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M5s, svolta sull’avviso di garanzia: sanzioni non automatiche

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il decalogo per gli indagati

M5s, svolta sull’avviso di garanzia: sanzioni non automatiche

È on line sul blog di Beppe Grillo il nuovo “Codice di comportamento in caso di coinvolgimento in vicende giudiziarie” al quale sarà tenuto ad attenersi ogni eletto del Movimento. La novità del codice, che sarà votato on line dagli iscritti a partire dalle 10 di domani mattina, è che la ricezione di un avviso di garanzia «non comporta alcuna automatica valutazione di gravità dei comportamenti potenzialmente tenuti dal portavoce stesso». E quindi non implica un obbligo di auto-sospensione o dimissioni. Sanzioni non automatiche, dunque, a patto che i portavoce, quando ne hanno notizia, informino «immediatamente e senza indugio il gestore del sito dell’esistenza di procedimenti penali in corso nei quali assumono la qualità di indagato».

Tuttavia Grillo, nella sua veste di garante può sempre valutare la gravità dei comportamenti degli esponenti cinque stelle, anche «a prescindere dall’esistenza di un procedimento penale». Secondo il decalogo M5s, inoltre la condanna in un procedimento penale per reati commessi con dolo (salvo i reati d’opinione) è automaticamente considerata «grave e incompatibile con la permanenza di una carica elettiva».

Presunzione di gravità
Sul blog di Grillo si legge che il garante del MoVimento 5 Stelle, il collegio dei probiviri o il comitato d’appello, in virtù e nell’ambito delle funzioni attribuite dal Regolamento del MoVimento 5 Stelle, «valutano la gravità dei comportamenti tenuti dai portavoce, a prescindere dall’esistenza di un procedimento penale». È considerata grave ed incompatibile con il mantenimento di una carica elettiva quale portavoce del MoVimento 5 Stelle «la condanna, anche solo in primo grado, per qualsiasi reato commesso con dolo». Invece la ricezione, da parte del portavoce, di “informazioni di garanzia” o di un “avviso di conclusione delle indagini” «non comporta alcuna automatica valutazione di gravità dei comportamenti potenzialmente tenuti dal portavoce stesso, sempre salvo quanto previsto al punto 5 del codice, quello relativo al dovere di informazione.

Dovere di informazione
I portavoce, quando ne hanno notizia, hanno infatti «l’obbligo di informare immediatamente e senza indugio il gestore del sito (con comunicazione da inviare al link www.movimento5stelle.it/contattaci.php), dell’esistenza di procedimenti penali in corso nei quali assumono la qualità di indagato o imputato nonché di qualsiasi sentenza di condanna o provvedimento ad essa equiparato».

Autosospensione facoltativa
Non solo. In qualsiasi fase del procedimento penale, il portavoce può
decidere, «a tutela dell’immagine del MoVimento 5 Stelle, di auto-sospendersi dal MoVimento 5 Stelle senza che ciò implichi di per sé alcuna ammissione di colpa o di responsabilità». L'autosospensione «non vincola né condiziona né preclude il potere del Garante, del Collegio dei Probiviri e del Comitato d’appello di adottare eventuali sanzioni disciplinari. Tuttavia, l'autosospensione può essere valutata quale comportamento suscettibile di attenuare la responsabilità disciplinare».

Pizzarotti: codice conferma, molti yes man
«A distanza di ben sei mesi, è arrivata la conferma di quanto ho sempre fatto notare. Chi tace, piega la testa e non sa formulare un benché minimo
pensiero critico è solo uno yesman. E continuo a vedere molti yesman, ma pochi politici con una loro coerenza e una loro autonomia». Così oggi il sindaco di Parma Federico Pizzarotti ha commentato, con una nota, il codice di comportamento per gli indagati del Movimento 5 Stelle: un regolamento che mancava al momento della sua sospensione.

Anzaldi (Pd): da Grillo codice “salva Raggi”
Critiche anche dal Pd. «Grillo vara codice Salva-Raggi come Berlusconi approvò legge Salva-Previti: no automatismi se indagata e iscritti tagliati fuori da decisioni». Così scrive su twitter il deputato dem Michele Anzaldi. Il riferimento è all’avviso di garanzia che potrebbe essere recapitato alla sindaca dalla procura di Roma per l’affaire nomine.

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