Nuovo ospedale, sviluppo della piastra logistica, riqualificazione delle aree miliari attorno a Piazza Cittadella e di quell’ex Consorzio agrario lungo la stazione ferroviaria. Sono i nodi più autentici attorno ai quali si gioca la campagna elettorale di Piacenza, città di confine tra le due regioni più ricche e manifatturiere del Paese – Lombardia ed Emilia – ma dove è il colore grigio della nebbia sul Po a dominare la corsa dei 7 candidati al palazzo Gotico, dove siede oggi il sindaco Pd Paolo Dosi, che non si è candidato per un secondo mandato.
Dall’inquinamento al degrado urbano
Il grigio dell'inquinamento e del degrado urbano ed economico colora la lista di priorità di tutti i contendenti, riassumibili nei capitoli: business, benessere, bellezza. Snocciolati punto per punto nel lungo documento di proposte della Cgil e messi in ordine dalla storica testata piacentino, la Libertà, in un programma “Fuori Sacco” di 13 puntate.
Il passaggio dalla manifattura alla logistica
La prima B è quella economica di un territorio che ha dimenticato la manifattura a vantaggio della logistica e di un sistema infrastrutturale a corto di intermodalità, sottolinea Patrizia Barbieri, candidata per il centrodestra, considerata uno dei tre papabili per il ballottaggio, con il professore universitario Paolo Rizzi per il centrosinistra e l’ex presidente della Provincia, Massimo Trespidi con una sua lista civica. «Da un lato la risorsa logistica non è stata fatta crescere adeguatamente, dall’altro ci ritroviamo con grandi capannoni sfitti», afferma Barbieri, riallacciandosi alle discussioni accese nei mesi scorsi a Piacenza dall’ipotesi di un nuovo investitore internazionale interessato a occupare un altro milione di mq di spazi nell’area logistica di Roncaglia. In un territorio dove un lavoratore su dieci è occupato nella logistica (5mila solo nel Comune, il doppio in provincia) e dove gli insediamenti di magazzini occupano 5 milioni di metri quadrati.
Mancano le infrastrutture
«Da un lato è necessario valorizzare la posizione strategica della città incentivando l’intermodalità e realizzando i collegamenti ferroviari da tempo previsti, dall’altro bisogna però rilanciare l’attrattività del territorio verso le imprese che sviluppano attività ad alto valore aggiunto. Chi vuole investire su Piacenza dovrà impegnarsi a realizzare infrastrutture per decongestionare il traffico, riqualificare scuole e centri sportivi, oltre che creare nuove aree verdi e parchi gioco», è la posizione di Trespidi. Le categorie economiche chiedono la Mediopadana, lo spostamento dell’autostrada oggi a ridosso della città che crea inquinamento e una seconda o terza via che consenta di alleggerire e sviluppare il raccordo con Milano. Ma anche aiuti alle imprese giovanili (sono l’8% del totale e stanno vivendo un’inedita rinascita), «e lo sviluppo dei tanti e promettenti laboratori - universitari e non - sui temi dell’energia e della meccatronica 4.0,in cui l'industria piacentina storicamente eccelle», aggiunge il professor Rizzi.
Il 25% della popolazione è anziana
Salute e sicurezza dei piacentini – il 25% della popolazione è anziana, un dato sopra la media - sono i claim di tutti i candidati in corsa per il municipio di piazza Cavalli. A partire dal nuovo ospedale previsto dal piano regionale (230 milioni di investimento con un orizzonte di 8-10 anni), che sta scatenando un acceso dibattito sul dove realizzarlo (i grillini sono contrari) e sul destino del vecchio nosocomio: «Sì al nuovo ospedale a patto che non sia solo un’operazione immobiliare, ma la caserma Lusignani (ex area militare) non ci sembra la più idonea localizzazione perché gli spazi sono ridotti e perché peggiorerebbe il flusso veicolare su una delle arterie principali di ingresso alla città. Mentre lì si potrebbero accogliere corsi di studio legati a Medicina e Scienze infermieristiche», precisa Trespidi. L’altra area ex militare candidata per ospitare il nuovo ospedale, quella della Pertite (250mila mq), i cittadini vogliono sia salvaguardata a grande polmone verde per la città. «Bisogna puntare sulla partecipazione dei cittadini al welfare piacentino, cui vogliamo continuare a destinare un terzo del bilancio – precisa Rizzi – incentivando strumenti come il baratto amministrativo per scambiare attività socialmente utili con detassazione».
Il nodo sicurezza
L'ultima B accende i riflettori elettorali su una città inequivocabilmente brutta dal punto di vista estetico e dove l’alta incidenza di popolazione straniera (18%) crea problemi di ghettizzazione di alcuni quartieri, di accattonaggio, di prostituzione e più in generale di insicurezza e di degrado, ribadisce Barbieri. Che promette di potenziare le forze dell’ordine, i sistemi di videosorveglianza e l'illuminazione pubblica nelle zone critiche della città.
L’autostrada e il trasporto pubblico
E poi c’è il grande tema della riqualificazione urbana che i piacentini si sentono promettere da oltre dieci anni: basta arrivare in stazione per percepire la scarsa attenzione al decoro urbano, fa notare il candidato Pd. Tutta la cerniera marginalizzata dall’area ex ferrotramviaria fino alle mura farnesiane va bonificata, così come va accelerato il progetto di recupero delle zone centrali di Piazza Casali e Piazza Cittadella. E va allontanata l’autostrada dal centro, attivato un servizio migliore di trasporto pubblico (dentro le mura e anche nei poli logistici) e valorizzato il capitale culturale e artistico del capoluogo emiliano: «La mostra del Guercino (fino al 4 giugno tra Duomo e Palazzo Farnese, ndr) promossa dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano ha avuto un successo straordinario e ha dimostrato le grandi potenzialità del nostro patrimonio, mai valorizzato fin qui dall’amministrazione cittadina», conclude l’esponente del centrodestra.
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