«Ottemperare alle richieste della Commissione Ue di riportare il deficit 2017 al 2,1% dal 2,3% è stata una scelta resa necessaria dal clima non più così favorevole all'investimento nel debito pubblico italiano, clima che si è creato dall'inizio del 2017, con lo spread che ormai sta stabilmente nei dintorni, se non sopra, i 200 punti base, dai meno di 100 toccati lo scorso anno». Lo ha detto il direttore generale di Confindustria, Marcella Panucci, nel corso dell’audizione a Montecitorio sulla manovrina davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. «Quando verrà a mancare il sostegno della Bce» lo spread tra BTp e Bund «tenderà ad allargarsi, e lo farà anche prima se si acuirà l'incertezza politica domestica».
Aumenta il carico impositivo
Nella definizione della manovrina, ha precisato Panucci, «si è spesso sostenuto che la correzione dei conti sarebbe stata conseguita ricorrendo prevalentemente a misure di contrasto all'evasione, senza incrementare la pressione fiscale. Alla luce dei testi definitivi, invece, appaiono evidenti alcuni aumenti del carico impositivo» come l'inasprimento della tassazione sui giochi, «che non ha eguali in Europa», e del tabacco, nonché la stretta su misure strutturali «che interessano la generalità delle imprese, quali l'Ace».
Economia migliora, ma Pil modesto e sotto la media Ue
Panucci ha sottolineato che lo scenario economico internazionale e interno è «in miglioramento» e che le previsioni per l'economia mondiale «vengono riviste al rialzo, per la prima volta dal 2011. La coralità della ripresa mondiale è elemento importante di solidità, ma la ripresa italiana è meno solida di quanto accade in altri Paesi europei». Riguardo alla crescita italiana, Panucci ha ricordato che « si presenta inferiore a quella media europea e degli altri principali paesi dell'area Euro. Questa pur modesta crescita è trainata dall'export, con le imprese pronte a cavalcare la maggiore domanda globale, conquistando anche nuove quote, come avvenuto negli ultimi anni. E dagli investimenti: quelli in macchinari e mezzi di trasporto sono aumentati di oltre il 14% negli ultimi tre anni, con una forte accelerazione nel 2016 che sta proseguendo tuttora».
Necessaria una robusta accelerazione degli investimenti pubblici
Panucci ha ricordato come un tema rilevante sia quello degli investimenti pubblici, di cui «è necessaria una robusta accelerazione, specie nel Mezzogiorno, per la competitività dell'economia italiana». Nel 2016, ha ricordato la dg di Confindustria, «la spesa per investimenti fissi lordi della Pa è stata pari al 2,1% del Pil, il dato più basso mai rilevato prima, al di sotto delle attese del Governo e ben lontano dalla soglia del 2,5% che Confindustria ha indicato come obiettivo minimo per colmare il gap infrastrutturale nei confronti dei partner internazionali». Nel complesso del provvedimento Confindustria osserva un generale orientamento del Governo teso a «ridurre le tensioni finanziarie degli Enti territoriali, che vengono da un lungo periodo di contenimento della propria capacità di spesa. Da questo riequilibrio - ha aggiunto Panucci - è lecito attendersi ricadute positive anche sul fronte degli investimenti pubblici».
Più coraggio per rilancio investimenti privati
Confindustria chiede a Governo e Parlamento «più coraggio sul tema del rilancio degli investimenti privati», ha detto ha detto la dg di Confindustria, Marcella Panucci, secondo cui «mancano soprattutto misure capaci di irrobustire l'onda favorevole dei primi mesi del 2017 che, si ribadisce, hanno visto un rilancio degli acquisti di beni strumentali da parte delle imprese. Da questo punto di vista, è senz'altro auspicabile un rafforzamento del decreto-legge». La dg di Confindustria ha sottolineato che esiste per le imprese una «crescente difficoltà di programmare investimenti e attività sulla base di un quadro normativo complesso, in continuo mutamento e, per questo, incerto, che induce difformità interpretative e incertezze».
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