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Seconda giornata di consultazioni al via, al Colle Fdi e Lega

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crisi di governo

Seconda giornata di consultazioni al via, al Colle Fdi e Lega

Con la Lega si è conclusa la seconda giornata di consultazioni al Quirinale del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dopo le dimissioni del premier Matteo Renzi e l’apertura della crisi di governo. La sessione pomeridiana allo Studio alla Vetrata è stata aperta alle 16 dalla delegazione di Fdi, guidata da Giorgia Meloni. Ultima è stata la delegazione della Lega, guidata non dal segretario Matteo Salvini ma dal vicesegretario Giancarlo Giorgetti. La Lega ha detto che vuole votare subito e ha chiesto a Berlusconi di non aprire a un eventuale governo Gentiloni. Al Quirinale, in mattinata, a partire dalle 10, sono saliti esponenti dei gruppi misti di Camera e Senato. Dieci colloqui dai quali è emersa una disponibilità ad appoggiare un nuovo governo. Domani tocca agli altri, dal Pd al M5S a Forza Italia, passando da Ncd ai verdiniani di Ala. Obiettivo del presidente Sergio Mattarella è chiudere la partita più in fretta possibile. L’incarico potrebbe arrivare anche domenica, al massimo lunedì. Ieri il primo a incontrare Mattarella è stato il presidente del Senato, Pietro Grasso, seguito dalla presidente della Camera, Laura Boldrini, e dal presidente emerito Giorgio Napolitano.

Giorgetti (Lega): al voto il prima possibile
«Il popolo vuole votare e non gradisce Renzi presidente del Consiglio. Si deve andare al voto il prima possibile», ha detto Giancarlo Giorgetti della Lega, subito dopo il colloquio con il capo dello Stato, sottolineando che «questa è la posizione che emerge dal referendum». Non ci interessano «governi di scopo, tavoli tecnici o altri pretesti per allungare un governo Renzi che il popolo ha bocciato con il referendum. Nessun compromesso, nessuna discussione dilatoria su ipotetiche leggi elettorali. Subito al voto altrimenti scendiamo in piazza il 17 e 18 dicembre prossimi». E ha chiesto a Berlusconi di non sostenere un eventuale governo Gentiloni («Suggerisco a Berlusconi di non compiere passi del genere»).

Meloni: al voto entro marzo
«La road map di Fratelli d’Italia è fare una legge elettorale in pochissimi giorni, entro la fine dell’anno», senza sostenere alcun governo. Quindi «scioglimento a gennaio e voto entro marzo». Questa la proposta della leader di Fdi, Giorgia Meloni al termine delle consultazioni al Quirinale. «Riteniamo - ha aggiunto Meloni - che l’unico modo per rispettare quanto ampiamente emerso dal referendum sia mettere l’Italia nelle condizioni di avere prima possibile un governo scelto dagli italiani e non frutto delle manovre di Palazzo. Non siamo disponibili a sostenere il quarto governo di fila che arriva senza libere elezioni». Di qui la necessità di «un governo con data certa». Altrimenti, «chiameremo il popolo alla mobilitazione, e il 22 gennaio siamo pronti a scendere in piazza», perché «il rischio di un governo che arrivi alla fine della legislatura è sotto gli occhi di tutti».

Pisicchio: no a governi a termine né di scopo
Un governo senza aggettivi è stata la proposta oggi del presidente dei deputati del gruppo Misto, Pino Pisicchio: «Né a termine, né di scopo («Un governo è un governo. Basta che ottiene la fiducia delle Camere»).

Formisano: Mattarella vuole risolvere in tempi rapidi la crisi
Mattarella, ha confermato Nello Formisano, deputato della componente Ppa-Moderati del gruppo Misto alla Camera, «ha la volontà di risolvere in tempi rapidi la crisi» lavorando «nella direzione di una maggioranza più ampia possibile».

Tosi: larghe intese la soluzione
Anche se l’impressione dell’ex leghista Flavio Tosi, salito al Colle in rappresentanza di Fare!, è che «l’ipotesi di un governo di larghe intese come auspicato da Silvio Berlusconi si allontani anche se sarebbe quella migliore per svelenire il clima». L’altra ipotesi, ha sottolineato il sindaco di Verona, «è quella di un governo che affronti la legge elettorale e poco altro. Il profilo del nuovo premier sarà scelto e proposto da Mattarella d'intesa con il segretario del Pd Renzi e la scelta non può che ricadere su una figura di alto profilo internazionale anche per le partite complesse che si trova a gestire l'Italia».

