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Dossier A Piacenza è sfida a tre dopo il caos candidature

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    Dossier | N. 86 articoliElezioni amministrative 2017

    A Piacenza è sfida a tre dopo il caos candidature

    Piacenza va al rinnovo di sindaco, giunta e consiglio comunale in uno scenario che ha visto centrosinistra, centrodestra e M5S giungere all’appuntamento dopo molte divisioni al loro interno. Una fotografia che rende incerta la prima linea di candidati che uscirà dal primo turno l’11 giugno prossimo.

    Il dopo Dosi
    Il centrosinistra deve fare i conti con la decisione del sindaco uscente Paolo Dosi di non ripresentarsi per il secondo mandato («Fare il sindaco è pesante. Non mi ricandido», ha detto a dicembre 2016 Dosi, che ha anche avuto problemi di salute). A Piacenza si sono ripercosse le tensioni a livello nazionale tra renziani e bersaniani. Ex sindaco di Piacenza (e predecessore di Dosi) per 10 anni è stato Roberto Reggi, renziano della prima ora, già sottosegretario all’Istruzione del governo Renzi e attuale direttore dell'Agenzia del demanio. È nato a Bettola, a pochi chilometri da Piacenza, proprio Pier Luigi Bersani, ex segretario Pd e ora tra i leader degli scissionisti ex Pd di Mdp. Proprio il rimpasto di Giunta varato da Dosi a un anno e mezzo dal suo insediamento è stato criticato da chi lo ha visto come una conseguenza dell’arrivo di Renzi alla segretaria Pd a fine 2013.

    Il Pd mette in campo l’indipendente Rizzi
    Dopo la decisione di Dosi di non ricandidarsi e la scissione dei bersaniani, per il Pd sono aumentate le incertezze. Alla fine il partito ha deciso di puntare, senza aggiungere altre incertezze con le primarie, su un candidato indipendente: il professore di economia della Cattolica Paolo Rizzi, 55 anni. Gli scissionisti Pd hanno invece deciso di appoggiare, con la lista Passione civica, l’ex consigliera Pd Sandra Ponzini. Ancora più a sinistra c’è la candidatura dell’ex assessore della giunta Dosi, Luigi Rabuffi, con la lista Piacenza in comune.

    Centrodestra candida l’avvocata Patrizia Barbieri
    Il centrodestra punta a ripetere il 1998, quando con Gianguido Guidotti interruppe il trend delle amministrazioni di centrosinistra. Ma anche qui la scena è stata travagliata. Fi, Lega e FdI hanno alla fine trovato l’intesa sulla avvocata Patrizia Barbieri (57 anni), che ha già avuto esperienze amministrative nell’area di centrodestra: è stata sindaco di Castelvetro (in provincia di Piacenza) dal 1994 al 2003 (con una lista civica di centrodestra) e assessore provinciale al territorio dal 2009 al 2014 nella giunta di centrodestra (dopo esser stata eletta nella lista Oltre i partiti). Proprio l’ex presidente di centrodestra della provincia di Piacenza, Massimo Trespidi (ex Fi e ora vicino a Ncd), sarebbe stato la prima scelta di alcuni esponenti di Fi. Ma alla fine il partito ha deciso di convergere su Barbieri, mentre Trespidi ha scelto di correre da solo appoggiato da due liste con il suo nome.

    Nei 5 stelle alla fine la spunta Andrea Pugni
    Il M5S piacentino si è all’inizio spaccato in due per la nomina del candidato sindaco: da una parte il bancario Andrea Pugni, 46 anni, neofita totale della politica appoggiato dai consiglieri comunali M5S; dall’altra l’avvocata Rosarita Mannina, 63 anni, già assessora della giunta Guidotti di centrodestra, e sostenuta da una parte del gruppo meet-up M5S cittadino. Alla fine l’ha sputata con le comunarie Andrea Pugni, che ha ottenuto 59 voti contro i 31 di Mannina. Sia alle europee 2014 che alle comunali 2012, i 5 stelle in città si sono assestati attorno al 10%.

    L’outsider Stefano Torre
    In campo anche Stefano Torre, con la sua lista Torre sindaco di Piacenza. Per l’ex consigliere comunale della Lega Nord (per lui una sola esperienza dal 1994 al 1998) il ruolo dell’outsider.

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