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Incarico a Gentiloni, oggi la lista dei ministri

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verso il nuovo esecutivo

Incarico a Gentiloni, oggi la lista dei ministri

(Ansa)
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Quando il premier incarica Paolo Gentiloni si recherà a Palazzo Madama per la fiducia al nuovo governo, probabilmente mercoledì, avrà ben poco da temere: la maggioranza appare salda, come ha dimostrato anche l’ultima fiducia messa da Renzi sulla legge di bilancio che ha portato al governo dimissionario 173 sì. Una maggioranza che nel passaggio tra Renzi e Gentiloni, come ha certificato la giornata di ieri caratterizzata da consultazioni formali dei partiti alla Camera da parte del premier incaricato, ha ufficializzato l’ingresso del gruppo Ala-Sc. Gruppo di 18 senatori che, assieme ai 28 del Nuovo centrodestra, resta anche per il governo post-Renzi decisivo in Senato. E il contributo dei verdiniani di Ala potrebbe essere premiato con l’ingresso al governo di Marcello Pera, ex presidente del Senato forzista che ha appoggiato con convinzione la riforma Boschi schierandosi con Sì. Alternativa a Pera è Giuliano Urbani.

In ogni caso Gentiloni si muove con convinzione nella continuità del governo Renzi: si tratta di un esecutivo sì nel pieno delle sue funzioni, che avrà tra i suoi compiti come ha detto lo stesso premier incaricato quello di tentare l’accordo con le opposizioni sulla legge elettorale, ma comunque un governo che nasce a tempo. Appena saranno fissate le “regole del gioco” la legislatura potrà avviarsi alla fine. Ma senza precipitarsi, e in modo “ordinato”.

Continuità vuol dire anche la conferma della maggior parte dei ministri: da Padoan all’Economia a Orlando alla Giustizia, da Alfano agli Interni (anche se qualcuno ieri sera lo dava in pista per gli Esteri) a Martina all’Agricoltura. Ma ovviamente c’è almeno una casella sicura da riempire: quella lasciata vuota dallo stesso Gentiloni. Ed è una casella così delicata che i principali protagonisti della trattativa in corso, tutta interna al Pd, dicono che sarà l’ultima ad essere riempita. In campo resta ancora Piero Fassino, anche se ieri era dato in calo. A spuntarla potrebbe essere alla fine la soluzione interna, quella del segretario generale ambasciatrice Elisabetta Belloni, che ha dalla sua anche un ottimo rapporto con Gentiloni. Sullo sfondo si segnalano in pista anche nomi come quello del Pier Ferdinando Casini, presidente della commissione Esteri del Senato.

Nel caso in cui Giuliano Poletti dovesse lasciare il dicastero del Lavoro (in questo caso per motivi personali di salute) al suo posto dovrebbe essere promossa la viceministra allo Sviluppo Teresa Bellanova, che come ex dirigente della Cgil aiuterebbe anche il nuovo governo a mantenere aperta la porta del dialogo con i sindacati. Per la sostituzione di Poletti c’è anche l’ipotesi di Tommaso Nannicini. Abbastanza certa la sostituzione della ministra per l’Istruzione Stefania Giannini, che potrebbe essere sostituita dalla responsabile scuola del Pd Francesca Puglisi. Per l’istruzione si sta tentando di convincere anche Gianni Cuperlo a nome dell’opposizione interna al Pd, ma finora - sembra - senza successo. L’Istruzione è comunque la casella che infine potrebbe essere riempita dal rappresentante di Ala al governo.

La madrina della riforma costituzionale Maria Elena Boschi dovrebbe restare al governo come ministra per i Rapporti con il Parlamento, mentre delle altre sue deleghe quella delle riforme morirebbe (la soluzione del rebus legge elettorale sarà infatti demandata alla dialettica parlamentare) e quella delle Pari opportunità potrebbe essere affidata a Monica Cirinnà, la firmataria della legge sulle unioni civili tanto cara al leader del Pd Matteo Renzi. Ma c’è in campo anche l’ipotesi di una “staffetta”con il capogruppo Ettore Rosato, che andrebbe così al governo. La ministra della Salute Beatrice Lorenzin, data in uscita nei giorni scorsi, sembra che resista al suo posto anche per il no di Alfano ad una riduzione della compagine centrista nel governo. E anche Marianna Madia, che molti danno in forse, dovrebbe restare al suo posto.

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