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Banche Popolari, la Consulta rigetta il ricorso della Regione Lombardia

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verso il consiglio di Stato

Banche Popolari, la Consulta rigetta il ricorso della Regione Lombardia

La Corte Costituzionale ha dichiarato in parte inammissibili in parte non fondate le questioni sollevate dalla Regione Lombardia sul decreto legge con le misure per la trasformazione in spa delle banche popolari. Nel ricorso la Lombardia lamentava che lo Stato nel legiferare in questa materia avesse leso competenze che spettano alle Regioni. Un rilievo non accolto dalla Corte, di fronte alla quale restano invece pendenti altre questioni sollevate dal Consiglio di Stato.

La soglia di 8 miliardi coerente con la finalità della norma
La sentenza della Consulta stabilisce che «la scelta del legislatore statale di assumere la soglia dell'attivo di 8 miliardi di euro come indice della dimensione della banca popolare» da trasformare in Spa «è coerente con lo scopo» della norma. E sotto questo profilo «il legislatore statale si è mantenuto nei limiti delle proprie attribuzioni».

Governo ha motivato l’uso del decreto legge
Negli atti che accompagnano il decreto legge con le misure sulle Popolari, il governo ha motivato le ragioni di necessità e urgenza per l'adozione del decreto legge facendo riferimento all'adeguamento del «sistema bancario agli indirizzi europei» e alle «forti sollecitazioni del Fondo monetario internazionale e dell'Organizzazione per lo sviluppo e la cooperazione economica a trasformare le banche popolari maggiori in società per azioni», si legge nella sentenza sulle Popolari. Ragioni che «escludono che si sia in presenza di evidente carenza del requisito della straordinaria necessità e urgenza di provvedere».

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