«Il giorno dopo il referendum, se vince il Sì dobbiamo aprire una nuova, nuova, nuova stagione di cambiamento in Europa. Se vinciamo il referendum possiamo dare le carte in Europa». Lo ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nel video forum della Stampa a Torino, dove il premier si è recato stamattina per un sopralluogo nelle zone colpite dall’emergenza maltempo. Quanto alle polemiche suscitate dalla presa di posizione del settimnale britannico “Economist”, che in un editoriale ha invitato gli italiani a votare No al referendum per favorire l’arrivo di un nuovo governo tecnico, Renzi ha commentato ironico: «Magari per l’Italia è meglio, ma io l'ultimo governo tecnico che ricordo ha alzato le tasse».
Renzi: governo tecnico non farebbe interessi Italia
Insomma per Renzi l’esito del referendum avrà ripercussioni non solo sul fronte interno ma anche sulla credibilità internzionale del Paese. «Il 2017 è un anno cruciale per l’Europa - ha spiegato il premier - Sull'immigrazione e sulla politica economica così non si va avanti. E l’Italia deve avere un governo solido e stabile», non un «governo tecnico che dice «ce lo chiede l'Europa” perché a mio giudizio non fa l'interesse dell’Italia».
«Giù Iva o Irpef nel 2017»
In caso vittoria del Sì «bisognerà ascoltare le forze sociali per capire dove intervenire» ha detto Renzi, aggiungendo che «bisogna ridurre le tasse» e «bisogna decidere se intervenire sull’Iva o sull'Irpef», con una preferenza personale per la seconda ipotesi («Secondo me meglio intervenire sull’Irpef ma si può ragionare»).
«Tavolo Cav? Lo faccia con Grillo e D'Alema»
Confermata l’indisponibilità a guidare un governo di larghe intese in caso di vittoria del No. «Nel fronte del No, vedo un sistema che tiene insieme cinque ex presidenti del Consiglio: Monti, De Mita,Dini, D’Alema e Berlusconi. Li riconosci dalla quantità di pensioni. Berlusconi dice; “il giorno dopo ci sediamo al tavolo con Renzi”. Ma il giorno dopo ci trova Grillo e Massimo D’Alema, non il sottoscritto» ha avvisato il premier, che ha argomentato: «Se c'è uno che può stare a vivacchiare quello non sono io. Se bisogna continuare con la logica della palude e delle sabbie mobili, ci vadano altri a governare. Quando toccherà lasciare Palazzo Chigi, passerò la campanella con un sorriso e con un abbraccio, non con il broncio» . E ha incalzato: «Se la riforma se l'avessi fatta io l’avrei fatta oggettivamente diversa rispetto al compromesso trovato», magari «con qualche sindaco in più».
«In ultimi 7 giorni campagna elettorale noi abbasseremo toni»
Poi ha assicurato l’impegno ad abbassare i toni della campagna elettorale. «Posso assicurare che da parte nostra negli ultimi 7 giorni di campagna elettorale è interesse abbassare totalmente i toni dello scontro. È giusto ma abbiamo anche tutto da guardagnarci», ha concluso Renzi.
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