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Legge elettorale in aula alla Camera la prima settimana maggio

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Legge elettorale in aula alla Camera la prima settimana maggio

L’Aula della Camera esaminerà la legge elettorale nella prima settimana di maggio. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo di Montecitorio. La data precisa «verrà definita nella prossima capigruppo, quando verrà predisposto il calendario dei lavori per l'Aula relativo al mese di maggio», ha spiegato il capogruppo del Pd Ettore Rosato (Pd). «L’impegno di varare la nuova legge entro l’estate è condiviso da tutti i gruppi», ha aggiunto. L’approdo in Aula è previsto comunque dopo l’esito delle primarie Pd, che si svolgeranno il 30 aprile.

Trenta le proposte di legge depositate in commissione
Sono trenta finora le proposte di legge depositate in commissione Affari costituzionali alla Camera, rappresentative degli orientamenti molto diversi che attraversano i partiti. La trentesima, presentata oggi da tre deputati renziani
del Pd (Gian Mario Fragomeli, Simona Malpezzi e Alessia Rotta) rilancia il doppio turno dell’Italicum, introducendovi le correzioni richieste dalla Corte
costituzionale nella sentenza 35 del 2017 (il premio viene assegnato se la lista o la coalizione supera il 40% in entrambe le Camere, in caso contrario si tiene un secondo turno. Vi accedono le forze che superano il 20%, e il ballottaggio è
valido se vota il 50% degli elettori). La proposta ufficiale della maggioranza Pd di rito renziano resta comunque il Mattarellum (75% di maggioritario di seggi attribuiti con collegi uninominali e restante 25% con sistema proporzionale).

Il no al Mattarellum di Forza Italia e Ap
Dopo il «No» al Mattarellum di Forza Italia e dei centristi della maggioranza (Ap), ieri è arrivato anche quello di Mdp, gli ex Pd guidati da Pier Luigi Bersani e Massimo D’Alema. Neanche il principale sfidante di Matteo Renzi per la guida del Pd, il guardasigilli Andrea Orlando, è orientato a portare avanti ad oltranza la linea sul Mattarellum per il rischio che questa insistenza conduca a un nulla di fatto. «Votare con la legge elettorale attuale sarebbe la cosa più pericolosa» ha detto però oggi il Guardasigilli, che ha aggiunto: «Il Pd deve aprire subito un confronto su un ventaglio di ipotesi aperte che contemplino il premio di maggioranza».

Le divisioni nel centrodestra
Sulla legge elettorale si consuma anche lo scontro nel centrodestra. Silvio Berlusconi preferisce un modello di tipo proporzionale, così come, con sfumature diverse i centristi di Ap, gli scissionisti di Mdp (la proposta di D’Attorre prevede un proporzionale puro senza premio di maggioranza) e il M5s. Mentre Matteo Salvini, schierato a favore di un ritorno al Mattarellum, oggi ha rilanciato: «Noi il Mattarellum lo votiamo domani mattina» pur di «andare a votare il prima possibile». Ma neppure Salvini è disposto a fare le barricate per il Mattarellum. In questo momento infatti nessuno vuol sentirsi con le mani legate e una legge elettorale di stampo maggioritario costringerebbe Lega e Fi ad accordarsi.

Alfano (Ap): alle elezioni da soli
Si tengono le mani libere anche i centristi di Alternativa popolare guidati da Angelino Alfano. «La legge elettorale non chiama alleanze, noi del resto siamo distinti sia dalla destra di Salvini che vuole uscire dall’Ue, sia dalla sinistra dell’indietro tutta, andremo da soli» ha dichiarato oggi Alfano sulle possibili alleanze in caso di elezioni. «Alternativa popolare - ha aggiunto - punta a un piano-fisco all’americana per contrastare l’evasione e un progetto sui salari. Visto che nessuno avrà la maggioranza, saremo dopo se necessario in una maggioranza che rispetti queste priorità».

M5S: Mattarellum vecchio, è invotabile
Il partito di Grillo è per l’Italicum nella versione uscita dalla sentenza della Consulta (eliminazione del ballottaggio e premio di maggioranza alla lista che ottiene il 40% dei voti) esteso anche al Senato. Il Mattarellum invece prevedendo una “gara” nei singoli collegi rischierebbe di mettere in difficoltà i grillini, avendo pochi volti noti su cui potersi giocare la partita. Non a caso oggi Danilo Toninelli, 'responsabile' per le riforme del M5S, ha escluso una convergenza dei pentastellati sul Mattarellum: «è del 1992, è una legge vecchia, è invotabile» ha detto. E ha aggiunto: «Questa maggioranza sta facendo melina, l'unica legge che può essere approvata è il Legalicum. Fare altre cose significa perdere tempo e aspettare settembre per le pensioni d’oro».

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