La Brexit potrebbe avere un impatto dirompente sul trasporto aereo in Europa. Le più colpite saranno le compagnie aeree con base in Gran Bretagna, ma anche i voli tra Gran Bretagna e il resto d'Europa potrebbero essere pesantemente ridimensionati. Questo perché oggi all'interno dell'Unione europea c'è una completa liberalizzazione del traffico aereo. Una compagnia di ogni paese dell'Ue può volare liberamente tra qualsiasi punto nella Ue, anche tra due Stati diversi da quello di appartenenza o fare voli interni in un altro Stato, a patto naturalmente di ottenere i diritti di atterraggio e partenza negli aeroporti (gli slot) . Questo regime, che si può definire “Open sky” (cioè “cielo aperto”), cesserebbe di colpo per la Gran Bretagna nel momento in cui fosse completato il processo di uscita dall'Unione europea, tra due anni.
Fine dei “cieli liberi”
Con l'uscita dalla Ue la Gran Bretagna diventerebbe un paese extraeuropeo e quindi nell'aviazione i suoi rapporti con gli altri 27 Stati dovrebbero essere rideterminati da accordi bilaterali internazionali, come quelli per esempio tra altri paesi come la Svizzera, la Russia, o di altri continenti. Le compagnie con base in Gran Bretagna non potrebbero più fare tutti i voli che vogliono con il resto d'Europa. Ma anche le compagnie degli altri 27 paesi Ue non potrebbero più volare liberamente verso Londra e altre città della Gran Bretagna. Questa situazione colpirebbe soprattutto le due grandi compagnie low cost che volano in tutta Europa, Ryanair e easyJet, ma anche British Airways e Vueling. Ryanair, che essendo irlandese manterrà lo status comunitario, ha lanciato l'allarme per il rischio di un blocco dei voli tra Gran Bretagna e il resto d'Europa. La preoccupazione di Ryanair si spiega con il fatto che la compagnia guidata da Michael O'Leary ha la fetta più importante dell'attività sul mercato britannico, sia con alcuni voli interni sia, e questo è il punto più importante, con i voli dall'aeroporto di Stansted, a Nord di Londra, in tutta l'Europa.
L'allarme di Ryanair
Gli operatori dell'aviazione sostengono che ci vorrà un nuovo accordo nell'aviazione tra Gran Bretagna e l'Unione europea. Ryanair ha fatto un appello al governo britannico perché discuta con urgenza il tema nei negoziati con la Ue. «A circa 9 mesi dal referendum sulla Brexit non sappiamo quali effetti avrà sul settore dell'aviazione» ha detto Kenny Jacobs, direttore marketing di Ryanair. A suo avviso «sta diventando preoccupante che il governo britannico sembri non avere un piano B per mantenere i cieli liberalizzati della Gran Bretagna legati all'Europa se non dovesse restare» in vigore l'accordo europeo “Open sky”. In questo caso, secondo Ryanair, Londra dovrà o negoziare un accordo bilaterale con la Ue per consentire i voli per l'Europa, oppure ripristinare le regole storiche del Wto, che non coprono l'aviazione, aumentando così la possibilità che non ci siano voli tra Europa e Gran Bretagna da marzo.
easyJet costituirà una nuova compagnia in un altro paese Ue
Nei mesi scorsi alcune compagnie hanno detto che potrebbero cercare di mantenere lo status comunitario richiedendo un certificato di operatore aereo (Coa), la licenza che abilita al servizio commerciale, in un altro paese dell'Ue. easyJet, che ha già una consociata in Svizzera, ha fatto questa ipotesi e potrebbe annunciare entro poche settimane la costituzione di una controllata nella Ue con un Coa dell'Unione europea. Parte delle attività potrebbero essere trasferite fuori da Luton, ma il quartier generale resterebbe in Gran Bretagna. In questo modo easyJet potrebbe continuare a fare voli tra altri paesi dell'Ue, ma questo non risolverebbe il problema dei voli con Londra se cadesse il regime “open sky”.
Il problema dell'azionariato: anche British Airways, Iberia e Vueling sarebbero fuori gioco
C'è un problema supplementare che tocca le compagnie di nazionalità britannica e Ryanair. Quello delle quote azionarie. Secondo le norme dell'Ue una compagnia per volare liberamente in Europa ed essere definita comunitaria deve essere di proprietà in maggioranza, cioè per almeno il 50% del capitale più un'azione, di soggetti comunitari. Secondo dati riportati da un'inchiesta del quotidiano britannico The Guardian, con l'uscita della Gran Bretagna dalla Ue - in base alla situazione attuale - non avrebbero più soci in maggioranza della Ue sia easyJet, sia Ryanair, sia Iag, la holding casa madre di British Airways, Iberia, Vueling ed Aer Lingus. EasyJet è controllata attualmente all'84% da soggetti comunitari, ma la quota scenderebbe al 49% dopo la Brexit, pur considerando come “comunitario” il socio principale, Stelios Haji-Ioannu, che ha la doppia cittadinanza britannica e cipriota.
Le azioni dell'irlandese Ryanair sono considerate per il 60% in mano a soggetti comunitari, ma la quota scenderebbe al 40% escludendo i soci britannici. Anche questo spiega la reazione alalrmata della compagnia di Michael O'Leary.
Nel caso del gruppo Iag il problema sarebbe ancora più vasto. Dovrebbe esserci un riassetto nell'azionariato, con l'uscita di soci che non sarebbero più della Ue e l'ingresso di altri soci comunitari anche dopo la Brexit. British Airways non fa voli tra altri Stati della Ue e quindi la sua capacità di volare tra Gran Bretagna e altri paesi sarebbe legata a un nuovo accordo tra Londra e i 27. Ma Iberia, per esempio, se Iag perdesse lo status di società comunitaria, non potrebbe volare da Madrid a Roma o da Madrid a Parigi. E la low cost Vueling non potrebbe più fare voli in Italia, né tra l'Italia e altri paesi.
“Con l'uscita della Gran Bretagna dalla Ue - in base alla situazione attuale - non avrebbero più soci in maggioranza della Ue sia easyJet, sia Ryanair, sia Iag, la holding casa madre di British Airways, Iberia, Vueling ed Aer Lingus. ”
Dati riportati dal quotidiano britannico The Guardian
Lufthansa: «Non si può far finta che non sia successo nulla»
Le conseguenze sarebbero devastanti, molto più ampie di quello che si possa immaginare. Tutto dipenderà da come verranno regolati i rapporti tra Gran Bretagna e il resto della Ue, se ci sarà un nuovo accordo. Ma le grandi compagnie continentali, a partire da Lufthansa che lo ha già dichiarato, potrebbero fare di tutto per impedire che i vettori britannici loro concorrenti e la stessa Ryanair abbiano vita facile dopo la Brexit. L'a.d. di Lufthansa, Carsten Spohr, si aspetta che Francia e Germania assumeranno una linea dura nei negoziati sulla Brexit riguardo all'aviazione britannica. «Non si può far finta che non sia successo nulla » ha detto Spohr.
© Riproduzione riservata