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«Debutto al Chia Sardinia per riscoprire la regione»

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«Debutto al Chia Sardinia per riscoprire la regione»

Jan Frodeno (Olycom)
Jan Frodeno (Olycom)

Medaglia d’oro nel triathlon alle Olimpiadi di Pechino 2008. Campione del mondo Ironman in carica da due anni, con la vittoria alla finale di Kona, alle Hawaii, nel 2015 e nel 2016. Detentore del record mondiale di velocità sulla lunga distanza, con una prestazione siderale al Challenge di Roth 2016 dove ha terminato i 3,8 km di nuoto, 180 km di bici e 42 km di corsa in sette ore, 35minuti e 39 secondi.

Sono i numeri che stanno dietro a Jan Frodeno, classe 1981 da Colonia, orgoglio di Germania. Frodeno sarà in Italia il 23 aprile per partecipare al Chia Sardinia 70.3, un mezzo ironman che apre la stagione delle grandi gare europee. Osannato nell’ambiente come una rockstar, il campionissimo arriva in una competizione italiana per il suo debutto annuale. Una prova per lui e un riconoscimento per gli organizzatori di questa manifestazione in Sardegna, arrivata alla terza edizione, che si svolge in uno scenario naturale dalla incomparabile bellezza: Chia Laguna, tra il resort di Italian Hospitality Collection e il mare blu che segue la strada dove si svolge la frazione in bici.

Frodeno, quali sono le sue aspettative per la gara di Chia?
Sperimentare l’ospitalità italiana anzitutto. E poi avere una buona gara. Verrà anche la mia famiglia a Chia. Sarà un’opportunità per visitare la Sardegna e combinare il turismo con quello che mi piace fare di più: gareggiare.

È la prima volta che gareggia in Italia?
No, ma l’ultima volta è stato davvero tanto tempo fa.

Che cosa prova uno come lei che finisce sempre primo .
A me piace la competizione e il mio obiettivo è sempre quello di vincere. Mi alleno tanto, lavoro duramente nella preparazione. La ragione per giustificare tutta la fatica che si fa è la sensazione che si prova quando si vince.

Il triathlon è uno sport popolare per numero di praticanti, ma di nicchia per seguito mediatico. Gli atleti élite riescono a guadagnare bene o fanno fatica? Si è ancora lontani dal calcio...
Il confronto con il calcio non è possibile. A me, in ogni caso, non piacerebbe mettere in mostra la mia persona e la mia vita privata come molti calciatori. Il triathlon sta crescendo molto. La società americana che organizza le gare del circuito Ironman è stata venduta di recente ai cinesi di Wanda group per 650 milioni di dollari: possiamo dire che girano tanti soldi in questo sport ed è quello che stiamo vedendo anche noi atleti. Ma naturalmente il numero di quelli che hanno redditi elevati o grandi sponsor è ancora limitato.

Che cosa le piace di più del triathlon? Perché lo consiglierebbe?
Mi piace la diversità delle gare e cambiare location. Io consiglierei il triathlon perché è lo sport a me più familiare. Queste sono solo alcune ragioni, ma mi sento di raccomandare il triathlon a tutti. È uno sport per tutti. Divertente e senza controindicazioni.

Qual è il suo obiettivo sportivo quest’anno?
Vincere ancora il Campionato mondiale Ironman alle Hawaii.

Da tanti anni fa triathlon ad alti livelli. Continuerà per molto?
Continuerò a competere ad alti livelli fino a che riuscirò a vincere.

Il livello delle prestazioni nel triathlon è sempre più elevato, con tempi che sembrano poco umani. I controlli sul doping sono limitati. Che cosa risponde a quelli che puntano il dito sulle performance incredibili dei triathleti professionisti?
I controlli sul doping chimico e tecnologico nel triathlon ci sono. Sfortunatamente ci sono sempre e ci saranno sempre le pecore nere, come in qualsiasi sport. Io sono un ambasciatore molto attivo nella lotta al doping. Sono stato uno dei primi atleti a sostenere la legge che considera il doping un crimine in Germania. Penso che questo dica tutto e dimostri il mio deciso impegno contro questa piaga che falsa lo sport.

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