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Un anno senza Pannella. L’autocritica di Napolitano

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l’anniversario della scomparsa

Un anno senza Pannella. L’autocritica di Napolitano

È un generale sentimento di riconoscenza, quello che ancora oggi, ad un anno dalla sua scomparsa, risuona attorno alla figura di Marco Pannella. Il leader radicale è stato oggi omaggiato da ricordi, giornate di studio, iniziative che hanno riportato vivo il suo lascito. La Camera dei Deputati l'ha ricordato mettendo a confronto il rapporto che ha avuto con interlocutori e collaboratori di quattro diverse generazioni. Teramo, la sua città, nella giornata dedicata alla memoria del suo concittadino, ha dato vita ad un progetto per la “valorizzazione dell'eredita' intellettuale e politica di Marco Pannella” con un Comitato tecnico scientifico che lavorerà per rinnovare l'iniziativa con cadenza annuale.

A Roma l'Archivio di Radio Radicale con l’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano ha organizzato una giornata di studio, “Materiali per lo studio del movimento radicale”. Tutti seguiti da dirette e una programmazione dedicata da Radio Radicale, che ha trasmesso anche il ricordo organizzato in Via di Torre Argentina dal Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito con nuovi e vecchi dirigenti e militanti del partito Radicale. E poi a Milano, nel Carcere di Opera, dove, tra gli altri, Rita Bernardini, Sergio D'elia, Elisabetta Zamparutti hanno organizzato la cerimonia di intitolazione del teatro del carcere dove si è svolto il Congresso di Nessuno tocchi Caino.

«Coscienza critica del nostro Paese» ha detto di lui Sergio Mattarella che tuttavia, in un messaggio, ha voluto sottolineare anche il valore globale della sua testimonianza non violenta che ha «trasceso la dimensione politica nazionale», combattendo battaglie e «cause che hanno coinvolto cittadini e leader di tutti i Paesi». Ha invece posto l'accento sulla sua «inesauribile ed appassionata tenacia nel voler contagiare la società civile con importanti e sempre nuove sfide di libertà e di democrazia» Laura Boldrini, presidente della Camera che ha ospitato il convegno promosso da Emma Bonino e Radicali Italiani insieme all'Associazione Luca Coscioni, Non c'è pace senza giustizia, Certi Diritti.

Qui è intervenuto anche l'ex Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, autore di una personale «testimonianza di verità non edulcorata» dalla circostanza della commemorazione. Qui ha raccontato le sfaccettature di un rapporto politico caratterizzato da «scontri e incontri, contestazioni reciproche e reciproci riconoscimenti sul piano politico, morale ed affettivo». E qui ha ammesso quelle «incomprensioni» nei rapporti tra radicali e altri partiti che hanno offuscato negli anni «il valore della presenza radicale, delle grida di Pannella, della sua sensibilità». Limiti che Napolitano ha spiega senza farsi trascinare dall'enfasi commemorativa: «Non mancarono da parte mia e del Pci chiusure riduttive e dalla sua parte - ha ricordato - critiche che riflettevano in particolare una sua tipica tendenza al vittimismo drammatico».

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