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Uno scudetto scontato: la Juve frena, le altre franano

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Uno scudetto scontato: la Juve frena, le altre franano

Ansa
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Poco da dire sul campionato italiano di Serie A. La Juventus lo sta vincendo con merito, anche perché è l'unica vera squadra di alto livello che abbia partecipato alla competizione. Atalanta a parte, per essere onesti: ma i bergamaschi hanno costituito una piacevole sorpresa “simil Leicester”, ripetersi sarà quasi impossibile.

La Juventus invece si è presentata a inizio stagione con l'intento di vincere lo scudetto, il sesto consecutivo. Un po' come Roma e Napoli, un po' come nei sogni più o meno dichiarati dell'Inter. La Vecchia Signora è stata l'unica a rispettare le consegne: non ha fatto un'annata straordinaria, accumulando 4 sconfitte un po' più rapidamente di quanto ci si potesse attendere, ma giocando in un modo del tutto normale ha dominato in lungo e in largo le avversarie. Che, al contrario, hanno fatto il possibile e l'impossibile per non trasformare i sogni in realtà. A un filotto di vittorie ha sempre fatto seguito un mezzo disastro, con un continuo giungere a tiro di aggancio per farsi staccare senza pietà quando sembrava scontato riuscire a recuperare terreno.

Esempio classico quello dell'ultima giornata: Juventus frenata dall'Atalanta, con un 2-2 su cui era obiettivamente difficile scommettere, e un solo punto in carniere nella corsa verso il titolo. La Roma, prima inseguitrice, avrebbe avuto l'ennesima occasione per avvicinarsi e tenere vivo l'interesse portandosi a sei punti dalla vetta con lo scontro diretto da giocare all'Olimpico: e invece è naufragata nel derby della Capitale, incassando un 3-1 che suona come il Requiem di Mozart sulle residue speranze scudetto.

Non è una novità, la stessa cosa era già accaduta al Napoli, sempre a un passo dai bianconeri ma sempre pronto a fare due passi indietro. Non è un caso se, in questo modo, il distacco per entrambe si è via via dilatato fino a raggiungere i 9 e 10 punti attuali. Adesso il testa a testa tra giallorossi e partenopei si gioca per la seconda piazza, quella che porta all'accesso diretto alla Champions senza il fastidio dei preliminari.

Abbiamo citato anche l'Inter, quest'anno esempio mirabile del “vorrei, ma non posso”. Prima il periodo De Boer, accolto come un novello inventore di bel calcio, culminato con la vittoria contro la Juventus alla quarta giornata: ma naufragato con un esonero per mancanza di risultati. Poi il periodo di Pioli, con un filotto di vittorie (espressione già usata, ma rende bene l'idea) che aveva portato i nerazzurri a sognare la qualificazione alla Champions. Invece, dopo il roboante 7-1 rifilato all'Atalanta, ecco il copione che non ti aspetti: a riprendere il cammino come se nulla fosse sono i nerazzurri meno attesi, quelli bergamaschi, che stanno per ottenere un fantastico quinto posto con relativa qualificazione all'Europa League.

Per l'Inter sono arrivati due pareggi (entrambi per 2-2 con Torino e Milan) e ben quattro sconfitte con Sampdoria, Crotone, Fiorentina e Napoli. Colpa di Pioli? Non credo, sinceramente. Guarderei piuttosto dalle parti della rosa dei giocatori per capire se si tratta di campioni o di presunti tali.

Contro il Napoli l'Inter aveva l'occasione per agganciare il Milan, fermato sull'1-1 dal Crotone: e invece anche un misero punto ha consentito ai rossoneri di allungare il passo sui cugini. Insomma, Juventus e Atalanta a parte, tutti giocano per non raggiungere i propri obiettivi, o perlomeno per complicarsi il più possibile la vita.

A dire il vero un'altra eccezione ci sarebbe, ed è quella della Lazio: quarto posto strameritato e finale di Coppa Italia, contro i bianconeri (ma guarda un po'…). Vada come vada, per i biancocelesti l'Europa League è in cassaforte, mentre le più titolate milanesi dovranno giocarsi l'ultimo posto disponibile. O forse, per come sono andate le cose in questo bruttissimo campionato di “ciapa no”, per sfidarsi fino all'ultimo contendendosi il diritto di non disputarla. E per suonare di nuovo la musichetta del “un anno con il solo campionato può essere positivo per costruire la squadra: meno impegni, più allenamenti”. Finora è servito a poco.

Buon campionato a tutti, per quel che resta, in attesa delle semifinali di Champions League.

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