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Da Guerini a Brunetta e Toninelli, chi sono i plenipotenziari dei partiti…

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IN PARLAMENTO

Da Guerini a Brunetta e Toninelli, chi sono i plenipotenziari dei partiti sulla legge elettorale

La trattativa per provare a riscrivere la legge elettorale entra le vivo. Al di là delle dichiarazioni e delle indicazione politiche dei leader, poi ogni partito ha i propri plenipotenziari che nelle aule del parlamento portano avanti il confronto e trasformano in proposte di legge gli schemi sui diversi sistemi di voto.

Pd mette in campo Guerini, Richetti, Rosato e Fiano
Il riconfermato segretario del Pd Matteo Renzi lo ha detto chiaramente: la legge elettorale suscita «l’entusiasmo» solo per gli addetti ai lavori. L’ex premier non ha quindi intenzione di esporsi in prima persona come fece invece due anni fa durante la trattativa che poi portò all’Italicum. La palla è in mano di fatto a una cabina di regia di suoi fedelissimi: Lorenzo Guerini, Matteo Richetti e Ettore Rosato ed Emanuele Fiano. Guerini, da vicesegretario Pd, è già stato il plenipotenziario di Renzi che lo ha affiancato durante la trattativa che portò poi alla nascita dell’Italicum. È stato coordinatore della mozione Renzi all’ultimo congresso. Richetti con la nuova segreteria è diventato portavoce del Pd. Pur se in passato ha avuto posizioni critiche nei confronti di Renzi, è stato al suo fianco fin dal 2012, ai tempi del movimento dei «rottamatori» del Pd. Fa parte di quel gruppo di quarantenni che l’ex premier ha chiamato alla guida del partito per svecchiarne le fila. Sono stati proprio Guerini e Richetti a lanciare gli ultimi «appelli» sulla legge elettorale a Fi. A seguire in parlamento la trattativa sono invece il capogruppo Pd alla Camera Ettore Rosato ed Emanuele Fiano, capogruppo Pd in commissione Affari costituzionali a Montecitorio. Entrambi provenienti da Areadem (quella che fa riferimento a Dario Franceschini) e si sono avvicinati a Renzi dopo l’allenaza stretta da quest’ultimo con il ministro per i Beni culturali.

Brunetta e Sisto i riferimenti di Fi
La posizione sulla legge elettorale di Fi è oscillata in questi giorni tra chi voleva il proporzionale (il capogruppo al Senato Paolo Romani) e chi voleva l’estensione al Senato dell’Italicum corretto dalla Consulta, con l’aggiunta del premio alla coalizione invece che alla lista. Tra questi, Renato Brunetta, capogruppo di Fi alla Camera, primo firmatario della proposta di legge che prevede per entrambe le Camere un sistema di elezione a turno unico, con metodo proporzionale corretto da un eventuale premio di maggioranza alla coalizione che supera il 40%, che è stata la proposta ufficiale di Fi. Fino a quando Berlusconi, per stroncare le divisioni interne, si è schierato contro il sistema maggioritario dell’Italicum corretto, sostenendo che «bisogna garantire una effettiva corrispondenza tra voto dei cittadini e composizione del parlamento» e che «la legge elettorale in vigore, anche se estesa al Senato, non è sufficiente a questo scopo». Si attendono ora gli emendamenti che presenterà Fi in commissione Affari costituzionali, dove il riferimento è il capogruppo Francesco Paolo Sisto, già fino al 2015 presidente della commissione Affari costituzionali.

Toninelli, l’esperto di sistemi di voto per i 5 stelle
Il compito di portare avanti la linea politica dei 5 Stelle sulla legge elettorale è del vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, ma è Danilo Toninelli l’esperto di sistemi di voto del movimento di Grillo. È lui il primo firmatario della proposta di legge che incarna il Democratellum, quello che resta il sistema preferito dai 5 stelle: un sistema proporzionale con preferenze (anche quelle negative: l’elettore può cancellare il nome di un candidato non gradito)e circoscrizioni intermedie che di fatto garantiscono uno sbarramento del 5%. Fu proprio Toninelli a illustrare la proposta nell’incontro ufficiale tra Pd e M5s durante la trattativa sull’Italicum. Lo stesso Toninelli è il primo firmatario della proposta di legge che “traduce” il Legalicum, l’attuale posizione del M5S: vale a dire l’estensione al Senato dell’Italicum corretto dalla Consulta senza i capilista bloccati.

Ncd punta su Lupi, la Lega su Giorgetti
Maurizio Lupi, capogruppo Ap-Ncd alla Camera, è il punto di riferimento degli alfaniani sulla legge elettorale. Sua è stata l’intervista al Corriere dell Sera che nel settembre dell’anno scorso (quando ancora l’Italicum non era stato rivisto dalla Consulta) ha lanciato l’abolizione del ballottaggio e premio di maggioranza alla coalizione. Sua è anche la proposta presentata a fine febbraio che prevede l’estensione anche al Senato dell’Italicum, prevedendo però il premio alla coalizione e mantenendo i capilista bloccati. Giancarlo Giorgetti, vicinissimo al leader della Lega Matteo Salvini deputato e vice segretario del Carroccio, è invece responsabile per il movimento sulla legge elettorale. È stato già capogruppo della Lega a Montecitorio e ha una lunga carriera politica alle spalle (è stato nel 2001 per un breve periodo anche sottosegretario ai trasporti del Governo Berlusconi). Il commissione Affari costituzionali ha già portato avanti la battaglia contro l’Italicum.

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