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Governo, Renzi: non decido io ma tutti i partiti. Il Pd non ha…

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il pd e il governo

Governo, Renzi: non decido io ma tutti i partiti. Il Pd non ha paura del voto

«Adesso si apre la crisi». Inizia a parlare davanti al parlamentino del Partito democratico poco dopo le 18 Matteo Renzi nel giorno delle dimissioni al Quirinale e della resa dei conti interna ai dem.  Resa dei conti rinviata poiché nella direzione Pd parla solo il segretario. Non è questo il momento delle critiche o dell’autocritica. Per circa mezz’ora si limita ad annunciare la sua linea, la sua posizione. Insomma niente “dibattito”in quella sede, una scelta che ha sollevato parecchi malumori interni. E «niente bronci o vittimismi» rimarca. «Alzo anche io un calice, festeggiando questo momento - dice Renzi - quando vieni indicato e designato e hai la fortuna di poter governare il Paese più bello del mondo non hai mai diritto di mettere il broncio. Chi fa politica indossando il broncio o vittimismi fa un danno a se stesso. Io vorrei sorridere alla gratitudine nei vostri confronti».

E poi il segretario dem rilancia: «Noi non abbiamo paura di niente e nessuno - spiega illustrando le due alternative sul dopo Renzi - se gli altri vogliono andare a votare, dopo la sentenza della Consulta, lo dicano perché qui si tratta tutti di assumersi la responsabilità. Il Pd non ha paura della democrazia e dei voti». E rimarca il ruolo e il peso del partito democratico: «dobbiamo dare una mano al presidente della Repubblica nelle forme e della modalità che i partiti indicheranno». Insomma l’ultima parola non sarà dell’ex premier. «Non sono io a decidere, tocca ai gruppi parlamentari: elezioni subito dopo la Consulta con l'Italicum modificato dalla Corte, o un governo di tutti» ha detto richiamando alla reponsabilità tutte le forze politiche. Un voto quindi che arriverebbe presto, subito dopo il pronunciamento sull'Italicum della Corte Costituzionale, la cui seduta e' prevista a partire dal 24 gennaio.

«Tutti siamo consapevoli della rilevanza di questo momento. C'è un passaggio interno da fare che sarà molto duro nella chiarezza che deve contraddistinguere un grande partito democratico e che dovrà arrivare dopo aver affrontato la crisi di governo» chiarisce Renzi in direzione ribadendo: «Il popolo e' sovrano, mi assumo tutte le responsabilita'» sull'esito del referendum.

Al Colle vicesegretario-capigruppo-presidente Pd
In attesa di conoscere le decisioni del Presidente della Repubblica, il segretario convoca la direzione in modo permanente, aggiornandone i lavori a dopo le consultazioni. «Propongo che ci sia una delegazione al Quirinale composta da uno dei due vicesegretari, Guerini, dal presidente» Matteo Orfini «e dai due capigruppo» Ettore Rosato e Luigi Zanda dice Renzi alla direzione Pd, facendo
intendere che non farà parte della delegazione. «Propongo che la direzione sia convocata in modo permanente per consentire alla delegazione di venire a riferire quando vi saranno elementi di novità».

Perché, osserva, il Pd non può essere solo. «Se vogliono un nuovo Governo che affronti la Legge elettorale e gli impegni del 2017, il Pd e' consapevole della propria responsabilita' - chiarisce - ma non puo' essere il solo perche' abbiamo gia' pagato il prezzo della solitudine della responsabilità. Anche gli altri devono caricarsi il peso, almeno in parte». Ricorda e rivendica l’azione del suo esecutivo:«Meno tasse e più diritti. Questa è l'impronta che noi abbiamo dato, è un disegno organico» e «vorrei che il Pd fosse consapevole e orgoglioso di questo».

Cammino Pd in Italia e in Ue non si ferma qui
«Il cammino del Pd in Italia e in Europa non si ferma qui» ha detto Renzi chiudendo la sua relazione alla direzione del partito prima di andare al Quirinale per dimettersi. «Propongo che la direzione sia convocata in modo permanente e costante. Insieme diciamo Viva l'Italia». Nessun voto di potere nel frattempo «rimaniamo in carica - ha assicurato - per l'ordinaria amministrazione, intanto domani torno a casa per festeggiare gli 86 anni della mia nonna più giovane» scherza qualche minuto prima di raggiungere il Colle.

Poco prima dell’avvio della direzione del Pd, il premier Matteo Renzi aveva affidato alla Enews la sua linea sulla soluzione della crisi.

«Troveremo un modo per non disperdere la bellezza di quello che avete fatto - scrive Renzi sulla Enews - Di quello che siete. Ci sono milioni e milioni di italiani che credono a un altro modello di politica». La legislatura aveva rilanciato il premier può andare avanti ma «i gruppi parlamentari dovranno indicare la propria disponibilita' a sostenere un nuovo Governo che affronti la legge elettorale» ha sottolineato Renzi.

Renzi, io mi dimetto, non decido io ma partiti

«Cosa accadra'? Stasera alle 19 formalizzo le mie dimissioni. Il Presidente della Repubblica fara' le consultazioni. Tocchera' ai gruppi parlamentari decidere che cosa». Insomma poco prima della direzione del partito aveva puntualizzato: «non sono io a decidere ma devono essere i partiti - il punto non è cosa vuole il presidente uscente, ma cosa propone il Parlamento» ha scritto Renzi.

Governo: Renzi, lascio o raddoppio? Finisco bene lavoro
«In queste ore - ha spiegato Renzi - molti mi attribuiscono parole, intenzioni, risentimenti, lacrime, rabbia. Voglia di mollare o voglia di rivincita, il tutto virgolettato, senza citare alcuna fonte come ormai va di moda. «Da parte mia sorrido e penso a finire bene il mio lavoro. Oggi per esempio abbiamo approvato la Legge di Bilancio 2017. Ed e' una bella legge di Bilancio».

Renzi, non disperderemo fiducia milioni italiani

E poi assicura: «Troveremo un modo per non disperdere la bellezza di quello che avete fatto. Di quello che siete. Ci sono milioni e milioni di italiani che credono a un altro modello di politica. Li abbiamo visti alle Europee, li abbiamo visti al Referendum, li vedremo anche in futuro. Ora però un passo alla volta e soprattutto: si può perdere un referendum, ma non il buonumore, mai! È già tempo di rimettersi in cammino» . Un riferimento agli oltre 13 mln di voti raccolti ma «insufficienti a farci vincere».

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