Italia

Dall’Italicum al Mattarellum, rischio impasse

  • Abbonati
  • Accedi
dopo il referendum

Dall’Italicum al Mattarellum, rischio impasse

(Ansa)
(Ansa)

La partita politica determinata dal risultato del referendum si giocherà sulla legge elettorale. E per averne la conferma basta leggere le dichiarazioni dettate dai leader delle varie forze politiche. Beppe Grillo arriva addirittura a rilanciare l’Italicum, chiedendone l’estensione anche al Senato. Un vera e propria inversione di marcia per chi fino a ieri aveva definito il sistema elettorale voluto da Matteo Renzi «peggiore della legge fascista Acerbo» e soltanto l’estate scorsa, come M5s, ha presentato alla Camera una proposta di legge proporzionale. Ma l’obiettivo di tornare rapidamente davanti alle urne e soprattutto di avere un sistema elettorale che, come l’Italicum, renda più facile la conquista di Palazzo Chigi e la formazione di un governo senza alleati, supera qualunque contraddizione.

Come il M5s anche la Lega tifa per il ritorno al voto in tempi rapidi. Matteo Salvini preferirebbe arrivarci con una legge che preveda i collegi uninominali, una sorta di nuovo Mattarellum. Una posizione a prima vista paradossale, visto che a cancellare il Mattarellum fu il Porcellum, ovvero la legge che ebbe nel leghista Roberto Calderoli il suo “padre putativo”.

Anche Berlusconi strada facendo ha avuto dei ripensamenti. Il Cavaliere, fautore del bipolarismo e della trasparenza nella scelta del premier da parte degli elettori, oggi tifa apertamente per un sistema proporzionale sia pure rafforzato da soglie di sbarramento e da un piccolo premio di maggioranza. Un sistema che il suo alleato Salvini ha già ribattezzato per «l’inciucio» in quanto apre alla possibilità di una coalizione di larghe intese.

Non da meno è il Pd che anzitutto deve fare i conti con le divisioni interne. La minoranza dem è da sempre contraria all’Italicum, tant’è che ha motivato il suo No alla riforma costituzionale proprio per il combinato disposto con la nuova legge elettorale. Renzi durante la campagna referendaria aveva dato in più occasioni ampia disponibilità a una “revisione” dell’Italicum, includendo tra i punti da modificare anche il ballottaggio. Il risultato di domenica però è destinato a rimescolare le carte. Molto dipenderà dalle scelte che il Pd assumerà a partire dalla direzione di domani al Nazareno. Al momento non c’è una proposta chiara sulla legge elettorale, se non quella depositata dalla minoranza bersaniana che prevede un ritorno ai collegi (è stata infatti ribattezzata Mattarellum 2.0) e un premio di maggioranza alla coalizione. L’accordo sul sistema di voto nel partito di Renzi sarà anche il banco di prova sulla tenuta del Pd così come oggi lo conosciamo.

A spianare la strada alla nuova legge elettorale potrebbe però essere la Corte costituzionale, la quale è chiamata a pronunciarsi sull’Italicum. La decisione, prevista inizialmente a ottobre, è slittata causa referendum. Da Palazzo della Consulta non sono ancora arrivate indicazioni ufficiali su quando verrà calendarizzata l’udienza, ma secondo alcuni boatos parlamentari il verdetto è previsto non prima di febbraio. L’esame della Corte si concentrerà in particolare sul premio di maggioranza, il ballottaggio e le candidature plurime. I primi due sono di fatto i pilastri dell’Italicum ed è evidente che la pronuncia favorevole o contraria della Consulta non potrebbe essere ignorata dal Parlamento.

© Riproduzione riservata