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La Consulta replica alle accuse: su Italicum data fissata da procedura

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l’udienza il 24 gennaio

La Consulta replica alle accuse: su Italicum data fissata da procedura

Palazzo della Consulta
Palazzo della Consulta

La Corte costituzionale ha fissato ieri per l'udienza del 24 gennaio 2017 la discussione sulle eccezioni di costituzionalità sollevate sulla legge elettorale Italicum. Lo ha comunicato la Consulta con una nota. E oggi con un'ulteriore comunicazione, la Corte risponde alle accuse sul rinvio giudicato «grave» da più parti e precisa che la data è fissata dalla procedura.

Scelta dettata da regole
La scelta di una data anteriore rispetto a quella fissata del 24 gennaio per la trattazione delle questioni relative alla legge elettorale «avrebbe privato le parti dei termini dei quali dispongono per legge, allo scopo di costituirsi in giudizio e presentare memorie». Lo spiega la Consulta nella nota di chiarimento diffusa oggi, nella quale sottolinea che la Corte Costituzionale«opera secondo le regole degli organi giurisdizionali».

Risposta alle polemiche
Così la Corte risponde alle polemiche sul rinvio sollevate dal leader della Lega, Matteo Salvini - «se avessimo una Corte costituzionale normale, in un Paese normale - ha detto - non ci metterebbe altri due mesi a partorire la sentenza su una legge che è evidentemente sbagliata» - ma anche da Giorgia Meloni di Fdi, per la quale «è impensabile attendere la Consulta per decidere di tornare alle urne e condividere una legge elettorale. Gli Italiani pretendono rispetto e chi li
rappresenta a così alto livello deve dimostrare di averlo». Ma anche il presidente della commissione Affari costituzionali della Camera, Andrea Mazziotti, aveva espresso ieri l'auspicio che la Corte Costituzionale potesse pronunciarsi sull'Italicum «nei tempi più rapidi possibili».

Sotto la lente i punti cruciali dell’Italicum
La Consulta è chiamata ad esaminare i punti cruciali dell’Italicum: dall’attribuzione dei seggi, al premio di maggioranza, all’ipotesi di ballottaggio, ai capilista bloccati. A trasmettere gli atti alla Corte affinché vagli la legittimità dell'Italicum, sono stati, sinora, quattro tribunali (Messina, Torino, Genova e Perugia).

Udienza inizialmente fissata al 4 ottobre
L’udienza sull’Italicum era stata inizialmente fissata per il 4 ottobre, in quanto si riteneva che si svolgesse prima il referendum costituzionale. Poi lo slittamento della consultazione popolare aveva indotto il presidente Grossi a disporre il rinvio dell'udienza per attendere l'esito del referendum sulle riforme.

I fattori che hanno pesato nel rinvio
Nel rinvio della Consulta hanno pesato in particolare due fattori: da una parte il rischio “interferenza”, dall’altro il fatto che prima del risultato del referendum costituzionale non si sapeva quale sarebbe stato il sistema elettorale del Senato. Sistema che sarebbe cambiato notevolmente con la vittorio dal sì.

Dopo legge di bilancio e dl terremoto, il Parlamento deve intervenire sull’Italicum
La priorità per il Parlamento è ora l’approvazione della legge di bilancio e del decreto terremoto. Ma è necessario anche mettere mano alla riforma dell'Italicum e coordinare le leggi elettorali di Camera e Senato».

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