Il derby di Milano all’ora di pranzo rappresenta una prima volta storica per il calcio italiano. Mai un match di questo livello era stato programmato nella finestra domenicale delle 12,30 in modo da essere visibile in orari di prime time nel mercato televisivo asiatico. Una scommessa da oltre 862 milioni di telespettatori in tutto il mondo di cui 566 milioni nell’area asiatica (186 in Europa) che comprende anche l’Australia. Si tratta dei mercati televisivi che saranno favoriti dalla collocazione oraria di Inter-Milan che sarà visibile alle 18,30 cinesi e alle 20,30 australiane.
Il bacino d’utenza potenziale della sfida di San Siro è addirittura superiore a quello dei detentori dei diritti tv del nostro campionato: conferma che l’idea di piazzare un big match in quella fascia televisiva ha attirato maggiori investimenti. Saranno 39 i broadcaster che trasmetteranno la partita in diretta, gli altri lo faranno in differita. La seconda area con più pubblico sarà quella europea (20 tv collegate e 186 milioni di tifosi raggiunti), seguita dal Centro e Sud America (3 tv e 98 milioni).
Per la Serie A è l’occasione di dare un segnale importante agli altri campionati top d’Europa e di testare il proprio valore sul versante dei diritti tv esteri, la cui frontiera i club si apprestano a varcare alla ricerca di nuove forme di sostentamento. Che la svolta avvenga con il confronto tra l’Inter di Suning e il Milan di Yonghong Li aggiunge un valore altamente simbolico alla scelta che fa felici CCTV e LETV, le due piattaforme detentrici dei diritti del nostro campionato in Cina e che insieme sommano 333 milioni di abbonati.
Lo slot delle 12,30 è in realtà un buon affare anche per le tv italiane. Ascolti mediamente alti, record di giornata quando in campo c’è una big, con stadi spesso pieni perché l’orario consente l’accesso anche alle famiglie e a chi si muove da lontano. I dati confermano la tendenza. Nella stagione 2016-2017 l’audience complessiva di Sky e Mediaset Premium delle 26 partite disputate fin qui all’ora di pranzo e trasmesse in diretta (16 volte su entrambe le piattaforme e 10 volte solo sul satellitare Sky) è stata di 23.578.879 spettatori: numero che subirà un incremento sensibile con Inter-Milan della 32° giornata. Il derby di Milano è destinato a battere il record stagionale sin qui detenuto da Juventus-Lazio del 22 gennaio scorso: 2.030.850 telespettatori medi e uno share del 10,76%.
Gli ascolti hanno premiato sia Sky (595mila audience media delle gare alle 12,30) che Mediaset Premium (548mila): la notturna continua ad avere numeri più alti, soprattutto se in campo ci sono le grandi corazzate, ma spesso la diretta a pranzo ha fatto registrare numeri superiori a quelli della finestra pomeridiana. In tutto sono state 13 su 26 le partite che hanno superato la barriera del milione nella guerra dell’audience.
Ai primi posti ci sono Juve (contro Lazio ed Empoli) e Milan (contro Sampdoria e Crotone), ma la sorpresa è che gli ascolti hanno premiato anche sfide minori come Atalanta-Fiorentina (1,4 milioni) e Cagliari-Genoa (1 milione ).
Sulla possibilità di spostare alle 12,30 più partite di cartello si giocano buona parte delle speranze del calcio italiano di veder crescere gli introiti alla voce vendita dei diritti tv all’estero. L’accordo 2015-2018 dei diritti esteri vale per la Serie A una media di 186 milioni di euro a stagione dall’advisor Mp&Silva con un aumento sensibile rispetto ai 117 del periodo precedente. Gli altri, però, nel frattempo sono cresciuti a velocità doppia; la Premier League è fuori concorso con la cifra enorme di 1,3 miliardi all’anno (periodo 2016-2019) che si aggiungono ai 2,3 del mercato interno, ma anche Liga (615 milioni di euro) e Bundesliga (240) fanno meglio di noi tanto da averci spinto fuori dal podio dei ricavi televisivi davanti solo alla Ligue 1 francese per quanto riguarda le top league europee.
Con la prospettiva di un’asta per il triennio 2018-2021 in salita a causa della posizione di Mediaset, che ha annunciato di non voler più investire se non con un “approccio opportunistico” o legato alla scelta di diventare veicolo per contenuti di altri operatori. L’obiettivo di 1,2 miliardi di euro complessivi a stagione garantiti fino al 30 giugno 2018 appare al momento difficile da raggiungere se non attraverso la valorizzazione commerciale del prodotto calcio sui mercati asiatici. Attualmente le partite del nostro campionato sono trasmesse da 58 broadcaster in giro per il mondo con un’audience potenziale di 643,1 milioni di telespettatori intesi come sottoscrittori di abbonamento delle piattaforme che hanno acquisito i diritti di trasmissione della Serie A in tutte le sue forme.
“Inter-Milan sarà visibile alle 18,30 cinesi e alle 20,30 australiane: una scommessa da 566 milioni nell’area asiatica (186 in Europa) che comprende anche l’Australia”
Numeri alti, ma con margine di crescita anche perché spesso i nostri match soffrono la concorrenza delle sfide dei top club inglesi e spagnoli, brand molto appetiti dalle platee televisive dagli Stati Uniti all’Asia.
Incrementare la presenza nello slot dell’ora di pranzo aiuterebbe anche a diversificare l’offerta. Ad oggi la gara a tavola è prerogativa della Premier League (sabato ore 12,30 e domenica ore 13,30) e della Liga (sabato ore 13 e domenica ore 12). La Bundesliga è pronta a partire dalla prossima stagione facendo cadere un tabù decennale che serviva per proteggere l’attività del calcio amatoriale e dei dilettanti. La Serie A si è mossa in anticipo nella stagione 2010-2011, ora la sfida è riempire di contenuto la finestra aumentando la presenza delle grandi squadre.
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