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Juve: sfida a Zizou, il nemico amatissimo

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la finale di champions

Juve: sfida a Zizou, il nemico amatissimo

CARDIFF - Su quella panchina, la più prestigiosa, desiderata, e ardente del mondo, ci si è seduto da appena un anno e mezzo, e tra lo scetticismo generale. Certo, il palmares del campione celebre per i tocchi sopraffini e il “colpo di testa” più celebre della storia del football (ogni riferimento alla zuccata berlinese a Marco Materazzi non è assolutamente casuale…) non si discuteva, ma davvero pochi avrebbero pronosticato per Zinedine Zidane una primavera madridista così ricca di successi: una Champioins vinta nel derby con l'Atletico lo scorso anno ai rigori a Milano, poi la finale di Cardiff, nel mezzo la Supercoppa europea, il titolo di campione del mondo per club e la riconquista della Liga, strappata al Barcellona delle (attualmente) sbiadite stelle blaugrana.

Insomma, “vincenti si nasce e io, modestamente, lo nacqui”, potrebbe a buona ragione reclamare Zizou parafrasando un altro artista, ma della risata, cioè il sublime principe de Curtis, alias Totò. Fatto sta che l’incrocio col Zidane allenatore davvero non fa per nulla sorridere la Vecchia Signora, che il talento del francese lo coltivò e accrebbe, fino a portarlo a sfiorare quella Coppa dalle Grandi Orecchie con cui – rimpianto amarissimo dei bianconeri – lo straordinario franco-algerino prese definitivamente confidenza una volta trasferitosi a Madrid, all'ombra del Santiago Bernabeu.

Nostalgia canaglia – Fu protagonista della “settima” Zinedine Zidane. Sì, la settima Coppa dei Campioni/Champions League vinta dal Real, che poi anche grazie a lui, nella doppia veste prima di giocatore, poi di allenatore, sarebbe arrivato a 11 e pronto a inseguire la 12esima. Protagonista della settima, certo, ma dalla parte sbagliata, ovvero in maglia bianconera, in quella notte del maggio 1997 in cui, ad Amsterdam, ci pensò il talento di Mijatovic (in fuorigioco) a rendere ancora una volta amaro il corteggiamento tra la Juventus e la Coppa. Amarezza che Zizou ben aveva conosciuto 12 mesi prima, quando a Monaco di Baviera era stato il Borussia Dortmund trasformare, per la Vecchia Signora, il sogno della Champions in dolente miraggio.

Gesto sublime – Trasferitosi a Madrid, Zidane imprime il suo marchio su uno dei gol più belli della competizione, per giunta in finale contro il Bayer Leverkusen. Quel tiro al volo che trasforma un cross deviato di Roberto Carlos nel più imponderabile degli assist perfetti, è ancora oggi un inno alla gioia del football, uno di quei gesti che mette d'accordo tifosi di qualsiasi schieramento, come del resto già avvenne quella sera a Glasgow. E dire che l'Avvocato Agnelli, nel salutarlo mentre faceva le valige per la Spagna (garantendo alle casse juventine la non trascurabile somma di 150 miliardi di vecchie lire), aveva definito il francese “più bello che utile”.

Tra presente e passato - Giudizio non sorprendente, se si considera che “Le Roi”, per l'Avvocato, era stato e sarebbe stato sempre solo Michel Platini, asso di cui – se possibile - quasi ammirava più l'arguzia fuori dal campo che le magie all'interno del rettangolo di gioco. Giudizio confermato in seguito alla semifinale che nel 2003 oppose i Blancos alla (quasi) Invincibile Armata di Marcello Lippi, che eliminò il reprobo transalpino e i suoi compagni, nella gara che al Delle Alpi si chiuse con il sanguinoso cartellino giallo che costò a Pavel Nedved la finale persa dalla Juventus nel derby col Milan a Manchester. Fu proprio di Zidane, quel 14 maggio, il golletto dei Galacticos, per una sera riportati sulla Terra dalla ferocia agonistica juventina.

Incroci – Ovvio quindi che, condiviso tale imponente passato, il primo incrocio da allenatore di Zidane con la Vecchia Signora, per di più all'ultimo atto di quella competizione che per il Real è il giardino di casa e per la Juventus qualcosa che ormai rasenta una diabolica e anche drammatica maledizione, è quanto mai stuzzicante e suggestivo. Certo, dagli ex a maglie invertite Morata e Higuain, al brasil-blaugrana Dani Alves, a quel Khedira che cerca con la maglia bianconera il bis del trionfo già ottenuto con la camiseta del Real, la sfida di Cardiff presenta non pochi intrecci accattivanti. Ma sapete voi trovar di meglio di Madama che si contende la Coppa con uno dei suoi figli più amati, e forse mai fino in fondo compresi?

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