Gli occhi della politica dopo il risultato del referendum costituzionale e la crisi di governo che si è aperta con le dimissioni di Matteo Renzi, sono tutti puntati sulla legge elettorale. Le opposizioni, a partire da M5s e Lega, puntano su un immediato ritorno al voto. Anche il Pd, per voce di Renzi nella sua veste di segretario, «non ha paura che si voti» subito. E favorevole a un ritorno al voto immediato è anche Ncd. Ma diverse sono le ricette sulla legge elettorale da utilizzare per tornare alle urne.
L’attesa per la sentenza della Consulta
A spianare la strada alla nuova legge elettorale sarà però la Corte costituzionale, la quale si pronuncerà il 24 gennaio sulla costituzionalità dell’Italicum. L’esame della Corte si concentrerà in particolare sul premio di maggioranza, il ballottaggio e le candidature plurime. I primi due sono di fatto i pilastri dell’Italicum ed è evidente che la pronuncia favorevole o contraria della Consulta, inevitabilmente, sarà il punto di riferimento per il confronto parlamentare. Ma Ugo De Siervo, presidente emerito della Corte Costituzionale, oggi ha specificato che «ci si attende dalla Corte Costituzionale qualcosa che esula dai suoi compiti e poteri» perché «si pretenderebbe che la Consulta riscrivesse l’Italicum». Ma la Corte «è un organo di giustizia che può intervenire soltanto se constata gravi vizi di incostituzionalità». E perciò «può eliminare alcuni aspetti, ma non riscrivere l'Italicum, oltretutto coordinando due sistemi legislativi che, fra Camera e Senato, sono molto diversi fra loro». A questo scopo, «l’organo naturalmente più idoneo a operare resta il Parlamento».
Lega favorevole all’uninominale
Matteo Salvini preferirebbe arrivare a nuove elezioni con una legge che preveda i collegi uninominali, una sorta di nuovo Mattarellum. Una posizione a prima vista paradossale, visto che a cancellare il Mattarellum fu il Porcellum, ovvero la legge che ebbe nel leghista Roberto Calderoli il suo “padre putativo”. Ma ha anche specificato di voler andare subito alle elezioni con qualunque legge elettorale.
M5s per estensione Italicum al Senato
Il M5s, che ha elaborato la sua proposta di legge elettorale deniminata “Democratellum” (di stampo proporzionale, ndr) è arrivato addirittura a rilanciare l’Italicum, chiedendone l’estensione anche al Senato. Un’inversione di marcia per chi fino a ieri aveva definito il sistema elettorale voluto da Matteo Renzi «peggiore della legge fascista Acerbo». Ma l'obiettivo di tornare rapidamente davanti alle urne e soprattutto di avere un sistema elettorale che, come l'Italicum, renda più facile la conquista di Palazzo Chigi e la formazione di un governo senza alleati, supera qualunque contraddizione.
Berlusconi tifa per il proporzionale
Berlusconi, fautore del bipolarismo e della trasparenza nella scelta del premier da parte degli elettori, ha avuto i suoi ripensamenti. Oggi tifa apertamente per un sistema proporzionale sia pure rafforzato da soglie di sbarramento al 5% e da un piccolo premio di maggioranza. Un sistema che il suo alleato Salvini ha già ribattezzato per «l'inciucio» in quanto apre alla possibilità di una coalizione di larghe intese. Favorevoli a un ritorno al proporzionale. E Berlusconi sa bene che dare il via libera ad un governo con i voti di Forza Italia metterebbe la parola fine sull'alleanza con Lega e Fratelli d'Italia. Di qui un certo attendismo.
La bozza di testo della Commissione Pd
A fare la prima mossa però non potrà che essere il Pd, visto che il partito di Matteo Renzi alla Camera ha quasi il 50% dei deputati. Renzi aveva già dato la sua disponibilità a modificare l'Italicum. Nell'accordo intervenuto nelle scorse settimane con una parte della minoranza guidata da Gianni Cuperlo, non era stato escluso un passo indietro neppure sul ballottaggio, purché fosse garantita dal nuovo sistema elettorale la governabilità. Molto probabile - come già prevedeva la bozza di testo della Commissione Pd - che si eliminino i 100 capilista bloccati. Inoltre, l’ipotesi è che si modifichi anche il premio di maggioranza, attribuendolo non più al singolo partito ma alla coalizione.
Il Mattarellum 2.0
Al momento non c'è una proposta chiara sulla legge elettorale, se non quella depositata dalla minoranza bersaniana che prevede un ritorno ai collegi (è stata infatti ribattezzata Mattarellum 2.0) e un premio di maggioranza alla coalizione: 475 deputati saranno eletti in collegi uninominali, 12 all’estero con il proporzionale, mentre dei restanti 143 seggi 90 andranno alla lista o coalizione che prende più voti, 30 alla seconda, 23 proporzionalmente ripartiti tra quelle che superino lo sbarramento del 2 per cento con meno di 20 eletti nei collegi uninominali. Si prevede, inoltre, un premio di governabilità, in base al quale chi vince non potrà superare i 350 seggi mentre il pacchetto di 90 e 30 sarà composto dai “migliori perdenti”. L’Italikos è invece la proposta dei Giovani turchi del Pd, un mix tra l’Italicum e il modello elettorale greco (da qui il nome scelto dai proponenti). La principale novità è che scompare il ballottaggio, ma resta l'impianto di fondo dell'Italicum. Viene introdotto un premio di governabilità alla prima lista che superi la soglia del 20% dei voti.
Centristi per il proporzionale
Sulla legge elettorale è stata depositata una proposta che punta all’introduzione «di un proporzionale a turno unico con premio alle coalizioni». Ncd è contrario a soglie di sbarramento troppo alte.
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