Cambiare atteggiamento verso i migranti, passando dal sentimento «di difesa e paura» alla «cultura dell'incontro». Aprire «canali umanitari accessibili e sicuri» per chi fugge dalla guerre, «proteggere» i migranti «con leggi e programmi di cooperazione internazionale», puntare su politiche che «favoriscano i ricongiungimenti». Così il Papa ha parlato oggi nell'udienza ai partecipanti al Forum sulle migrazioni, in corso fino a domani a Roma, organizzato dal nuovo dicastero per lo Sviluppo umano integrale, dallo Scalabriniani International Migration Network (Simn) e dalla Fondazione Konrad Adenauer.
Migranti, la ricetta del Papa: accogliere, proteggere, promuovere, integrare
Ai suoi ospiti, accolti nella Sala Clementina, papa Francesco ha rivolto un ampio discorso in cui indica una serie di soluzioni pratiche e tecniche al problema dei migranti, sullo sfondo dei doveri di «giustizia, civiltà, solidarietà». Papa Bergoglio ha articolato la sua analisi a partire da quattro verbi: «Accogliere, proteggere, promuovere e integrare». E ha affermato che coniugarli «in prima persona singolare e in prima persona plurale» rappresenta «un dovere».
Il discorso, che ripropone ampiamente il magistero di Benedetto XVI e dello stesso papa Bergoglio sulle migrazioni, si conclude con un richiamo alla situazione dei bimbi migranti, - cui papa Francesco ha dedicato il Messaggio per la Giornata delle migrazioni di quest'anno - , rinnovando per i piccoli migranti la richiesta di «protezione, integrazione e soluzioni durature».
«Accoglienza responsabile e diffusa»
L'accoglienza responsabile dei migranti, ha detto Francesco, «comincia dalla loro prima sistemazione in spazi adeguati e decorosi», ha aggiunto il pontefice, perchè i grandi assembramenti «non hanno dato risultati positivi, generando piuttosto nuove situazioni di vulnerabilità e di disagio». Meglio, invece, i «programmi di accoglienza diffusa».
«Proteggere i migranti con leggi, programmi, sforzi»
Proteggere i migranti, ricorda il Papa «è un imperativo morale da tradurre» in «strumenti giuridici, internazionali e nazionali, chiari e pertinenti», in «scelte politiche giuste e lungimiranti», in «processi costruttivi, forse più lenti, ai ritorni di consenso nell'immediato», con «programmi tempestivi e umanizzanti nella lotta contro i 'trafficanti di carne umana' che lucrano sulle sventure altrui», con «gli sforzi di tutti gli attori», tra i quali, «potete starne certi, ci sarà sempre la Chiesa».
«Programmi di cooperazione internazionale con migranti protagonisti»
Il pontefice ha quindi incoraggiato «gli sforzi che portano all'attuazione di programmi di cooperazione internazionale svincolati da interessi di parte e di sviluppo transnazionale in cui i migranti sono coinvolti come protagonisti». Proteggere i migranti, ricorda, «non basta, occorre promuovere lo sviluppo umano integrale di migranti, profughi e rifugiati». Lo sviluppo, ha continuato, «è un diritto innegabile di ogni essere umano. Come tale, deve essere garantito assicurandone le condizioni necessarie per l'esercizio, tanto nella sfera individuale quanto in quella sociale, dando a tutti un equo accesso ai beni fondamentali e offrendo possibilità di scelta e di crescita». Per questo serve una «azione coordinata e previdente - ha detto il Papa- di tutte le forze in gioco: dalla comunità politica alla società civile, dalle organizzazioni internazionali alle istituzioni religiose».
«Politiche che favoriscano ricongiungimenti»
Il Papa ha poi ribadito la sua richiesta di «politiche atte a favorire e privilegiare i ricongiungimenti familiari» dei migranti. L'integrazione dei migranti, afferma, «non è né assimilazione né incorporazione, è un processo bidirezionale», implica il «mutuo riconoscimento della ricchezza culturale dell'altro: non è appiattimento di una cultura sull'altra, e nemmeno isolamento reciproco, con il rischio di nefaste quanto pericolose 'ghettizzazioni'».
«Popoli interi non possono avere solo briciole»
Il Papa ha poi tuonato contro un «uso cinico del mercato» e «nuove forme di colonialismo». «Non può un gruppetto di individui controllare le risorse di mezzo mondo - ha detto - e non possono persone e popoli interi aver diritto a raccogliere solo le briciole». «Nessuno - ha continuato Francesco - può sentirsi tranquillo e dispensato dagli imperativi morali che derivano dalla corresponsabilità nella gestione del pianeta, una corresponsabilità più volte ribadita dalla comunità politica internazionale, come pure dal Magistero».
Mons. Tomasi (Sviluppo umano): auspico sinodo su migranti
Nel suo saluto al Papa, mons. Silvano Tomasi, segretario delegato del dicastero per lo Sviluppo umano integrale, ha auspicato che papa Francesco possa far confluire «in una esortazione o magari in un sinodo» la sua preoccupazione e attenzione per le migrazioni, in vista, ha detto Tomasi, della «conferenza Onu sulle migrazioni decisa per il 2018».
© Riproduzione riservata