«Il no deve vincere con una grande differenza e vincerà con una grande differenza», ha detto il leader del M5s, Beppe Grillo, a Roma, per la manifestazione per il “no” al referendum. Alla Bocca della verità è stato allestito un palco. «La Costituzione - ha detto il leader del M5S - è stata fatta negli anni Cinquanta quando c’era un laureato ogni centomila persone e il quoziente dell'istruzione era molto basso. Era fatta in modo tale che si potesse capire, ogni articolo era sotto le venti parole così era fruibile da una mente normale. Ora è diventato un supporto di un impianto legislativo incomprensibile». Ultimi fuochi della campagna referendaria dei due schieramenti prima del voto del 4 dicembre.
Grillo cade al corteo
Le buche nelle strade di Roma hanno colpito ancora. Questa volta a farne le spese è stato Beppe Grillo, il leader del Movimento 5 Stelle, che durante il corteo
dei pentastellati per il no al referendum è scivolato su un tratto di via Ostiense evidentemente dissestato ed è caduto per terra. Il comico genovese dopo essersi rimesso in piedi ha scherzato: «Chi è stato? C'è qualche infiltrato? Ste c...di
buche! Le buche nelle strade le vogliamo mettere a posto? Chi è che le deve mettere a posto?». A distanza risponde la sindaca di Roma, Virginia Raggi (M5S): «Ci sono gli appalti che abbiamo avviato e i tempi necessari. Bisognerebbe capire perché» sulle strade dissestate di Roma «non sono intervenuti prima».
Renzi: andare avanti, non tornare nella palude
«Non si può rischiare il salto nel vuoto. Bisogna andare avanti, non tornare nella palude. Se vince il Sì saremo il Paese più forte», ha dichiarato il premier Matteo Renzi a un'iniziativa per il Sì a Savona. «Questa riforma è come se tu dovessi chiedere un passaggio in auto da Roma ad Aosta. Si ferma uno che ti offre il passaggio fino a Torino e tu che fai? Dici o Aosta o niente? Va bene, ma allora resti fermo a Roma. Se invece prendi il passaggio fino a Torino, poi dell'ultimo pezzo fino ad Aosta discuti dopo», ha detto il presidente del Consiglio per sostenere le ragioni del Sì al referendum costituzionale.
Berlusconi (Fi): se vince il “no” pronto a tavolo per cambio
«Se vince il “no” si aprirebbe uno spazio per sedersi tutti a un tavolo e cambiare insieme la legge elettorale e questa riforma costituzionale», ha detto Silvio Berlusconi a 'Settegiorni' di 'Radio Parlamento' tornando a parlare della necessità di un tavolo con Matteo Renzi per cambiare l’Italicum in caso di sconfitta del “sì” al referendum.
Vicari (Ap): votare sì rimuove i macigni da Paese ingolfato
Per il sottosegretario ai Trasporti Simona Vicari (Area Popolare), a palermo per la manifestazione organizzata da Ap, bisogna votare”sì” per «rimuovere due macigni al piede dell’Italia come il conflitto tra il nostro Stato e le regioni e per eliminare il bicameralismo perfetto, unico nel mondo».
Salvini (Lega): un no apre la via al futuro
Per il segretario federale della Lega Nord, Matteo Salvini, il 4 dicembre « un no che apre la via per il futuro perché la riforma riporterebbe tutti i quattrini nelle casse dello Stato centrale e della Commissione di Bruxelles che, ad esempio, con la direttiva Bolkestein dall’anno prossima rischia di far sparire tutti i mercati ambulanti».
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