L'Anac ritiene «configurabile il conflitto di interessi» per il caso che riguarda Raffaele Marra e la nomina del fratello alla direzione Turismo. Tale situazione, secondo l'Autorità, sussiste «sia nel caso in cui il dirigente abbia svolto un mero ruolo formale nella procedura, che nell'eventualità di una sua partecipazione diretta all'attività istruttoria». La delibera adottata dall'Autorità è stata trasmessa alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma.
Raggi consapevole del conflitto interessi
«La dichiarazione della sindaca sulla piena conoscenza, ab initio, della situazione di potenziale conflitto di interessi del dottor Raffaele Marra relativamente alla posizione del fratello Renato potrebbe far presupporre una precedente dichiarazione, in tal senso a lei resa, dal dottor Marra (Raffaele). In ogni caso dalla dichiarazione si ricava che la situazione di palese conflitto di interessi era conosciuta dalla sindaca». È parte del testo della delibera con cui l'Anac dichiara in conflitto di interessi la nomina di Renato Marra alla direzione Turismo del Campidoglio nella macrostruttura varata dal fratello Raffaele in qualità di dirigente del Personale. «Una tale dichiarazione - prosegue il testo - però, non è sufficiente per rimuovere il conflitto. Il Dpr n. 62/2013 prevede, infatti, che l'organo che viene a conoscenza, attraverso la dichiarazione o in altro modo, della situazione di conflitto di interessi, disponga ogni misura volta ad evitare ogni partecipazione del funzionario a procedimenti nei quali egli possa trovarsi in una tale situazione ( in tal senso la citata AG 11/2015/AC). Nel caso specifico la sindaca, consapevole del conflitto, - conclude la delibera - avrebbe dovuto esonerare il dottor Marra da ogni partecipazione, anche se solo “meramente pedissequa”, all'atto di nomina del fratello Renato».
Ordinanza in contraddizione con dichiarazioni
Pertanto si ritiene che «l'atto di nomina adottato dalla sindaca di Roma Capitale sia stato accompagnato da una attività istruttoria, svolta in particolare dall'ufficio (il dipartimento organizzazione e risorse umane di Roma Capitale) diretto dal funzionario in posizione di conflitto di interessi. Peraltro, che una tale attività istruttoria sia stata effettivamente svolta si può dedurre dal dispositivo dell'ordinanza n.95 del 9 novembre 2016». Per l'Autorità «tale dispositivo appare, infatti, in contraddizione con le dichiarazioni rilasciate dalla sindaca, con riferimento al ruolo dalla stessa ricoperto nell'iter decisorio relativo al conferimento degli incarichi dirigenziali. Da un lato, infatti, si afferma che l'istruttoria è stata effettuata in totale autonomia dalla sindaca e dall'altro, nel dispositivo dell'ordinanza n. 95/2016, si afferma: “di conferire, con il riconoscimento della fascia retributiva, come risultante dall'istruttoria svolta dalle strutture competenti ai sensi della disciplina vigente, gli incarichi di direzione».
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