Nencini: governo di scopo o di responsabilità corale
Di figura di alto profilo internazionale parla anche Riccardo Nencini, al Colle in rappresentanza del Psi, non escludendo però nemmeno un reincarico a Renzi. «Abbiamo consegnato al Capo dello Stato più soluzioni prediligendo un governo di scopo e di responsabilità corale», ha detto Nencini.

Buttiglione (Udc): non è possibile andare subito al voto
Anche Rocco Buttiglione (Udc), dopo l'incontro con Mattarella, ha spiegato che è «difficile» mettere insieme un «governo istituzionale», ma che non è possibile «andare subito al voto perché questo consegnerebbe un Parlamento ingovernabile».

Dellai: transizione responsabile al voto
Per il presidente del gruppo parlamentare Democrazia solidale-Centro democratico, Lorenzo Dellai, che ha guidato la delegazione, «i governi non sono come gli yogurt che portano impressa una scadenza». Dellai ha auspicato «una transizione responsabile al voto dei cittadini che non si faccia prendere dalla frenesia di chi dice 'al voto al voto'. Serve un governo che sia nella pienezza delle sue funzioni».

Ferrara: appoggio a soluzioni del capo dello Stato
«Siamo pronti ad appoggiare le soluzioni prospettate dal presidente della Repubblica», ha detto il senatore Mario Ferrara del gruppo parlamentare Gal di palazzo Madama. Ha dichiarato di aver «indicato a Mattarella la necessità che l’Italia abbia una nuova legge elettorale, che garantisca equilibrio, omogeneità e consenta il voto diretto al cittadino, come sempre avvenuto dal 1948 al 2006».

Monchiero: governo allargando i confini della maggioranza
Giovanni Monchiero
(Civici e Innovatori), ha dichiarato dopo il colloquio con il capo dello Stato che non si può« andare al voto con una legge elettorale qualsiasi», ma ci vuole una legge pensata, concordata, fatta dal Parlamento. Monchiero ha chiesto che la legge venga ultimata «nel più breve tempo possibile». Per lui «serve un governo con una guida politica responsabile e autorevole», la cui maggioranza «può benissimo avere i confini allargati» rispetto alla attuale.

Zeller: sì a un governo istituzionale o di scopo
Poi è stata la volta di Karl Zeller del gruppo Autonomie del Senato: «La situazione attuale - ha detto - non consente di andare subito alle elezioni. La legge elettorale attuale non è applicabile. Il Parlamento non può farsi sostituire dalla Consulta. Allo stato le camere non possono essere sciolte». Per Zeller «tutti i partiti dovrebbero mettere al centro gli interessi del Paese e non quelli particolari e cercare una maggioranza più ampia di quella esistente per fare una legge elettorale. Sosterremo ogni nuovo governo che lavori in questa direzione», «istituzionale o di scopo, che consenta al Paese di non rimanere senza esecutivo per i prossimi mesi».

Fitto: il perimetro del governo non ci riguarda
Subito dopo è stato ricevuto Raffaele Fitto, a capo della delegazione dei Conservatori e riformisti, che ha espresso «molta fiducia» nel capo dello Stato. Fitto ha detto sì a una nuova legge elettorale, evitando «ritorni al passato» con un sistema proporzionale, ma garantendo «sistemi decidenti». In ogni caso il «perimetro del governo a noi non ci riguarda, riguarda chi lo ha gestito finora. Non possiamo e non potremo far parte di un governo che abbia una maggioranza politica a cui ci siamo opposti» .

Colle punta a chiudere subito
Il capo dello Stato sembra determinato a chiudere in fretta, nella consapevolezza del fatto che il Pd rimane il partito di maggioranza e che non si può non tenere conto di quello che dirà al Quirinale sabato prossimo. Renzi, che ieri è tornato in famiglia dalla sua Pontassieve controlla a distanza. La prima opzione del Colle resta un reincarico allo stesso premier, che però ha fatto capire di essere indisponibile, a meno che le opposizioni (o almeno una parte di esse) si dichiarino disponibili a entrare in un governo di responsabilità nazionale. L’alternativa per il premier è andare alle urne, subito dopo la sentenza della Consulta sull’Italicum, prevista il 24 gennaio.

