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Popolari, il primo pronunciamento salva la riforma

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la corte rigetta l’istanza

Popolari, il primo pronunciamento salva la riforma

La Consulta si esprime sui rilievi di incostituzionalità della riforma delle banche popolari e nel suo primo pronunciamento - cui ne seguirà un altro, perchè un'altra eccezione è stata sollevata nei giorni scorsi dal Consiglio di Stato - nella sostanza salva l'impianto della riforma varata dal governo Renzi.

Il pronunciamento nasce dal ricorso diretto della Regione Lombardia sul conflitto di attribuzione tra Stato e regioni fatto oltre un anno fa. La Corte costituzionale rigetta l'istanza, riconoscendo l'infondatezza del conflitto dei poteri e sancendo la congruità della soglia degli 8 miliardi oltre la quale una banca popolare ha l'obbligo di trasformarsi in spa. Ma al contempo fissa un altro principio importante, destinato ad avere un impatto cruciale anche sul futuro pronunciamento.

La Consulta rigetta l'istanza che solleva l'incostituzionalità del ricorso alla decretazione di urgenza. L'aspetto è tutt'altro che secondario perchè non più tardi di venerdì scorso il Consiglio di Stato ha accolto una richiesta di misura cautelare con cui si richiedeva la sospensione della legge di riforma, nella parte in cui si stabilisce l'obbligo di passaggio alla spa entro il 27 dicembre di quest'anno, avanzata dalla banca popolare di Sondrio, che avrebbe dovuto trasformarsi in spa sabato scorso.

Nel giorni precedenti, sempre il Consiglio di Stato aveva sospeso la riforma nella parte inerente le modalità di non pagamento del rimborso del diritto di recesso. E aveva poi eccepito l'incostituzionalità della legge stessa sul recesso, ma anche contestando i presupposti per il ricorso alla decretazione di urgenza. La sospensiva concessa venerdì scorso è solo temporanea, fino al 12 gennaio, quando il Consiglio di Stato deve esprimere un giudizio di merito.

A questo punto è probabile che il Consiglio, nel merito, ritiri la sospensiva che ha bloccato la trasformazione in spa della Popolare di Sondrio e della Popolare di Bari. Nel frattempo potrebbe arrivare una norma, inserita nel decreto-banche, che comunque preveda una proroga sui tempi della trasformazione (12 mesi?), in attesa del pronunciamento della Consulta, che potrà riguardare solo la parte del recesso. L'impianto della riforma, però, e dunque l'obbligo della trasformazione in spa resta in piedi.

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