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Migranti, Frontex: nuovo forte flusso in Italia. Minniti:…

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emergenza sbarchi

Migranti, Frontex: nuovo forte flusso in Italia. Minniti: «relocation» insoddisfacente

Nel 2017 «è realistico dire che dobbiamo prepararci ad affrontare lo stesso numero di arrivi di migranti del 2016 sulla rotta del Mediterraneo centrale», dalla Libia verso l'Italia», circa 180mila. Lo ha detto il direttore esecutivo di Frontex (Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera) Fabrice Leggeri. Al di là delle soluzioni di medio-lungo termine, che si concentrano sulla cooperazione con i Paesi africani, «nel breve termine, ciò a cui stiamo lavorando con l'Italia - ha spiegato Leggieri - è al rafforzamento delle registrazioni negli hotspot e ai rimpatri».

Frontex: con Italia impegno su rimpatri
In particolare, sul fronte rimpatri, per il direttore esecutivo di Frontex «dobbiamo rafforzare la possibilità di effettuarli, perché la maggior parte dei migranti in arrivo» in Italia, almeno il 60%, sono economici». «Per questo - ha aggiunto - dobbiamo essere pronti negli hotspot, per screening e identificazioni, in modo da raccogliere le prove per ottenere il laissez passer ed i documenti di viaggio dai consolati non Ue, per il loro rientro nei Paesi di origine. Con l’Italia ci stiamo impegnando su questo».

Migranti: Oim,200 morti da inizio 2017 in Mediterraneo

Leggeri, nel corso della conferenza stampa di presentazione del rapporto sull’analisi del rischio per i flussi migratori per il 2017, ha rimarcato anche come «nonostante il forte dispiegamento di operazioni sulla rotta del Mediterraneo centrale, con la più alta concentrazione di uomini e mezzi mai vista, si è registrato il picco di migranti morti della storia, con oltre 4500 vittime stimate». E ha parlato di «triste paradosso». Poi ha spiegato che il maggior numero di naufragi avviene ormai «vicino alla Libia, spesso in acque territoriali libiche», un'area dove Frontex non può operare.

Sbarchi in crescita quest’anno
I numeri degli sbarchi sono in crescita. Secondo i dati periodici forniti dal Viminale, sono stati 181.436 nel 2016, a fronte dei 153.842 del 2015 (+17,9%). E i primi dati del 2017 sono preoccupanti. Dal 1° gennaio al 14 febbraio sono arrivati sulle coste 9.948 migranti, a fronte dei 6.123 dello stesso periodo del 2015. Vanno aggiunti 25.485 «minori non accompagnati» sbarcati l’anno scorso e altri 395 giunti finora nel 2017.

Migranti: Minniti, relocation del tutto insoddisfacente
Stamattina, in audizione al comitato Schengen, il ministro dell’Interno Marco Minniti ha parlato di numeri della “relocation” in altri Paesi Ue «del tutto insoddisfacenti». Erano stati fissati 40mila ricollocamenti di profughi dall’Italia, «ad oggi quelli operativi sono stati solo 3.200» ha detto il ministro, che ha ricordato come «nelle settimane scorse è stato chiuso un accordo con la Germania che ha accettato di accogliere 500 migranti al mese, tuttavia la disponibilità tedesca non risolve un problema che riguarda l’intera Europa». «Faccio presente - ha chiosato Minniti - che le relocation erano obbligatorie. Il peccato originale è il regolamento di Dublino: quando stabilisci che il Paese di primo approdo deve affrontate il problema, non si tiene conto del principio solidale dell’Europa e le risposte per andare verso un approccio più solidale non vanno nella direzione auspicata».

«Pronti primi nuclei guardia costiera Libia»
Minniti ha ricordato inoltre che nei giorni scorsi è stata completata la formazione del primo nucleo di equipaggi della Guardia costiera libica a bordo della nave San Giorgio. «Ora sono pronti e possiamo ricominciare a restituire le motovedette alle autorità libiche - ha dichiarato - in modo che la Guardia costiera sia in grado di operare». Il ministro ha precisato che «non si pone il problema di rimpatriare in Libia, perché i migranti che arrivano in Italia non sono libici e si può rimpatriare solo dai Paesi di provenienza». L’accordo firmato con Tripoli, ha sottolineato ancora il titolare del Viminale, «testimonia la volontà molto forte del Governo Serraj, riconosciuto dall’Onu, di affrontare il problema dei trafficanti di uomini». Minniti ha aggiunto che la terza fase della missione europea Eunavformed «prevede l’intervento in acque territoriali libiche solo con l’autorizzazione delle autorità di Tripoli, che non c’è e non mi sembra possa esserci. I libici dicono che gli interventi li fanno loro e noi dobbiamo quindi mettere la loro Guardia costiera nelle possibilità di intervenire fornendo motovedette, mezzi e formazione».

«Approvare ddl su minori non accompagnati»
Non solo. Minniti ha sottolineato inoltre l’importanza dell’approvazione del disegno di legge sui minori non accompagnati. «L’anno scorso si è registrato il raddoppio delle presenze. Su questo terreno si gioca il livello di civiltà del Paese, bisogna portare in Aula il provvedimento» è l’appello lanciato in audizione al Comitato Schengen. Nel 2016 sono stati 25.846, a fronte del 12.360. Quest’anno gli arrivi registrati sono stati finora 395.

«Rischio terrorismo c'è, più controlli a frontiere Ue»
Il ministro ha invitato infine a non abbassare la guardia sul rischio terrorismo. Con l’Islamic State pressato sul piano militare in Siria ed Iraq, ha spiegato, «è ragionevole pensare» che possa «esserci una reazione asimmetrica» con il terrorismo. Ed il rischio è rappresentato dalla diaspora dei foreign fighter di ritorno dai teatri di guerra: è dunque importante che «l’Europa rafforzi il controllo delle sue frontiere esterne». A tal proposito Minniti ha sottolineato l'importanza del Pnr (Passenger name record, il registro dei nomi dei passeggeri che volano per e dall'Europa): «nella legge di bilancio è stata prevista una posta per costruire le infrastrutture informatiche necessarie a rendere operativo il meccanismo» ha concluso.

Via ai rimpatri più facili
L’11 febbraio il governo Gentiloni ha approvato un decreto legge sull’immigrazione. Prevista la di revisione delle procedure informatiche sui ricongiungimenti familiari dei migranti: i tempi necessari saranno molto più rapidi. Si snellisce inoltre l’iter per le domande di asilo. Sono istituite 14 sezioni specializzate in materia di immigrazione presso i tribunali di Bari, Bologna, Brescia, Cagliari, Catania, Catanzaro, Firenze, Lecce, Milano, Palermo, Roma e Napoli. D’intesa tra Minniti e il titolare della Giustizia, Andrea Orlando, si riduce di un grado il contenzioso delle domande d'asilo: si rivede, rafforzandole, le procedure del primo esame da parte delle commissioni territoriali, con l’introduzione di un modello di tipo processuale. Confermato l'impiego dei richiedenti asilo nei lavori socialmente utili, su base volontaria e gratuita. E nel rafforzare le pratiche di identificazione si allarga a tutte le Regioni la platea dei Cie, d’ora innanzi Cpr-centri di permanenza per i rimpatri: saranno dislocati d’intesa con i governatori. Stanziati 19 milioni per garantire l'esecuzione di espulsioni e rimpatri.

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