Renzi: massima disponibilità per risolvere situazione
«Ho promesso al presidente Mattarella, con cui i rapporti non sono buoni ma perfetti, il massimo supporto e la massima disponibilità per risolvere questa brutta situazione e superare la crisi» ha affermato il presidente del Consiglio dimissionario, Matteo Renzi, conversando con 'Il Messaggero'. Renzi ha aggiunto «Ormai sono una sfinge, mi sono tolto di mezzo e aspetto di vedere cosa succede. Avete visto in quale palude ci siamo cacciati con il No al referendum? Crisi, inciuci, trame e governi balneari».

Orfini (Pd): legislatura finita
Al di là delle dichiarazioni ufficiali nelle file dei Dem la tensione è alta. La minoranza del partito infatti non fa mistero di puntare a un governo a guida Pd che duri fino alla fine della legislatura. Non la pensa così il presidente del Pd Matteo Orfini, che a Repubblica ha dichiarato: «Questa legislatura nasce con l’impegno solenne a fare riforme e legge elettorale. Così giustificammo maggioranze disomogenee. Il 4 dicembre questo film è finito. E questo porta alla fine della legislatura»

Berlusconi a Roma per fare il punto con i suoi
Le acque sono agitate anche dentro Forza Italia. Silvio Berlusconi è atteso a Roma per fare il punto con il vertice del suo partito alla vigilia dell'incontro con Mattarella previsto per sabato pomeriggio. Ufficialmente la linea del Cavaliere non cambia: una maggioranza c'è già in Parlamento - è il ragionamento - sta a loro esprimere un presidente del Consiglio. Forza Italia non è disponibile a dare sostegno a nessun governo ma a discutere sulle modifiche della legge elettorale assolutamente sì. Berlusconi ha rilanciato il proporzionale, con soglia di sbarramento intorno al 5% e un piccolo premio di maggioranza. Ma sa bene che dare il via libera a un governo con i voti di Forza Italia metterebbe la parola fine sull’alleanza con Lega e Fratelli d’Italia. Di qui l’attendismo.

M5s per il voto subito
Indisponibili a sostenere un nuovo esecutivo sono il resto dei partiti dell'opposizione anche se a far discutere è in particolare il Movimento Cinque Stelle. Il vice presidente della Camera Luigi Di Maio apre alla possibilità di andare al voto dopo la sentenza della Consulta con Renzi dimissionario a
palazzo Chigi.

Maroni: Salvini apra un tavolo con gli alleati
Il segretario della Lega Matteo Salvini ha ribadito anche ieri di voler andare subito alle elezioni con qualunque legge elettorale. Ma il governatore della Lombardia Roberto Maroni lo incalza: «La Lega deve prendere l'iniziativa.
Avviare un tavolo del centrodestra. Il momento è questo, dopo rischia di essere troppo tardi». Per Maroni si deve ripartire da un accordo nel centrodestra sulla legge elettorale e poi andare, rapidamente, a elezioni. Con un'alleanza, dice, più solida e «più attrezzata a rappresentare un'alternativa al Pd».

Lupi: reincarico per la legge elettorale
I centristi del Nuovo Centrodestra guidato da Angelino Alfano puntano al reincarico a Renzi per la nuova legge elettorale. «A noi sembra - spiega al Corriere della Sera il capogruppo di Ap Maurizio Lupi - che Renzi possa farsi carico di arrivare all’approvazione della legge elettorale e, dopo, verificare se è in grado di andare avanti anche per la gestione delle altre emergenze nazionali e internazionali». Sulla legge elettorale Lupi ricorda la proposta depositata « di un proporzionale a turno unico con premio alle coalizioni». Sulle possibili alleanze Lupi replica: «Non potremmo essere alleati di un Pd guidato da Bersani, Speranza o Pisapia né con un centrodestra trainato da Salvini e Meloni, questo è sicuro»

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