Italia

De Andreis: «Il Sud resta una realtà economica rilevante…

  • Abbonati
  • Accedi
industria 4.0 nel mezzogiorno

De Andreis: «Il Sud resta una realtà economica rilevante nell’Ue»

Convegno Confindustria a Napoli su Industria 4.0
Convegno Confindustria a Napoli su Industria 4.0

Industria 4.0 «è un’opportunità per l’Italia e ancor di più per il Mezzogiorno», in quanto consente di valorizzare i suoi punti di forza. L’industria del Mezzogiorno registra una ricchezza in calo: con un valore aggiunto di quasi 27 miliardi il settore manifatturiero meridionale pesa il 12% in Italia, mentre era il 15,2% nel 2000. È quindi necessario un riposizionamento, che punti innanzitutto sulla produttività e sull’innovazione. Lo ha sottolineato Massimo Deandreis, direttore generale Srm, Gruppo Intesa Sanpaolo e presidente Gruppo economisti d’impresa, presentando uno studio approfondito su Industria 4.0 nell’ambito dell’iniziativa dedicata proprio a “Industria 4.0 - La nuova rivoluzione industriale» che si svolge a Napoli, promossa dall’Unione industriali partenopea presso l’Università degli studi Federico II.



Il Mezzogiorno resta una rilevante realtà economica nell’Ue
Per Deandreis il Mezzogiorno, rispetto all'Italia, «ha subito di più la crisi e si trova a operare con imprese ancor più piccole», ma nonostante i duri colpi della crisi, il Mezzogiorno resta una realtà economica rilevante nell’Ue, con un peso del valore aggiunto manifatturiero a quota 26.963 milioni di euro , al pari dell’intero valore aggiunto manifatturiero di alcuni paesi come la Finlandia e la Norvegia.

Quasi un terzo delle imprese hanno avviato progetti digitali
Conoscere e connettersi per competere globalmente è la parola d’ordine della nuova rivoluzione industriale portata da Industria 4.0, ha sottolineato Deandreis. Una rivoluzione che comporta l’organizzazione di processi di produzione basati sulla tecnologie e su device in grado di comunicare autonomamente tra di loro lungo la catena del valore.

Italia fra i Moderate Innovators
L’Italia oggi si posiziona fra i Moderate Innovators e il quadro di Industria 4.0 nel nostro Paese sia meno negativo di quanto si possa ritenere, ha detto Deandreais. Quasi un terzo delle imprese ha avviato tre o più progetti utilizzando tecnologie digitali innovative . E ha illustrato come il Mercato dello Smart Manufactoring in Italia valga già 1,4 miliardi (+ 20% rispetto al 2015). E per il 2017 si prevede un tasso di crescita del 15%.

I punti di forza del Mezzogiorno
Per introdurre Industria 4.0, ha sottolineato ancora Deandreis, il Mezzogiorno ha una serie di punti di forza: dalla voglia d’impresa (+ 22.918 imprese nel Mezzogiorno, pari a oltre la metà del dato italiano) all’imprenditoria giovanile (215.723 nel Mezzogiorno, il 40,4% del dato italiano), dalle Pmi innovative (100 nel Mezzogiorno, pari al 23% del dato Italia) alle start up innovative (1.573 nel Mezzogiorno, pari al 23,2% dell’Italia) fino a una struttura imprenditoriale che ha visto negli ultimi 16 anni crescere le società di capitali del 180% nel Mezzogiorno (Italia + 120,6%). Il Mezzogiorno, poi, può contare su un sistema di ricerca e formazione di qualità, anche se «in parte da riattivare».

Investimenti innovativi per 4 miliardi
Per ottenere il massimo impatto dagli investimenti Industria 4.0, ha spiegato ancora Deandreis, è necessario che gli investimenti siano finalizzati a integrare le filiere lunghe manifatturiere con quelle dell’innovazione e della ricerca. Grazie al piano Industria 4.0 al Sud già da quest’anno potrebbero partire investimenti innovativi aggiuntivi cumulati per circa 4 miliardi tra pubblico e privato. Investimenti che poi nell’arco di 4 anni potrebbero produrre un recupero di produttività del 15%. E il fatturato potrebbe crescere del 5,5% (circa 6 miliardi l’anno). Il risultato complessivo, ha sottolineato Deandreis, produrrebbe una crescita aggiuntiva del Pil di circa l’1%.


© Riproduzione riservata