Gli Internazionali Bnl d’Italia sono uno dei nove tornei Master 1000 dell’Atp World Tour che conta, in questa stagione, 63 appuntamenti in 31 paesi differenti, in tutti i continenti. Chris Kermode, al secondo mandato, è alla guida dell’Association of Tennis Professionals dal 2014.
Come sopravvivrà il prodotto tennis al post ’Fab Four’ (Federer, Nadal, Djokovic e Murray, ndr)?
«Roger Federer e Rafael Nadal sono due dei maggiori personaggi che il nostro sport abbia mai avuto. Èdifficile quantificare esattamente quanto la crescita del tennis negli ultimi 15 anni vada attribuita direttamente a loro, ma di certo il loro contributo è stato immenso sia in termini di attrazione per il pubblico sia come esempio lontano dai campi di gioco. Ci sarà inevitabilmente un momento in cui le loro carriere si concluderanno e ci mancheranno. Detto questo, nessun giocatore è più grande dello sport e il tennis maschile ha una capacità incredibile di produrre costantemente stelle globali. Siamo fiduciosi nella capacità di continuare a farlo e crediamo nella forza del nostro circuito. Dal punto di vista promozionale, come Tour abbiamo la responsabilità di promuovere il maggior numero possibile di giocatori, in particolare le giovani generazioni che sono il futuro del nostro sport. La visione televisiva globale è cresciuta di oltre il 100% dal 2008, da quando sono stati apportati numerosi cambiamenti strutturali al circuito. La realtà è che non perderemo i cosiddetti ’Fab Four’ da un anno all’altro, sarà un processo graduale che durerà, probabilmente, 4-5 anni ed è molto tempo nel nostro sport. Cosa faranno nei prossimi cinque anni Kei Nishikori, Grigor Dimitrov, Milos Raonic, Nick Kyrgios o Alexander Zverev? Non possiamo prevedere chi avrà successo nei maggiori appuntamenti, ma possiamo avere fiducia nella capacità dei nostri maggiori tornei di creare le stelle del futuro».
Quali sono i paesi dai quali proviene la maggiore domanda di tennis?
«L’Atp World Tour è una delle poche realtà sportive veramente globali, i giocatori Top 100 provengono da circa 35 paesi differenti. Nord America ed Europa rappresentano storicamente le basi tradizionali del nostro circuito e continueranno a esserlo ma, in una prospettiva commerciale, è la nostra impronta globale a rimanere uno dei maggiori punti di forza del Tour. Anche dal punto di vista dei giocatori, la chiave è avere una rappresentanza mondiale. In particolare, se guardiamo al futuro, i giovani della Next Gen provengono dall’Australia, dagli Stati Uniti, dall’Asia e dall’Europa».
L’Atp ha incrementato il montepremi dei tornei challenger. È ipotizzabile una categoria “ibrida” tra i tornei Atp e i challenger, come la Wta ha fatto con i Wta-125?
«La creazione di una categoria al di sotto del livello Atp 250 non è qualcosa che, attualmente, abbiamo preso in considerazione. Il calendario è già abbastanza affollato, soprattutto a livello di Atp 250, non pensiamo di aggiungere altri tornei. L’Atp Challenger Tour è stato al centro della nostra attenzione negli ultimi anni, abbiamo aumentato i montepremi minimi a 50.000 dollari più hospitality, un incremento del 100% per un periodo di dieci anni. Abbiamo anche visto crescere gli appuntamenti da 150mila dollari. Il successo del Challenger Tour è fondamentale per il nostro sport perché così cerchiamo di assicurare un percorso praticabile per i giovani permettendogli di fare carriera nel tennis professionistico».
Nel 2016, 62,5 milioni di dollari di montepremi sono andati a dieci giocatori. Non è una fetta troppo grande sul totale?
«È una bella domanda e una sfida per il tennis su come vadano condivise le entrate tra il maggior numero di giocatori possibile, pur comprendendo che coloro che vincono meritano di essere adeguatamente premiati. Vogliamo che tanti giocatori possano vivere il più a lungo possibile il tennis professionistico e che è i nostri tornei siano sostenibili sul mercato. I premi nei tornei Atp e nei Grande Slam sono aumentati notevolmente negli ultimi anni. Il montepremi del nostro circuito è destinato a superare i 130 milioni di dollari nel 2018, più del 100% nel corso degli ultimi dieci anni con incrementi anche per i tornei challenger».
I diritti tv dei tornei Master 1000 continueranno a essere venduti separatamente dagli altri?
«Siamo flessibili con i nostri pacchetti, le emittenti hanno l’opportunità di acquistare i diritti per i Master 1000 e per gli Atp 500 insieme oppure separatamente. Fino al 2020, in Italia, sono stati venduti separatamente, i Master 1000 a Sky Italia e a SuperTennis gli altri. Prima della loro scadenza, decideremo se venderli ancora separatamente oppure no. Di solito, lavoriamo con contratti dai 3 ai 5 anni ma, anche in questo caso, possiamo essere flessibili per rispondere alle esigenze degli azionisti, dei partner e del mercato».
Nel Board dell’Atp, qual è l’argomento più difficile sul quale mettere d’accordo i rappresentati dei giocatori e quelli dei tornei?
«Il tema dei montepremi e quello del calendario sono i due argomenti più sentiti dai componenti del Board ma io credo fermamente nella struttura dell’Atp che prevede un dialogo costante tra i rappresentanti dei giocatori e quelli dei tornei».
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