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Discarica di Roma in provincia, comuni hinterland pronti alle barricate

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Zingaretti: rischio rivolta

Discarica di Roma in provincia, comuni hinterland pronti alle barricate

L’emergenza rifiuti di Roma ha raggiunto l’hinterland capitolino, che è in piena fibrillazione. Gli uffici della Città metropolitana (guidata sempre da Virginia Raggi) hanno inviato qualche giorno fa ai sindaci un documento sulla «individuazione delle aree idonee alla localizzazione degli impianti di gestione rifiuti». Tra le aree indicate come idonee, ben due sono all'interno del territorio di Cerveteri. Altre due a Fiumicino. Una a Palestrina. E i sindaci sono pronti alla mobilitazione. Anche se ufficialmente Roma Capitale guidata dalla giunta Raggi, scommette di portare la raccolta differenziata al 70% entro il 2021, attestandosi su un fermo “no” a discariche e inceneritori.

Fiumicino e Cerveteri: non saremo discarica Roma
I comuni di Fiumicino e Cerveteri intanto però mettono le mani avanti. E dicono «no ai rifiuti di Roma sui nostri territori». La posizione è stata espressa insieme questa mattina dai sindaci Esterino Montino ed Alessio Pascucci commentando l’ipotesi di una discarica in quattro zone cosiddette “bianche”, ovvero senza vincoli, al confine dei due comuni. «È una reazione ferma la nostra - ha detto Montino - e siamo pronti a dare battaglia: siamo di fronte, precisiamo, non ad una vera proposta di localizzazione ma ad un piano per zone idonee in tutta la provincia. Vogliamo dire la nostra però preventivamente. Non è giusto trovare soluzioni fuori casa propria - ha aggiunto - scaricando qui le contraddizioni di Roma individuando aree non loro: è la cosa più semplice».

Zingaretti: rischio rivolta comuni hinterland
Solidarietà ai Comuni dell’hinterland è arrivata oggi dal governatore del Lazio Nicola Zingaretti, che ha invitato a «fare molta attenzione», perché «una politica che ha la pretesa e l’arroganza di portare i rifiuti di Roma in altri comuni può far scattare una rivolta di chi è contrario». L’idea che si possa andar avanti dicendo “tanto i rifiuti li mandiamo in altri comuni” - ha sottolineato il governatore - è un’idea «non solo tecnicamente complessa ma anche irrealizzabile perché l'Unione Europea vigilia e dà indicazione di lavorare i rifiuti nei luoghi dove sono prodotti». A seguire il ringraziamento ai sindaci e alle comunità del Lazio che «da tempo accolgono i rifiuti della Capitale». Un gesto di «grande responsabilità che fino ad ora ha impedito che scoppiasse l'emergenza rifiuti a Roma». Per Zingaretti ora bisogna «aprire un nuovo processo per superare questa fase con un obiettivo: chiudere il ciclo dei rifiuti nelle aree dove questi si producono».

M5S a Zingaretti: basta allarmismi
Una presa di posizione, quella di Zingaretti, che suscita una levata di scusi in casa M5s. «I cittadini di Roma e di tutto il Lazio siano tranquilli: non c'è alcuna intenzione di costruire nuove discariche o inceneritori a Roma, né fuori città.
Zingaretti la smetta di creare inutili allarmismi e sia serio. Eviti almeno di mettere i cittadini del Lazio gli uni contro gli altri». Questo il commento del capogruppo del M5S in Campidoglio, Paolo Ferrara.

Sindaco Palestrina: non accoglieremo rifiuti capitale
Tra i primi a fare sentire la sua voce contro l’ipotesi di discarica in provincia è stato il sindaco di Palestrina, nel cui territorio è stata individuato un sito idoneo per la realizzazione di una discarica in cui smaltire i rifiuti romani. «È inaccettabile - ha tuonato il sindaco Adolfo De Angelis - che il nostro territorio debba smaltire l'immondizia prodotta a Roma, il ciclo dei rifiuti deve essere invece chiuso all'interno della città. Se si indica una via diversa è solo per miopia e incapacità gestionale che non possono ricadere sulle spalle dei cittadini della provincia».

I problemi dopo la chiusura di Malagrotta
Dopo la chiusura nell’ottobre 2013 di quella di Malagrotta (di proprietà di Manlio Cerroni, ex “dominus” della gestione rifiuti romani, oggi sotto processo), Roma non ha una più una sua discarica cittadina. Mentre ne esistono tre in provincia (ad Albano Laziale, Colleferro e Civitavecchia), con i loro problemi. Civitavecchia è esaurita e vanno realizzati due nuovi lotti. Colleferro, pur avendo ancora 600mila metri cubi disponibili non è utilizzabile a causa della necessità di spostare i tralicci di un elettrodotto all'interno dell'impianto. La discarica di Albano Laziale era a servizio del Tmb, inutilizzabile dopo l'incendio dell'estate scorsa. E al momento la titolare Pontina Ambiente è colpita da interdittiva antimafia.

Tar annulla Via su progetto discarica Falcognana
Negli anni scorsi l’individuazione di un’area dove collocare la discarica non ha mai dato esiti positivi. La giunta Marino ne individuò una a Falcogna (Roma sud, fuori dal raccordo anulare, ma all’interno della città, non lontano dal Santuario del Divino Amore). Il 10 maggio il Tar ha stabilito ha annullato il provvedimento con il quale nel dicembre 2015 la Direzione Regionale Ambiente e Valutazione Impatto Ambientale della Regione Lazio, ha dato l’ok alla Via (Valutazione di impatto ambientale) sul progetto finalizzato al «miglioramento della sostenibilità ambientale della discarica per rifiuti speciali in località Falcognana». Il Tar ha accolto un ricorso proposto da diverse associazioni e comitati di cittadini che contestavano il provvedimento con il quale è stata pronunciata la compatibilità ambientale del progetto presentato alla Regione Lazio da Ecofer Ambiente.

Ok a nuovo cda Ama
Intanto in serata è arrivato il nuovo CdA dell'Ama, che saluta l'amministratore unico Antonella Giglio e apre ad un consiglio a tre membri: Emmanuela Pettinao, Adrea Masullo ed il presidente e amministratore delegato Lorenzo Bagnacani. Quest'ultimo ha già un passato al fianco di una giunta a cinque
stelle. Lo scorso settembre, infatti, era stato scelto dalla sindaca di Torino, Chiara Appendino, per guidare l'Amiat, la municipalizzata per i rifiuti del capoluogo piemontese.

Sul fronte Ama le consigliere capitoline del Pd Valeria Baglio e Ilaria Piccolo che hanno svelato il nuovo piano industriale della municipalizzata. Stando al documento, «l’indice di autonomia industriale di Ama, ovvero la capacità di
chiudere il ciclo dei rifiuti, è ad oggi del 20% e nel piano 5 Stelle si stima nel 2021 del 29%, quindi non si prevede il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti riciclabili ed indifferenziati in capo ad Ama». Secondo le due consigliere,
inoltre, Ama gestirà «la sola raccolta dei rifiuti, destinando la filiera dei profitti, circa 2 miliardi di euro, ai privati».

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