«Ci vorrà una generazione. Ma da qui a vent’anni gli Stati Uniti saranno a tutti gli effetti una potenza del calcio al pari di Germania, Gran Bretagna, Spagna e Italia».
Riccardo Silva è un osservatore privilegiato dell’evoluzione del Soccer. Insieme a Paolo Maldini nel 2015 ha fondato il Miami Football Club che disputa la Nasl (North American Soccer League), la seconda Divisione Usa.
La squadra è allenata da Alessandro Nesta. C’è molta Italia. Com’è andata la prima stagione?
Direi bene. Abbiamo sfiorato i play-off, dopo un inizio difficile, e abbiamo avuto tre match con oltre 10mila spettatori. Contiamo sul know-how del calcio italiano, ma adattandolo a un modo differente di vivere e organizzare questo sport.
La Major League Soccer è in forte espansione. A Miami manca ancora una franchigia. David Beckham non è ancora riuscito a realizzare il suo progetto. Magari potreste provare voi a fare il salto in prima divisione?
Beckham non ha trovato un socio e soprattutto non ha individuato ancora il luogo adatto per costruire lo stadio, un prerequisito per chi vuole entrare nella Mls. A Miami ci sono già tre stadi, due per il football americano e uno per il baseball, e nel tessuto cittadino è difficile ricavare lo spazio giusto. È un ostacolo per tutti. A parte il fatto poi che per aprire una franchigia Mls occorre pagare alla Lega almeno 100 milioni di dollari, noi immaginiamo un percorso di crescita diverso.
Vale a dire?
Attualmente negli Usa esistono tre leghe, Mls, Nasl e Usl, che si differenziano per gli standard strutturali, a cominciare da stadio e seguito di tifosi, richiesti per l’adesione. La Nasl dal prossimo anno perderà alcunen delle attuali 12 squadre, con Minnesota che ad esempio andrà nella Mls. La Usl ha una trentina di club, alcuni molto imporanti, come Cincinnati che ha una media spettatori di 25mila a partita. Ecco, io credo che nel giro di qualche anno, si potrà andare verso una fusione tra Nasl e Usl e soprattutto verso l’introduzione di un sistema di promozioni e retrocessioni tra queste Leghe e la Mls. Sistemi che di norma sono prescritti dalla stessa Fifa che ha derogato per gli Usa pur di far decollare il calcio. Ma tra qualche anno si potrebbe cambiare l’assetto di tornei.
Insieme ad Andrea Radrizzani, nel 2004, ha fondato Mp & Silva, tra i leader globali nell’intermediazione di diritti tv e media, che distribuisce, tra le altre cose, Nba, Nfl e la Serie A all’estero. Lo scorso maggio il 65% delle quote è stato rilevato da una cordata cinese per una valutazione complessiva di 1,4 miliardi di dollari. Come vanno le cose?
La cordata cinese è ben assortita sul piano industriale e finanziariamente solida. Everbright è il secondo gruppo di servizi finanziari cinese ed è controllato dal Governo, e Baofeng, è un’azienda di digital entertainment quotata alla Borsa di Shenzhen con una capitalizzazione di oltre due miliardi di dollari. Sport e entertainment sono il Dna dei nostri piani.
A proposito di cinesi e di calcio, in questi piani potrebbe esserci l’acquisto di una squadra in Europa?
Al momento no, ma in futuro non ci precludiamo nulla. Però stiamo lavorando ad altri progetti.
Prima dell’acquisizione cinese, Mp&Silva aveva avviato le consultazioni con club e Leghe per la creazione dell’Americas Champions League. Avete ancora in mente di realizzarla?
Sì, certo. Anzi, i nostri partner cinesi sono intenzionati a finanziare direttamente la competizione mettendo sul piatto qualche centinaio di milioni di dollari. Prima invece avevamo il problema di chiudere in anticipo i contratti con le tv per poter garantire i prize money ai club partecipanti. Entro la primavare del prossimo anno ci saranno perciò novità.
Sarà un torneo sul modello della Champions League Uefa?
No. Ci ispireremo alla vecchia Coppa dei Campioni con sfide a eliminazione diretta che riguarderanno 32 squadre. Dovendo coinvolgere squadre del Nordamerica, messicane e sudamericane questa ci pare la formula migliore per non intasare il calednario.
Quando dovrebbe debuttare questa nuova competizione?
Pensiamo al 2019 con uno svolgimento delle gare tra febbraio e novembre.
Ci saranno sfide di grande fascino e anche se il budget sarà inferiore a quello della Champions europea riteniamo che ci siano grandi margini di sviluppo.
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