Fare del sostegno al reddito dei nuclei familiari in difficoltà economica una delle priorità della politica economica del Governo. È quanto ha chiesto oggi il direttore del Dipartimento per la produzione statistica dell'Istat, Roberto Monducci, nel corso di un'audizione sul Def davanti alle commissioni Bilancio di Senato e Camera. Secondo i dati provvisori 2016 citati da Monducci la quota di persone in famiglie con sintomi di disagio «si attesta all'11,9%, sostanzialmente stabile rispetto al 2015».
Situazione peggiorata per anziani e nuclei con disoccupato
Tra il 2015 e il 2016 però l'indice ha evidenziato un peggioramento per le persone anziane «da 8,4% a 11%» e «per chi vive in famiglie con persona di riferimento in cerca di occupazione»: da 32,1% a 35,8%. Migliora, anche se leggermente la quota di popolazione con meno di 18 anni, in calo rispetto agli anni precedenti, pari al 12,3% (1 milione 250mila minori). Questi dati, sottolinea l'Istat «confermano dunque l'urgenza degli interventi previsti dal Governo per il contrasto alla povertà».
25-34enni ancora sfavoriti dal mercato del lavoro
Oltre alla povertà crescente dei nuclei familiari uno dei problemi più pressanti che emerge dai numeri presentati dall’Istat riguarda il mondo del lavoro giovanile. Il segnale che arriva «è quello di una situazione del mercato del lavoro ancora sfavorevole per la fascia di età 25-34 anni», spiega Monducci alla commissioni parlamentari. Per gli under35 senza lavoro trovare un posto risulta, infatti, sempre più difficile: «I dati longitudinali della Rilevazione sulle forze di lavoro consentono di effettuare un'analisi delle transizioni verso l'occupazione degli individui disoccupati a un anno di distanza».
Sempre meno i giovani che trovano lavoro
Applicando tale criterio di indagine alla classe d’età dei 25-34enni e confrontando i tassi di permanenza e transizioni osservati tra il IV trimestre 2015 e il IV trimestre 2016 con quelli degli analoghi periodi dei due anni precedenti emerge infatti «che il 21,2% dei 25-34enni disoccupati nel IV trimestre 2015 è occupato un anno dopo, il 43,8% risulta ancora disoccupato e il 35% inattivo». La quota di giovani che ha trovato lavoro nel periodo «è più bassa sia rispetto a quella registrata nello stesso periodo dell'anno precedente (27,9%) sia di due anni prima (24,4%)».
Investimenti 2016 a -4,5%, in calo da sette anni
Un altro nodo da sciogliere con il Def 2017 tra i molti indicati dall’Istat riguarda il rilancio degli investimenti, superando lo stallo degli ultimi anni. Nel 2016 gli investimenti rientrano infatti «tra le principali voci di spesa che hanno segnato una contrazione», registrando un -4,5%, «in calo per il settimo anno consecutivo», così come la spesa per interessi a -2,6 per cento. Per effetto del rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato nella fase finale del 2016, «la spesa per interessi registra nel quarto trimestre una variazione tendenziale nulla che interrompe la tendenza alla riduzione iniziata nel primo trimestre 2013».
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