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Legge elettorale, Fiano il nuovo relatore. Ecco la proposta del Pd

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Legge elettorale, Fiano il nuovo relatore. Ecco la proposta del Pd

Emanuele Fiano, capogruppo del Pd in commissione Affari costituzionali alla camera, è il nuovo relatore della legge elettorale. La nomina arriva durante l'ufficio di presidenza dal presidente Andrea Mazziotti. Viene nel frattempo in superficie l'architettura della proposta del Pd sulla legge elettorale, chiamata «Rosatellum» in base al nome del capogruppo dem Ettore Rosato. «Dopo mesi di rinvii, la Camera ha deciso di andare in aula il 29 maggio. Questo permetterà - per regolamento - di avere tempi contingentati e di approvare la nuova legge nei primi giorni di giugno. Come Partito democratico lanciamo un appello a tutti gli altri: per favore, non perdete altro tempo. Diteci dei no o dei sì, fate emendamenti, avanzate controproposte. Ma non rinviate ancora la data» scrive Matteo Renzi su Facebook.

Metà maggioritario, metà proporzionale
Nel dettaglio si prevedono 303 deputati eletti in collegi uninominali, altrettanti eletti con metodo proporzionale senza meccanismo di scorporo in circa 80 circoscrizioni sub regionali, in listini bloccati di quattro nomi. La piattaforma dem anticipata dall’Ansa è molto diversa dal sistema tedesco, ma appartiene a quelli che in gergo tecnico sono chiamati «grabensystem» (sistema a fossato), con una netta separazione tra parte maggioritaria e parte proporzionale. La proposta non modifica il metodo proporzionale per eleggere i 12 deputati esteri, e conferma i collegi uninominali per il Trentino Alto Adige e la Valle d'Aosta. I 606 deputati restanti vengono appunto eletti per la metà in collegi uninominali a turno unico, e per metà con metodo proporzionale in listini bloccati di massimo quattro candidati, come era per il Mattarellum.

Legge elettorale, Pd verso bocciatura testo base

Soglia del 5% su base nazionale
La sentenza 1/2014 della Corte Costituzionale che ha bocciato il Porcellum ha detto che le liste bloccate sono ammissibili purché corte perché permettono la conoscibilità dei candidati. DI qui la scelta di limitare a quattro i nomi. Questo
comporta che le circoscrizioni siano più piccole delle 23 del Mattarellum: saranno tra le 80 e le 100 (come i collegi dell'Italicum) e su questo c'è una delega al governo a disegnarle. L'altro aspetto che accentua il sistema a fossato, cioè la separazione tra maggioritario e proporzionale, e l'assenza dello scorporo, che invece era presente nel Mattarellum: questo meccanismo sottraeva (scorporava) i voti presi dai partiti nei collegi da quelli della parte proporzionale, così da favorire i piccoli partiti. Nel Rosatellum il proporzionale è puro. Quanto alla soglia essa è indicata nel 5% su base nazionale, mentre nel Mattarellum era al 4% e nell'Italicum al 3%. La scheda che avrà l'elettore sarà unica, in questo uguale allo «stimmzettel» tedesco: sulla sinistra dovrà barrare il nome dei candidato del collegio uninominale e sulla sinistra apporre una croce sul simbolo del partito.

Di Maio: torneranno da noi con coda fra gambe
«Credo che non riusciranno ad approvare la legge elettorale, perché nel Pd e nei partiti minori ognuno va per sé. Torneranno quindi da noi, con la coda fra le gambe, e noi saremo disponibili a fare una legge seria, che garantisca la governabilità». Di questo si dice convinto il vicepresidente della Camera, il pentastellato Luigi di Maio, a margine della presentazione di un libro a Torino. «Si sta provando a fare una legge contro il M5S insieme a Verdini e qualche pezzo del gruppo misto e con una Lega che prima urlava all'inciucio, quando noi abbiamo aperto al Pd, e adesso si butta nella mischia».

Brunetta: da Pd “Cespugliellum” per tutti
Conversando con i giornalisti a Montecitorio anche Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia, non nasconde le critiche. «In commissione Affari costituzionali ne succedono di tutti i colori. Il presidente Mazziotti, che è in maggioranza, è stato sconfessato dal Partito democratico, che ha nominato relatore della legge elettorale Fiano. Noi da Mazziotti eravamo garantiti, come lo eravamo dal testo base che aveva presentato, ora vedremo cosa farà Fiano, anche se sembrerebbe che finalmente la montagna del Pd abbia partorito il topolino del Verdinellum. Il modello elettorale che il Partito democratico vorrebbe imporre a tutto il Parlamento, a tutti i partiti, a tutti i gruppi parlamentari, tranne che alla Lega che sembra essere il solo partito che è concorde. Si chiama Verdinellum perché è proposto dal gruppo parlamentare di Verdini e prevede un 50% di seggi eletti col proporzionale e un 50% col maggioritario. È di fatto un “Cespugliellum” perché moltiplicherà i ricatti che a livello locale i piccoli gruppi porteranno avanti verso i partiti maggiori».

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