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Trattativa a tre sul Legalicum: Fi prima «apre», poi si spacca

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legge elettorale

Trattativa a tre sul Legalicum: Fi prima «apre», poi si spacca

Scontro in Fi sulla legge elettorale. Il partito di Silvio Berlusconi ieri alla Camera ha lanciato la proposta di partire da un testo base che preveda l’estensione dell’Italicum al Senato raccogliendo l’adesione del M5s, di Ap e di Mdp. Poco dopo però è arrivato l’altolà del capogruppo al Senato Paolo Romani che boccia l’ipotesi («l’Italicum è un cambio di linea»). L’ultima parola come al solito spetterà a Berlusconi che ha già convocato per questa mattina i vertici del partito ai quali ribadirà che per Fi presupposto fondamentale e non negoziabile è un sistema proporzionale.

«Non vogliamo nessun sistema maggioritario, tantomeno sotto mentite spoglie come quello che circola in questi giorni», conferma Renato Brunetta, capogruppo azzurro alla Camera. Brunetta si riferisce al cosiddetto sistema tedesco (50% collegi uninominali e 50% proporzionale) su cui invece il suo omologo al Senato Paolo Romani avrebbe manifestato disponibilità agli ambasciatori del Pd. Per Berlusconi però un sistema con collegi uninominali lo costringerebbe al Nord a negoziare con la Lega da una posizione di debolezza. Una preoccupazione che non tutti condividono tra gli azzurri. Soprattutto coloro che, come il governatore ligure Giovanni Toti, punta a rafforzare il legame con Salvini («no al proporzionale, dobbiamo correre con un unico simbolo»).

Fatto sta che il braccio di ferro dentro Fi ha consentito al Pd di prendere tempo. Il partito di Matteo Renzi era stato infatti l’unico a non pronunciarsi in commissione sull’ipotesi presentata dal capogruppo azzurro in Affari costituzionali Francesco Paolo Sisto. «Noi siamo disponibili sulle due opzioni: o l’Italicum corretto o il tedesco con 50% per proporzionale e 50 per cento collegi uninominali. Vediamo quale dei due modelli ha più numeri», ha anticipato Matteo Richetti poco prima che si riunisse al Nazareno l’ufficio di presidenza.

Il Pd potrebbe anche appoggiare l’ipotesi dell’estensione dell’Italicum ma punta a un innalzamento della soglia di sbarramento dal 3% attuale (al Senato è l’8%) al 5% in entrambi i rami del Parlamento. La posizione comunque verrà ufficializzata nell’incontro con il presidente della commissione Andrea Mazziotti che si terrà presumibilmente dopo il vertice di Fi. «Noi abbiamo dovuto accantonnare il Mattarellum perché dicevano che non aveva i numeri al Senato....», chiosa Richetti con riferimento al niet del capogruppo forzista a Palazzo Madama alla proposta dei colleghi della Camera.

Oggi - secondo quanto aveva preannunciato nei giorni scorsi - Mazziotti dovrebbe presentare il testo base su cui avviare l’esame in commissione. Ma anche se dovesse rispettare la scadenza, il percorso della legge elettorale è tutt’altro che in discesa. Anche chi infatti si è detto disponibile a partire dall’estensione dell’Italicum al Senato come Mdp, mette già le mani avanti: «Non s’azzardino a tenere i capilista bloccati», avverte Pier Luigi Bersani.

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