«Se vincesse il si' sarebbe meglio andare in un altro Paese, perché verrebbe meno la democrazia», visto che la riforma Boschi-Renzi «creerebbe una dittatura, un vero e proprio regime». L’annuncio che spiazza porta la firma di Silvio Berlusconi ospite di “Porta a Porta” a tre giorni dal referendum costituzionale del 4 dicembre. Per il leader di Forza Italia con la riforma Renzi «il Pd avrà sempre una maggioranza dentro il Senato, perché la nomina dei senatori è attribuita alle Regioni e 17 su 20 sono governate dalla sinistra. E quindi anche se il centrodestra vincesse le elezioni non potrebbe governare».
Prioritario modificare l’Italicum
La priorità di Berlusconi è chiara: cambiare l’Italicum, la nuova legge elettorale che ha preso il posto del Mattarellum, perchè «potrebbe consegnare a un'esigua minoranza il governo del Paese, una cosa assolutamente contraria alla democrazia. Il padrone del Partito democratico sarebbe padrone del governo, della Camera dei deputati, del Senato e anche padrone dell'elezione del prossimo capo dello Stato e della Corte costituzionale». Insomma, un «regime» vero e proprio, cui Berlusconi non intende rassegnarsi.
Sul dopo voto: «Quello di Renzi è già un governo tecnico»
Dall’ex Cavaliere arriva anche un no esplicito all’ipotesi di un governo tecnico per il dopo voto. Quello attuale, spiega, «è già un governo tecnico, non è stato votato dagli italiani, è un governo di palazzo e Renzi è un tecnico portato al governo». In ogni caso, ha proseguito l'ex premier, all'indomani del referendum, «dopo l'esperienza che abbiamo avuto con il governo Monti non credo sia il caso di tornare ad un governo tecnico. Immagino che il Pd vorra' continuare a governare con un governo politico».
“Lunedì si comincerà a cambiare davvero. Archiviata questa cattiva riforma si aprirà una nuova stagione politica in cui verrà rispettata la volontà degli italiani”
Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia
Il suo 5 dicembre, assicura poi l’ex premier «sarà ottimo: lunedì si comincerà a cambiare davvero. Archiviata questa cattiva riforma si aprirà una nuova stagione politica in cui verrà rispettata la volontà degli italiani».
Sì a nuovo patto del Nazareno
Nonostante l’attacco al premier, l’ex Cavaliere sarebbe pronto a tornare al tavolo del confronto politico con Renzi e a firmare un nuovo patto del Nazareno con Matteo Renzi «con condizioni molto, molto chiare all'inizio». Tra queste, l’impegno a individuare le modalità per introdurrre nel nostro ordinamento l’elezione diretta del presidente della Repubblica, e l’abbassamento a 450 del numero dei parlamentari, oltre al vincolo di mandato e ad un tetto massimo alla pressione fiscale.
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