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Per la Ryder Cup un impatto economico da mezzo miliardo

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Per la Ryder Cup un impatto economico da mezzo miliardo

Nel periodo compreso tra il 2016 e il 2027 l’impatto economico della Ryder Cup che si svolgerà a Roma nel 2022 sarà di oltre mezzo miliardo di euro. In particolare 500 milioni di euro arriveranno dall’indotto previsto, 277,4 milioni saranno legati a impatti diretti dell’incremento della domanda interna e 236 milioni per impatti indiretti (di cui 126,1 milioni derivanti dall’incremento della
domanda interna, 83,9 dall’incremento del gettito fiscale e 26 di entrate fiscali legate ai montepremi dei tornei). La competizione golfistica porterà in Italia anche un impatto a livello sportivo (compreso tra 471,3 e 1.030,4 milioni), e turistico (compreso tra 450,6 e 1.010,9 milioni di euro).

A fornire queste stime è uno studio Kpmg presentato dalla Federgolf in occasione della firma dell’accordo con Infront al Foro Italico: Infront Sports & Media garantirà alla Fig 40 milioni in undici anni e una revenue sharing per la parte di ricavi superiore al minimo garantito.

Il programma Ryder Cup 2022 prevede 129 eventi nell’arco di undici anni, con 11 edizioni dell’Open d’Italia, 88 gare dell’Italian Pro Tour e 30 eventi del percorso Road to Roma 2022. «Con tale accordo - ha spiegato il presidente della Fig, Franco Chimenti - stiamo costruendo un ponte per il golf futuro che non avrà precedenti in Italia».

“La Ryder Cup è il terzo evento al mondo per spettatori dopo Olimpiadi e Mondiali di calcio”

 

La Ryder Cup è il terzo evento al mondo per spettatori dopo Olimpiadi e Mondiali di calcio. Anche per questo il governo ha dato l’ok alle garanzie per l’organizzazione. «È una promessa mantenuta per il Paese - ha commentato il ministro dello Sport, Luca Lotti - e sono contento che un evento di questa portata possa tenersi in Italia».

Adesso si tratta di trasformare in denaro quei numeri stimati da Kpmg: «C’è da rimboccarsi le maniche per costruire un grande evento per tutto lo sport italiano», ha infatti ricordato il presidente del Coni, Giovanni Malagò aggiungendo anche che «chi oggi è contrario a questo progetto è perché non vuole riconoscere i numeri che lo accompagnano. Se poi nella vita non si crede ai numeri allora ditemi a cosa credere?».

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