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Manovrina, più accise solo sui tabacchi: Def al consiglio dei…

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Manovrina, più accise solo sui tabacchi: Def al consiglio dei ministri il 10 aprile

Un «riordino» delle accise sui tabacchi, per portare nuove entrate intorno ai 190-200 milioni all’anno e riallineare il nostro sistema di tassazione alle regole Ue, niente interventi sugli alcoolici e, soprattutto, sulla benzina. Si precisa di giorno in giorno la composizione della manovrina chiamata a correggere i nostri conti pubblici per un importo strutturale da 3,4 miliardi, che insieme al Def sarà oggi al centro di un incontro fra il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e i parlamentari del Pd.

Sul tema fiscale nelle scorse settimane si è acceso un confronto vivace fra il governo e il principale azionista di maggioranza, ma il lavorio di queste settimane sembra aver appianato le distanze. «Lavoriamo in piena continuità con il governo Renzi», ha rivendicato ieri Padoan, spiegando però che le riforme hanno «tempi più lunghi di un ciclo elettorale» e che bisogna evitare quelle che ha definito due «scorciatoie» speculari: l’Italexit, propugnata dalle forze politiche che si richiamano alla parola d’ordine della «sovranità», ma anche la procedura d’infrazione, che sarebbe «una svolta a U» rispetto a quanto fatto finora dagli ultimi governi.

Insieme alle misure in cantiere, è in via di definizione anche il calendario, che ha una data sicura: lunedì prossimo, 10 aprile, in consiglio dei ministri approderanno Def e Programma nazionale di riforma, e su questo treno potrebbe salire anche il decreto con la manovrina, che altrimenti vedrebbe la luce solo con qualche giorno di ritardo. Dello stesso pacchetto, va ricordato, fa parte anche il decreto enti locali in costruzione da settimane per puntellare i conti delle Province.

Def e manovrina, nelle intenzioni del governo, sono due tessere dello stesso mosaico, e devono rispondere alle stesse parole d’ordine. La prima rimane quella della «crescita», che nel Def sarà declinata prima di tutto con l’indicazione delle misure per ridurre il costo del lavoro e nella manovrina animerà il “pacchetto sviluppo” con le nuove norme su fisco “acchiappa-fondi”, carried interest e garanzie sul credito extra-bancario (come anticipato sul Sole 24 Ore nei giorni scorsi). Almeno un miliardo all’anno nei prossimi tre anni sarà dedicato poi alle agevolazioni fiscali e agli altri interventi per favorire la ricostruzione post-sisma: una dote, questa, che comunque non inciderà sull’aggiustamento chiesto da Bruxelles che guarda ai saldi «strutturali», al netto cioè degli eventi eccezionali.

A permettere al governo di limitare al minimo gli interventi sulle accise sarà il via libera della commissione sull’estensione dello split payment ai rapporti commerciali con le società pubbliche, che secondo le stime (ottimistiche) del governo potrebbe produrre un’entrata aggiuntiva da 1,3-1,4 miliardi.

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