la regolarità del voto».

Franceschini: se vince No avanti con governo Renzi
Quanto allo scenario in caso di vittoria del no, è forte nel Pd il pressing perché Matteo Renzi continui a guidare l’esecutivo. «Non sono io che decido ma il mio parere è che il governo debba continuare a lavorare fino a fine legislatura» ha detto il ministro dei Beni e delle Attività Culturali, Dario Franceschini, al videoforum di Repubblica. Lo ha detto aggiungendo: «Chi vuole sfidare e battere Renzi deve sapere che c’è nel 2017 il congresso e le primarie. Tra un anno ci sono le prossime elezioni politiche. Perché andare a inquinare il dibattito sulla riforma trasformandolo in altra cosa?».

Tre consiglieri Rai: Cda straordinario su par condicio
Intanto i consiglieri Rai Arturo Diaconale, Carlo Freccero e Giancarlo Mazzuca hanno chiesto una seduta straordinaria del Cda Rai per verificare l’effettivo rispetto della par condicio nell’informazione e negli approfondimenti da parte del servizio pubblico in vista del referendum del 4 dicembre. Lo hanno fatto con una lettera formalmente indirizzata alla presidente Rai, Monica Maggioni. A parere dei firmatari dell’istanza ci sarebbero squilibri a favore del sì al quesito referendario. Ma ad oggi, in assenza di sviluppi circa questa richiesta, la prossima seduta del Cda è programmata per dopo il voto del 4 dicembre. Pronta la risposta della presidente Maggioni: «Mi pare doveroso ricordarvi che in azienda c'è un lavoro costante che mira al massimo rispetto del pluralismo e dell'equilibrio tra le differenti posizioni» scrive in una lettera ai consiglieri, spiegando che «questo lavoro è accompagnato da un puntuale monitoraggio del rispetto della par condicio, di quanto deciso dalla commissione di Vigilanza, e nell'osservanza puntuale delle disposizioni in materia».



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